I duri con Giupponi

11 Luglio 2012 di Stefano Olivari

L’esclusione di Andrew Howe dai Giochi destato molto scalpore fra gli appassionati di atletica, anche se forse non fra media pronti ad applaudire il finto volontariato di dirigenti e allenatori, con la ‘scuola italiana’ inevitabilmente sempre la migliore. Può quindi essere utile dividere il discorso in due parti: 1) Le scelte di Howe; 2)  Gli altri casi azzurri, alcuni dei quali più scandalosi del suo.

Gli infortuni gravi della carriera Howe se li è procurati non ballando sul cubo (ma esiste ancora il cubo? L’ultima volta che siamo entrati in una discoteca si ascoltavano le canzoni di Tracy Spencer) e nemmeno gareggiando, come sarebbe comunque stato suo diritto, in un meeting a caccia di soldi. Nel 2008 si fece male correndo i 200 metri in Coppa Europa, nel 2009 si operò al tendine d’Achille sinistro concordando la cosa con la federazione, l’anno scorso il tendine d’Achille (sempre quello operato) ha ceduto durante un normalissimo allenamento. Quanto alla scelta 200-lungo, il discorso è purtroppo semplice. Nei 200 un Howe al 90% può essere competitivo a livello europeo ed essere da semifinale a livello mondiale-olimpico, mentre nel lungo nemmeno quello. Diversa la prospettiva per un Howe sano, che nel lungo avrebbe in canna una grande medaglia (ne ha anche già conquistate, fra l’altro) mentre nei 200 no.

L’analisi degli  casi azzurri deve partire dalle regole IAAF, che dicono che il minimo A per Londra era da ottenere nel periodo fra l’1 maggio 2011 e l’8 luglio 2012. Fra gli esclusi rientrano in questa categoria appunto Howe, Silvano Chesani (alto), Matteo Giupponi (20 chilometri di marcia), Giulia Martinelli (3mila siepi), Jean Jacques Nkoloukidi (50 chilometri di marcia) e Anna Giordano Bruno (asta). Sei ragazzi, senza contare quelli da minimo B, cioè con tempi o misure che gli avrebbero dato i Giochi in assenza di un azzurro con minimo A (clamoroso che Howe rientri anche in questa categoria, con il 45”70 nei 400). E qui scende in campo la Fidal, su suggerimento del CONI che vuole limitare il numero degli atleti azzurri (ma non quello degli scrocconi al seguito), che si è inventata una ‘conferma’ del minimo nell’anno 2012. Conferma che fra i 6 del minimo A sono riusciti a trovare Chesani, Giupponi e Giordano Bruno, con la Martinelli che l’ha mancata di un centesimo (!). Tutti e tre lasciati a casa, con motivazioni fumose. Tutti e tre paradossalmente usati per non venire incontro a Howe: caro Andrew, se ti convochiamo questi fanno ricorso al Tar. Al Tar in realtà potrebbero andare tutti, visto che nei 10mila olimpici correrà la peraltro meritevole Ejjafini che il minimo A non lo ha visto nemmeno con il binocolo, né nel 2011 né nel 2012. I duri con Giupponi, solo questo sanno fare.


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