Calcio
Ha ragione Calderoli
Stefano Olivari 08/06/2010
Cadiamo nella trappola di Calderoli o non ci cadiamo? Ci cadiamo, ovviamente, perché viviamo di parole. Poco da dire sul demagogico invito ai calciatori a tagliarsi i premi in questi tempi di crisi, un classico del pauperismo italico che vede nei soldi una colpa.
Un’idiozia pura e semplice, sulla pelle di chi è arrivato in alto quasi sempre per meriti propri (in Italia è possibile quasi solo nello sport), ma utile come poche altre a guadagnarsi due giorni di esposizione mediatica. Più interessanti sono state le reazioni, non tanto degli opinionisti o degli stessi calciatori (dispiace essere d’accordo con Cannavaro), ma della funariana gggente. Il popolino con la gondola sul televisore a ‘Novantanove canà’? No, il mitico target alto del quarantenne pieno di soldi e di interessi, che legge venti quotidiani e guarda quattro film al giorno senza disdegnare un viaggio alla settimana e la partecipazione a mostre-eventi. Insomma, quello che nell’immaginario del pubblicitario cialtrone è l’abbonato Sky. Cosa ha risposto al sondaggio pro o contro Calderoli questo target alto? Al 56% gli dà ragione. Essendo anche il 10 una percentuale enorme, cadono le braccia e non solo. Un qualsiasi evento para-culturale organizzato dal cugino dell’assessore (foto dell’Uganda anni Settanta, installazioni, elefanti bianchi, ritmi) di una non ancora abolita provincia può costare quanto l’ingaggio di Cossu. L’accordo con la Novartis scelleratamente firmato da Fazio per i vaccini anti-aviaria quasi totalmente inutilizzati (con i virologi a gettone pronti a gridare alla pandemia su ogni canale), al di là di aspetti legali oltre la decenza (tipo lo Stato italiano che si accollava la responsabilità per eventuali risarcimenti ai pazienti), valeva circa 185 milioni di euro. Tutta la nazionale italiana messa insieme non guadagna in un anno questi soldi. Insomma, ha ragione Calderoli. Non sul premio di Bonucci, ma sul fatto che siamo cretini.
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