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I children di Robert Miles
Alvaro Delmo 07/06/2012

Perché oggi non abbiamo più la musica di allora? Questo commento non lo abbiamo trovato sotto a un video di qualche mito degli annii ’70 o ’80 bensì di Robert Miles, alias Roberto Concina.
La canzone in questione – per chi se la fosse dimenticata – è Children (1995), un successo mondiale – UK e USA compresi – per il DJ italo svizzero, a rappresentare quello che fu a nostro parere un intelligente tentativo di introdurre qualcosa di nuovo e attuale senza buttare via la lezione del passato. Nata con l’intento di calmare i partecipanti alle serate in discoteca prima del rientro, Children si si diffuse a macchia d’olio proponendo di fatto una musica elettronica dove era ancora possibile sposare la melodia con il ritmo martellante e ossessivo tipico degli anni ’90 e identificata poi con il termine di dream house. Il tutto, in questo caso, accompagnato a un video che nella sua versione più nota vedeva una bambina bionda osservare il mondo in bianco e nero che le passava davanti attraverso il finestrino dell’auto.
A quei tempi non stavamo in Italia e ricordiamo che quando spiegavamo che l’autore dell’album Dreamland era un italiano venivamo guardati con sufficienza o stupore: possibile che tale produzione non fosse uscita dal circuito anglosassone? Una sensazione piuttosto fastidiosa per noi e una formula azzeccata quella di Children e delle altre tracce contenute nel disco, tra minimalismo e ispirazione, a cominciare da Fable.
Grande successo anche per One and One, uscita nel 1996, mentre con il singolo Freedom del 1997 ci fu una virata più verso il pop, pur mantenendo il caratteristico uso del piano. Robert Miles ha poi mantenuto un gusto per la sperimentazione in singoli come Full moon o Everyday life, cambiando completamente prospettive con Paths e proseguendo la sua ricerca fino al più recente album Th1rt3en uscito lo scorso anno.