Hernanes non è da Inter

20 Aprile 2015 di Stefano Olivari

Il giorno dopo Inter-Milan al nostro solito bar è un lunedì come tanti altri, anche se è diffuso il dispiacere per non avere vinto un derby giocato con buona personalità. Sono le due del pomeriggio e Max sta sdottorando di fronte ai soliti frequentatori ed agli impiegati della TuboPlast che hanno appena gustato il menu a 7 euro e 90 proposto da Paolo-Wang e dal suo neo assistente Zhou: un primo (a scelta fra pennette mari e monti e risotto giallo), un secondo (a scelta fra insalatona di mare, con il surimi a dominare, e petto di tacchino ai ferri), un contorno (quattro cornette bollite, più pezzi informi di carota) e acqua di rubinetto. L’inviato (a casa sua) di punta di SuperMegaInter.com non riceve lo stipendio (150 euro al mese, sottoforma di rimborsi spese) da settembre, fra l’altro l’editore è anche cambiato. Nel senso che il vecchio proprietario unico, Pier Luca, ha venduto il 50% della s.r.l. che possiede il sito ed come oggetto sociale l’investimento in start-up ad alto potenziale innovativo, alla famiglia di Vincenzo, una delle più ricche di Isernia. Così Vincenzo da sottoposto di Max è diventato in pratica suo datore di lavoro e gli ha subito imposto di fare lui il pezzo su Gnouckouri, che secondo il suo agente avrebbe stregato Mourinho: possibile quindi che Van Ginkel rimanga il perno del progetto Inzaghi.

Comunque in questo momento Max sta osservando con attenzione la caviglia destra di Mariella, la segretaria di Tosoni, ornata di una catenina che in altri tempi l’avrebbe fatto correre al cesso. Frequentatrice fanatica del Virgin Active di Lampugnano, Demi Moore come modello assoluto, Mariella ha sempre nella borsetta una copia di Cosmopolitan. Vorrebbe dirle qualcosa, ma non c’è mai niente di interessante da dire. Dal fronte cinese nessuna novità: il gruppo Fosun ha appena comprato per 345 milioni di euro l’ex sede di Unicredit in piazza Cordusio, i giornali finanziari davano anche loro come partecipanti all’asta per la TuboPlast ma non era vero. In ogni caso gli impiegati non si preoccupano, pensano che il loro posto sia eterno e si abbeverano alla fonte di Max. Che non li delude, puntando sull’attualità stretta e spaziando in tutta Italia: la moglie di un noto allenatore che ha sempre più successo con il suo giro di escort per chi ama Asia e Congo; un dirigente emergentissimo che si è messo ad esportare valuta proprio nel momento della voluntary disclosure; un ex grandissimo campione che sarebbe tornato volentieri nel grande club ma non ha il permesso del suo psichiatra; il gestore di un locale di ultra-tendenza che si è messo in testa di far soldi con foto di pippatori che si pensava passate in prescrizione; un ex nazionale che è stato derubato dal padre e adesso vive di espedienti.

Di Inter Max non sa molto, regala soltanto qualche commento sulle ultime notizie societarie: dal nuovo prestito che ha intenzione di fare Thohir (“Ma non potrebbe ricapitalizzare? A meno che ci sia qualcun altro che in questo momento non può ricapitalizzare…”) al futuro di Fassone (“Rimane finché dura la transizione o finché non viene scelto un direttore per la comunicazione. Dopo è fuori, può tornare alla Juve a fare le fotocopie”), passando per il ritorno di Moratti al timone (“Non è ancora il momento, non ha ancora i soldi”) e un amarcord Filucchi (“Bella roba a Cagliari, lui comunque l’ho visto abbronzatissimo e rilassato. Ma non era un esperto di dinamiche del tifo?”). Gli impiegati annotano, nel pomeriggio faranno saltare i server di Facebook dopo avere postato già al mattino le foto del tris di primi mangiato ieri in quel bellissimo agriturismo e una scena di Marrakech Express presa da You Tube.

Matteo ha ormai rinunciato a Samantha e, come nelle peggiori fiction, ha puntato sulla sua migliore amica. L’invito di sabato sera è stato direttamente per il Calafuria, Matteo è convinto che per farsela dare da Ylenia non serva di più e il curriculum della 17enne finta bionda sembrerebbe dargli ragione. Per tutta la serata le ha parlato dei progetti del PD milanese e si è detto contento che l’anno prossimo alle elezioni comunali si possa puntare su un candidato renziano, adesso che Pisapia si è chiamato fuori. Le ha anche proposto di iscriversi al PD cittadino, ricordandole che il PD è l’unico partito che a Milano è rivenditore ufficiale dei biglietto per l’Expo e che ne regalerà uno ad ogni nuovo iscritto Under 30. Non sta dicendo una palla, Matteo, il PD ha proprio lanciato questa campagna. Ylenia non si è mai interessata alla politica, il fratellastro bodybuilder vota per il movimento Cinque Stelle perché dice che gli altri sono tutti ladri (lui comunque ha alle spalle una condanna per furto aggravato), anche se in passato è stato leghista, ma non è che ne abbiano mai davvero discusso. Ha detto a Matteo che ci penserà e che comunque la Bonafé è secondo lei una gran donna, un modello per tutte le ragazze come lei.

Inevitabile l’interazione con le milf orobiche di nuovo calate a Milano, tutte compatte sostenitrici e ammiratrici di Giorgio Gori anche se il vero punto di riferimento, per motivi non totalmente confessabili, è la Pezzopane. Cate ha preso un giro Deborah, che dopo uno dei loro incontri a Grumello ha fatto pedinare da un’agenzia, per un intero pomeriggio, il suo distinto sessantenne in BMW per scoprire nell’ordine che: 1) Dopo il loro incontro è tornato a Milano e ha lasciato la BMW presso un carrozziere di via Puricelli, per ritirare la sua Fiat Uno 45S color carta da zucchero: 2) Non abita in Corso Magenta, con vista su Santa Maria delle Grazie, ma in viale Ortles con vista sul dormitorio pubblico; 3) Va a fare la spesa al Gigante di Assago insieme ad una che ha l’aspetto di una moglie inacidita. Ha comunque intenzione di vederlo ancora, almeno per chiedergli spiegazioni. Maria Antonietta ha rivisto il maghrebino con la maglia di Ogbonna, sempre in piazza Siena davanti ai cartelli ‘Affittasi’ come la settimana prima, lui le ha raccontato di essere algerino e di essere un perseguitato politico anche se non ha precisato perché. Il suo progetto politico è quello di una Algeria laica e liberale, in Italia gli piace il PD e trova interessanti le posizioni di Chaouki e della Picierno. Rispetta Berlusconi per quello che ha fatto con il Milan, anche se non è milanista. In attesa di trovare qualcosa per cui battersi, lavora nel mondo della cooperazione o così dice. Perché giri sempre con la maglia di Ogbonna rimane un mistero. Alla fine della serata Ylenia non l’ha comunque data a Matteo, nonostante i 22 euro totali investiti dal ragazzo.

Hector non sta ascoltando Max, vorrebbe tornare in Ecuador ma non ha i soldi nemmeno per arrivare alla Malpensa. Ha perso tutto per colpa della di solito facile Eredivisie, odia con tutte le sue forze Feyenoord e Ajax ma non quanto sua madre adesso odia lui dopo avere controllato la borsetta. Carlos, che sabato credeva nel miracolo della Giorgi contro Serena Williams, è riuscito a convincere la madre che quella di XFactor è la strada giusta per la sorella Ariana: carina è carina, deve solo imparare a cantare. Un muratore rumeno incontrato in sala scommesse gli aveva detto, alzando a fatica la testa dal suo Tuttosport, che tutto era apparecchiato per l’Under 2,5 della Steaua, favoritissima contro l’Otelul Galati. Carlos ha chiesto in prestito 300 euro a suo zio, dicendo che erano per le lezioni di canto di Ariana, e le ha messe sulla doppia Steaua-Over 2,5. Ma l’Otelul ha vinto a 2 a 1, un’altra bella pagina di calcio rumeno.

Il Roberto è sempre ufficialmente a casa in malattia, ma la Regione Lombardia non sente la sua mancanza: dopo la solita corsetta al Parco delle Cave, ancora pieno dei resti dei picnic domenicali dei peruviani, insieme al Gianni è appena andato a farsi spompinare da due trans in via Novara, a pochi metri dal ristorante Goiaba. Non teme una visita fiscale, che del resto in 25 anni di assenze mai si è materializzata. Il Gianni ha appena assunto Luca il bestemmiatore nella sua autofficina, al netto di tutto sono 1.320 euro al mese che fanno di Luca il più pagato Under 40 del bar oltre che l’unico con un vero lavoro. La zia del Lele, quella a cui aveva regalato la colomba del Simply a Pasqua, è finalmente morta (ictus) e adesso il Lele sta pregustando l’apertura del testamento. Nabil e Hossam sentono la cosa e per una volta interagiscono con lui, rivelandosi insospettabili esperti di diritto di successione italiano.

I fratelli juventini di Franco gli hanno chiesto se possono rimanere a Milano, per guardarsi intorno. Forse sono in aspettativa come forestali, forse si sono dimessi, ma Franco non osa chiederglielo. Non è proibito rimanere a Milano, ma in un bilocale di piazza Melozzo da Forlì, un primo piano sopra un kebabbaro, in quattro (Franco ha una moglie e anche un figlio, che però al momento asserisce di fare teatro sperimentale a Roma) non si sta benissimo. Fra l’altro Giuseppe e Vincenzo sono sempre in casa, l’unica loro botta di vita è l’acquisto saltuario di Tuttosport, per il resto saltano da Gazzetta Tv a Top Calcio 24 e parlano di conoscenze comuni con la moglie di Franco, anche lei di Isola di Capo Rizzuto.

Il sardo di Andria manca da qualche giorno, Samantha dice di averlo visto a un evento legato al Salone del Mobile, ingiacchettato e rigido come un manichino della Rinascente: nemmeno puzzava, ha sostenuto Samantha che si era imbucata grazie ad una sua amica hostess, Erika. Lì in quel cortile vecchio ma fighetto di via Savona, poco lontano dal cinema Mexico dove suo padre la torturava con The Rocky Horror Picture Show, era stata abbordata da un web-designer di Lecce, vestito di nero e con occhiali tipo Truman Capote, che le aveva detto che Milano è una città soffocante e che il finger food agli aperitivi è ormai provinciale. Tutto questo prima di metterle una mano sul culo, mormorando qualcosa del genere ‘Andiamocene da questo posto di froci’. Respinto. Intanto il sardo di Andria era sparito dal suo radar, dopo avere discusso animatamente con un giovane cameriere. Anche il figlio dell’Ernesto ha girato per eventi e adesso ha raggiunto il padre lì in via Novara: ha bisogno di soldi ed è disposto anche a sopportare mezz’ora di discorsi su Allegri che sta a Conte come Capello stava a Sacchi.

Tutti pronti per il punto del Walter, abbastanza arrabbiato e non soltanto per uno zero a zero che gli sta stretto: uno dei due peruviani a cui ha affittato in nero è in ritardo con i pagamenti e lui non sa come sbatterlo fuori se non ricorrendo a una sua conoscenza manesca, che però andrebbe a sua volta pagata. Fra il Walter e Mancini è comunque tornato il sereno: “Secondo tempo di personalità, poi i giocatori sempre quelli sono, meritavamo anche contro un arbitro che doveva portare a casa lo zero a zero e alla fine ce l’ha fatta: come minimo un rigore ci stava, ma è giusto per dire perché arrivare ottavi o noni è la stessa cosa. Juan Jesus si è astenuto dal fare cazzate, D’Ambrosio con iniziative ma niente di che, i centrali difensivi non hanno sofferto anche perché contro non c’era nessuno. Bene Medel, osceno Kovacic e ordinato Gnouckouri, si vede che voleva soprattutto evitare sbagli. Palacio ha corso per tre, come al solito, sempre pericoloso ma inevitabilmente poco lucido, Icardi sta un po’ cambiando il suo gioco, arretrando e portando fuori il suo marcatore, ma forse voleva prendere meno calci e basta. Hernanes ha iniziato con un buon tiro, poi è stato irritante fra calci d’angolo tirati da cane e tante situazioni sprecate nonostante non fosse quasi mai marcato: un pacco, e pensare che è uno dei pochi della gestione Thohir con il cartellino pagato”.

Budrieri, appoggiato con i gomiti sopra il bancone della Sammontana, lo ascolta mentre sta in realtà pensando ai problemi di casa. Una moglie che venerdì gli ha confessato di non desiderarlo più: l’Anselmo saranno quasi trent’anni che nemmeno la sfiora, ma la confessione non gli ha fatto comunque piacere. Si è sentito leso nella sua dignità di maschio e a poco è servito rigugiarsi nel cesso ad annusare la ciabatta persa dalla zingara, toccandosi e ritoccandosi senza effetti significativi. Una figlia quarantenne che non cerca più lavoro, non sapendo del resto fare niente: sabato gli ha detto che al giorno d’oggi è difficile per tutti i giovani e che lei non si vuole buttare via accettando le proposte del primo che passa. Ma questo primo dovrebbe passare entrando proprio in casa, strappandole di mano sigarette e DiPiù Tv. Il problema di Budrieri è soprattutto D.J. John, che per tutta la settimana ha parlato di questo suo piano per incontrare Linus e proporgli una trasmissione che farà tornare Radio Deejay una radio di tendenza: in pratica un talent radiofonico riservato a freestyler ultraquarantenni, intitolato ‘Vecchio rap’. Budrieri non riusciva a concentrarsi nella lettura del giornalino delle offerte del PAM (un litro d’olio extravergine a 2,99) e ogni tanto annuiva. Non ha trovato mai il momento di chiedergli, per favore, di non far arrivare il suo sperma sulle ciabatte di pelle marrone quando si chiude per ore nell’unico bagno della casa. Per fortuna gli pare di avere capito che in settimana D.J. John sarà impegnato in due feste private, una a Pantigliate e l’altra a Inzago. Forse per due sere se lo leva dai coglioni. Il calcio non lo appassiona più, ma il valore di un calciatore, lui che ha visto giocare anche Nyers e Lorenzi lo sa riconoscere: “Tutti a innamorarsi dei tocchetti e delle mossette, come se il calcio fosse una gara di ballo. Ma io ve l’ho detto subito che Hernanes non è da Inter”. (9 – continua dopo Inter-Roma).

Share this article
TAGS