1. Gui prodest? Il Giudice di ultima istanza ha assolto Danilo Di Luca dall’accusa di “uso o tentato uso di sostanze vietate o metodi proibiti”, in quanto il grado delle prove portate a suo carico non risulta “più che probabile anche non al di là di ogni ragionevole dubbio”, arzigogola il Codice internazionale Wada-Ama. A meno di mettersi a commentare la sentenza (senza neanche aspettare di leggerne le motivazioni) e a meno di mettersi a discutere della perizia tecnica (in quanto tempo varia il peso specifico urinario? Qual è l’acqua in commercio con il più alto contenuto di sodio?) d’altro non si può parlare che di chi non si è limitato a tacere: l’interessato, ma soprattutto la sua squadra all’epoca dei fatti, quel team Liquigas per il quale “è inammissibile che Uci, federazioni nazionali e organizzatori continuino a lasciare ai gruppi sportivi il ruolo di arbitri di se stessi”. E allora giustizia sarà fatta, a tutela dei troppi presunti colpevoli, solo quando per quest’ultimo problema verrà trovata una soluzione. È tutto limpido e chiaro. Un po’ come la pipì degli angeli.
2. Fa bene Damiano Cunego a stare fuori dal Giro e a rientrare al Tour, giocate le prime carte ad Amstel, Freccia e Liegi? Fa benissimo, altroché. La maglia rosa 2004 si è presa il vantaggio di potersi giocare la stagione su più tavoli: partite principali Grande Boucle e Olimpiadi, seconda scelta Mondiale e Lombardia. Bella mossa. Sul podio del massimo evento mondiale si sono infatti liberati due gradini, nell’anno sabbatico di Contador e Basso. Parigi val bene una messa in chiaro (pressoché definitiva) delle buone attitudini del corridore, in gare a tappe e/o in corse in linea. Arrivederci Milano, nel caso. Altrimenti niente convenevoli con gli avversari diretti incrociati sul Cauberg e sul muro di Huy, si direbbe anche nel “Trittico delle Ardenne” semmai Valkenburg si trovasse in Belgio e cento chilometri più a sud, tra le colline della provincia di Liegi. Per il Limburgo olandese puntare ancora verso nord sul senso dell’orientamento e della posizione di Schumacher, Rebellin, Frank Schleck, Kirchen, Valverde, Rodriguez, Astarloa. Astarloa?
3. Paperissima sprint. Allo Scheldeprijs di Schoten Tom Boonen non aveva ancora abbassato le braccia alzate tre giorni prima al Vélodrome di Roubaix, mai così esultante dopo una vittoria mai così cercata, sentita, meritata. Mark Cavendish l’ha riportato sulla terra stendendolo con un colpo di reni da vero pistard, prima di finire anch’egli al tappeto sul palco delle premiazioni. Scherzi a parte domenica s’è fatto sul serio, i tre davanti hanno menato come fabbri: sulle pietre quasi duecentosessanta chilometri in neanche sei ore, 43,4 di media. Alessandro Ballan ha fatto miracoli, ha classe da vendere e ormai esperienza da spendere. Raccoglierà nel futuro, di grazia. Finire a un’incollatura da Fabian Cancellara non è da tutti e non è da miracolati. C’è gloria anche per lui, Dio salvi la Regina delle classiche. Striscia la notizia, infine. Probabile che Philippe Gilbert vesta la maglia della Rabobank, dal 2009 al 2010. Possibile Clément Lhotellerie alla Française des Jeux.

Francesco Vergani
francescovergani@hotmail.it

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