Guardiola al Milan per i click

18 Febbraio 2020 di Indiscreto

La squalifica europea del Manchester City per due stagioni permette di infilare Guardiola in qualsiasi scenario di mercato si voglia inventare, del resto ci si riusciva anche l’anno scorso con il club di Al Mansour senza questi problemi. Fra le invenzioni meno strampalate c’è che Guardiola sarebbe il biglietto da visita del nuovo proprietario del Milan (Arnault 20 giorni fa ha smentito, ma rimane in pista e poi non c’è solo lui a far sognare Elliott: gli ammerregani più che alleggerire la squadra non possono fare). Inventare si può, basta che ci sia una logica (in un Milan azzerato e con un proprietario vero Guardiola potrebbe comunque passare per fenomeno, mentre ai mestieranti viene chiesto solo di vincere) e non avere scritto il giorno prima che l’obbiettivo è Allegri.

Sponsorizzazioni gonfiate e plusvalenze tarocche: come mai la UEFA di Ceferin si è svegliata così tardi, dopo anni in cui City, PSG e altri la stanno prendendo in giro alla luce del sole? Nel secondo campionato l’Italia può impartire lezioni, ma è difficile (come del resto per le sponsorizzazioni) dimostrare il reato tranne che in casi particolarmente sporchi. Per il momento siamo agli avvertimenti. Lasciamo agli addetti ai lavori, agli esperti, l’onere di spiegarci come mai club che ci dicono essere ben gestiti, modello per i sudditi spendaccioni, siano costretti ad aumenti di capitale da 300 milioni di euro.

All’Inter esiste un caso Eriksen? Sì secondo noi e no usando il metro giornalistico De Ligt, perché il danese con carica agonistica alla Bergkamp non è mai stato il primo, e nemmeno il secondo, nella lista delle richieste di Conte. È stato preso e strapagato, stiamo parlando di un giocatore in scadenza di contratto, per volere di Marotta e per dimostrare a Conte che si fa sul serio, che si va al ristorante e non in trattoria.

Abbiamo letto su Tuttosport che alla Sampdoria, la cui assemblea si terrà a Roma visto che a Genova il suo presidente non può circolare, Ferrero avrebbe intenzione di far fuori il vice Romei. Che era stato l’uomo decisivo nel passaggio (?) del club dai Garrone al produttore romano. Uno dei tanti club di Serie A in vendita e non certo perché ci sia la coda di compratori. Uno strano fenomeno, lo diciamo senza ironia perché tuttora riteniamo un buon affare i prezzi dei club medi.

Uno dei pochi nostri pensieri di senso compiuto è che nel calcio tutto quasi tutto sia casuale, a parità di livello. La celebrazione di Simone Inzaghi, che solo 8 mesi fa veniva trattato come uno dei tanti quando invece era la prima alternativa a Sarri per la Juventus, nasce dalla pazzia di Bielsa che si dimise due giorni dopo la firma del contratto (record mondiale), a inizio luglio 2016, per contrasti di mercato con Lotito e Tare. Con ritorno alla base di Inzaghi, dopo le poche partite in seguito all’esonero di Pioli, un Inzaghi che Lotito aveva già collocato sulla panchina della Salernitana. Che da allora ha avuto come tecnici Sannino, Bollini, Colantuono, Gregucci, Menichini e Ventura.

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