Hitler è vivo?

Fra tutti questi anniversari per gli 80 anni della fine della Seconda Guerra Mondiale il più controverso è proprio quello riguardante la morte di Hitler, di cui di recente si è parlato dopo la desecretazione di molti file della CIA voluta da Trump. In realtà questi nuovi file della CIA hanno rivelato poco, se non che un ex membro delle SS di nome Phillip Citroen avrebbe saputo da un informatore che Hitler non si era suicidato nel bunker di Berlino ma sarebbe riuscito a scappare in Colombia, rimanendovi fino alla vera morte in data imprecisata. Testimonianza che la CIA aveva conservato, giudicandola poco credibile. Così come era poco credibile il titolo ‘Hitler è vivo’ della nostra amata Notte, giornale del pomeriggio che papà alternava al Corriere di Informazione. Noi lo riproponiamo con il punto interrogativo.

Poteva essere il 1977, quindi in quel caso l’Hitler vivo avrebbe avuto 88 (…) anni, e se non ricordiamo male tutto era meglio sceneggiato della testimonianza della CIA: addirittura questo giornalista (non della Notte) si sarebbe trovato di fronte al presunto Hitler, questa volta in Argentina, a Bariloche o in un posto del genere, da tedeschi. Ma se questo tipo di rivelazioni fuori tempo massimo non ha mai avuto seguito, rimane interessante il momento in cui il Fuhrer sia davvero morto, senza nemmeno bisogno di troppa fantasia per le ipotesi vista la quantità di gerarchi nazisti che riuscì a raggiungere il Sudamerica con complicità (anche della Chiesa e molti servizi segreti) di vario tipo. Va detto che fra quelli per così dire certificati in vita dopo il 1945, quasi nessuno era stato al vertice, se si esclude Eichmann. Fra i ‘forse’ il più credibile dei nomi pesanti è Martin Bormann, ma anche qui ci sono mille teorie.

Tornando a Hitler e alle testimonianze serie, viene in mente quella dell’ambasciatore statunitense a Mosca, Averell Harriman, al quale in un colloquio privato Stalin in persona disse di essere convinto che Hitler fosse vivo, da qualche parte in Sudamerica. E del resto era la stessa cosa che aveva detto a Potsdam a Churchill e Truman, lì Stalin si disse sicuro che fosse in Spagna nascosto da Franco. Benzina per i complottisti anche il fatto che la prova regina della morte di Hitler nel bunker della Cancelleria, cioè la sua dentatura corrispondente alle radiografie del dentista, sia poi risultata manomessa visto che il cadavere carbonizzato aveva altre caratteristiche fisiche non coerenti con quelle di Hitler: un’inchiesta di Le Monde del 1993 rivelò poi che addirittura nell’autopsia era stato taroccato il numero dei denti per far tornare tutto. Va detto che un Hitler vivo, o presunto vivo, era funzionale a Stalin per tenere sotto scacco gli occidentali e che quindi le tante incongruenze reali si siano saldate a disinformazione pianificata. Però tecnicamente l’ipotesi sta più in piedi rispetto a quelle per Elvis o Jim Morrison.

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