Greg Page

4 Maggio 2009 di Stefano Olivari

di Stefano Olivari

Mettete un’alba anni Ottanta (11 giugno 1982) ad aspettare la diretta del match fra Larry Holmes e Gerry Cooney su Canale5: l’ex sparring partner di Muhammad Alì contro l’ennesima grande speranza bianca (questa volta l’abusata definizione era di Don King). Avevamo puntato la sveglia troppo in anticipo e così vedemmo anche l’incontro precedente, sempre con telecronaca di Rino Tommasi (in diretta solo in Lombardia, le leggi del tempo proibivano a canali non statali di trasmettere in diretta in più di una regione): in pratica il numero 3 ed il numero 4 dei pesi massimi si sfidavano per il loro futuro. il 4 Trevor Berbick prevalse a sorpresa sul 3 Greg Page al termine di dieci riprese tiratissime e di grande livello tecnico. Page è morto pochi giorni fa dopo otto anni drammatici, seguiti al coma dovuto al suo ultimo incontro contro Dale Crowe. Il pugile di Louisville era poi uscito dal coma, ma per sedersi su una sedia rotelle con tutta la parte sinistra del corpo paralizzata. Un morto di boxe, insomma, questa volta davvero e non per correlazioni statistiche. Nonostante lo stop con Berbick ed una serie di circostanze che poi gli impedirono di arrivare alla corona WBA da sfidante ufficiale quale era, Page riprese la sua ascesa e l’occasione arrivò nel 1984. Holmes aveva lasciato vacante il titolo WBC e i due sfidanti, Page e Tim Witherspoon, si batterono per prenderne il posto. Contro Berbick Page aveva perso da favorito, contro Witherspoon perse (in 12 round) da favoritissimo. Non solo, ma di lì a poco gli scivolò via anche il titolo americano (USBA) contro quel David Bey che al suo incontro d’esordio aveva battuto James ‘Buster’ Douglas (futuro giustiziere del miglior Tyson a Tokyo). Gli anni Ottanta regalarono però un’altra opportunità anche a lui: il sudafricano Gerrie Coetzee mise in palio volontariamente il titolo WBA e si scelse per l’esibizione nella sua Sun City questo pugile che sembrava in declino. Il primo dicembre 1984, all’ottava ripresa, Page diventò campione con uno dei colpi più devastanti del decennio. La gloria durò poco, perchè quattro mesi dopo perse la corona contro Tony Tubbs, ed i soldi ancora meno visto che da pugile ambizioso si trasformò in onesto sparring: tante belle (Douglas, Joe Bugner, ‘Razor Ruddock, ‘Bonecrusher’ Smith) e meno belle sconfitte, fino alla fine.
stefano@indiscreto.it
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