I bovini di Muller-Wohlfarth

9 Agosto 2013 di Simone Basso

Oggi celebriamo, a modo nostro, la Bundesliga e una delle sue icone. Un tentativo onesto, più o meno riuscito, di mirare una volta tanto la luna invece che il dito. Il prologo però lo affidiamo a qualcosa che sembra la scena di un film di Elio Petri: Francia, 1998. Al laboratorio di Chatenay-Malabry, un addetto della Fifa assistette alla distruzione di tutte, proprio tutte, le provette del mondiale di calcio. Vivaddio abbiamo scoperto ciò che – pasolinianamente – sapevamo già: quell’anno il ministero francese rispose in maniera opposta alle richieste di Uci e Fifa di non conservare le pistole fumanti… E allora, alla pubblicazione dei test retroattivi del Tour 1998, ecco – sui media generalisti – una bella sfilata di luoghi comuni sulla scoperta dell’acqua calda; eppure, sfogliando le 782 pagine del dossier, si apprende che il ciclismo è stata l’unica Federazione di alto livello a collaborare attivamente. Calcio e rugby, col tennis poco dietro, non pervenuti.

Almeno, nell’ennesimo danno di immagine verso il ciclismo, qualche solone forse la smetterà di nominare a sproposito il caso Festina. Noi, nel nostro piccolo, ricordiamo invece il povero Eric Rijkaert, il medico di quella squadra. Morto un anno e mezzo dopo l’affaire, cento giorni in gattabuia, per un tumore ai polmoni. Proprio lui, diffamato a mezzo stampa da chiunque, fu uno dei pochi medici di Epolandia che impose un limite di ematocrito (53-54 per cento) ai corridori, in piena liberalizzazione coatta dell’eritropoietina. E che per quello fu soprannominato, da Virenque e compagni, dottor Fiat Punto paragonato alla magnificenza del preparatore più celebre dell’epoca, il Ferrari.

Ecco, con un salto spazio temporale degno di Dick, noi ci occupiamo del Dottor Bmw. Hans-Wilhelm Muller-Wohlfahrt è il santone della medicina sportiva tedesca, una figura affascinante e contraddittoria, da romanzo. Lo è già il suo aspetto, decisamente giovanile per un settantenne, ancor di più la storia personale. Il Dottor Bmw è medico del Bayern dal 1977, nonchè della DFB, ovvero della nazionale, dal 1996: è, in Baviera, una celebrità e una leggenda. Hans il Guaritore ha acquisito uno status e un potere che lo pongono oltre il suo ruolo; abile imprenditore di se stesso, lo è anche di tutto il fussball. E’ lui che ritenne Mario Gotze non idoneo per l’ultima finale di Champions League: essendo stato Gotze, lo scorso 25 Maggio, ancora un giocatore del Borussia Dortmund capirete immediatamente il conflitto d’interessi che circonda il personaggio. Quell’incontro difatti vide venti dei ventidue partenti ospiti della clinica del nostro: sono dinamiche prossime a quelle de “il mitico”, allorchè piazzò un pokerissimo di adepti ai primi cinque posti della classifica finale del Giro 1996. Nulla di clamoroso per Muller-Wohlfahrt, visto che nel 2009, ai Mondiali di Berlino, erano suoi pazienti cinque degli otto finalisti dei 100 maschili.

Il guru della muscolatura, del trattamento specifico alle lesioni più gravi, è ormai un taumaturgo di fama internazionale. Il suo mentore fu Armin Klumper, luminare della Germania Ovest, divenuto suo malgrado celebre – nei sulfurei Ottanta dell’atletica leggera – anche per la vicenda dell’eptathleta Brigit Dressel. Morta a ventisei anni, al termine di una dieta di sedici mesi con 400 iniezioni di cento farmaci diversi… Ecco, non siamo ipocriti, comprendiamo le esigenze dello sport professionistico, il recupero, le prestazioni richieste, ma vorremmo capire quali sono le regole e i limiti imposti in alcuni settori privilegiati (…) politicamente. Il metodo del Dottor Bmw ha a che fare con l’omeopatia e l’agopuntura. Le infiltrazioni nella parte curata sono soprattutto di Actovegin: siamo oltre il milione di applicazioni, nelle parole dello stesso Hans-Wilhelm. Da buon procteriano della sanità privata, per l’entusiasmo delle farmacie austriache, il dottore è identificato con l’uso smodato, capillare, del prodotto. Un ultrafiltrato ottenuto dal sangue di vitello (australiano) che dovrebbe essere usato per il trattamento dei disturbi neurologici al seguito di ictus. La sostanza, che in Germania – nello sport – è vietata per endovenosa ma consentita intramuscolarmente (sic), è la stessa che fece scattare un’inchiesta – nel 2000 – sui Postini di Armstrong. In quel caso veniva sperimentata per migliorare il trasporto di ossigeno, del resto Fuentes – nel processo farsa di Madrid – ne ha più volte elogiato l’effetto quando iniettata nel flusso sanguigno. Per il boss dell’Usada, Travis Tygart, l’utilizzo ripetuto di Actovegin da parte di Muller-Wohlfahrt è degno di “un esperimento del dottor Frankenstein”. Se il prodotto non è proibito esplicitamente dalla Wada, ma sorvegliato (…), ne è stata addirittura bandita l’importazione e la vendita negli Stati Uniti e in Canada. Era una delle specialità incluse nel corredo dei miracoli, con l’immancabile ormone della crescita, da Anthony Galea. Nel 2008 Jean Pierre Paclet, ex medico dei Bleus pallonari, vietò la frequentazione del Dottor Bmw ai suoi poichè l’Actovegin è considerato dopante dall’Agenzia transalpina…

Però una miriade di calciatori si presenta, o viene portata dal proprio club di appartenenza, a Monaco: il più entusiasta del cocktail di Muller-Wohlfahrt è Sebastian Schweinsteiger. Abbiamo perso il conto di chi si è sottoposto alle siringhe di Actovegin e altro, pure l’Hyalart, un estratto dalle creste di gallo per lubrificare meglio le ginocchia infortunate: Ronaldo, Gerrard, Owen, Klinsmann, etc. Al netto di una Paula Radcliffe che si fece somministrare l’acido ialuronico – innocuo fino a prova contraria – per tornare a competere, non esiste una pubblicazione scientifica che spieghi o giustifichi l’abuso di un ricavato di sangue bovino nell’organismo di un atleta. Le voci, che raccontano di 20.000 dollari a cura, ci fanno realizzare la portata gigantesca del business implementato. Che si moltiplica ulteriormente se si coinvolgono le connessioni americane. Dal nuovo mondo arrivano Usain Bolt, Tyson Gay, Maurice Greene, Bode Miller. Il legame diretto è con il Colorado e la Steadman Philippon Research Institute di Richard Steadman, una delle oasi nella ricerca delle cellule staminali e del PRP nel benessere (…) sportivo. Un’altra, ancor più celebrata, è a Dusseldorf dal dottor (Porsche) Peter Wehling. La prossima moda (?), cominciata in Premier League, sarà la conservazione delle cellule staminali, prese dal sangue del cordone ombelicale, dei figli dei calciatori: un rimedio prodigioso per ovviare ai problemi alle cartilagini e ai legamenti del babbo futbalista.

Come si intuisce, Muller-Wohlfahrt è inattaccabile; nemmeno un paio di disavventure finanziarie ne hanno scalfito l’immagine e la popolarità: arrivano i Dietmar Hopp, i Franz Beckenbauer, col capitale fresco, a ripianare i passivi e a rilevare la baracca. Ci è piaciuto però introdurre il culto del Dottor Bmw nei praticanti del barsport, sempre più numerosi anche tra i giornalisti, tanto per mettere a rischio qualche certezza incrollabile.

Chiudiamo la faccenda ritornando a quei dì, fatali, del 1998, citando una delle testimonianze più felici dell’inchiesta senatoriale: le parole di M.Gérard Nicolet, vecchio medico della Grande Boucle… “Continuavano a spiegarmi che le cose erano differenti, essendo il calcio uno sport tecnico. L’ho vista, la squadra francese, alla frutta, contro la Danimarca a Lione! Ero allo Stade de France, il giorno della finale. Quando Emmanuel Petit è partito come una scheggia andando a realizzare il terzo gol, mi sono voltato verso l’allenatore, lontano: Ho capito! Ha corso tutto diritto, ma tecnicamente!”. 

(per gentile concessione dell’autore, pubblicato il 9 Agosto 2013 da Il Giornale del Popolo)

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