Grazie Sven

25 Giugno 2010 di Stefano Olivari

di Stefano Olivari
Questo mondiale è stato una bocciatura del calcio ivoriano, dietro a Drogba e Kolo Touré non c’e niente e non è che ad Abidjan o a Bouaké siano stati lasciati dei fenomeni. Comunque, se fossimo giornalisti della Costa d’Avorio, in conferenza stampa diremmo ‘Grazie Sven, per le emozioni che ci hai regalato in questi tre mesi’. A tre milioni di euro totali di ingaggio. Nell’ultima giornata gli africani potevano solo sommergere di gol la Corea del Nord e sperare nella vittoria brasiliana: due missioni fallite.
La prima non sappiamo per quale motivo, se non per l’orgoglio di una Corea che in tre partite ha mollato solo nel secondo tempo con il Portogallo dopo avere fatto paura al Brasile e al Portogallo stesso per 45 minuti. La seconda perchè davanti a una squadra chiusa ma dai piedi buoni il Brasile senza Kakà e Robinho è stato di rara modestia: un po’ come togliere Romario alla squadra del 1994, tanto per fare il solito paragone. Dunga ha cambiato qualche uomo ma soprattutto il modulo, con Julio Baptista improbabile suggeritore di un Luis Fabiano controllatissimo e di un Nilmar che andava a fiammate. Daniel Alves avrebbe dovuto fare l’Elano, ma non è riuscito a essere nemmeno se stesso: pochi inserimenti, poco dialogo con Maicon sulla destra. Felipe Melo un po’ più a sinistra è sembrato quello della Juve, mentre il timido Michel Bastos non è destinato a oscurare Nilton Santos e Roberto Carlos nella storia dei laterali sinistri. Una difesa affannosa del primo posto, fra cattiverie gratuite e un nervosismo che tocca a quasi tutte le favorite. Il Portogallo ha scelto un primo tempo da linea Maginot, quando a sostegno di CR9 Queiroz ha messo solo il fumoso Danny e il bravo Duda che si è alternato con Fabio Coentrao (due laterali con caratteristiche offensive, ma certo non due attaccanti). Poi quando è entrato Simao si è un po’ sciolto, sfiorando anche la vittoria. Arrivare secondi non è stata una scelta, vista la probabile Spagna negli ottavi, ma la paura di uno sbracamento finale della Corea del Nord nell’altra partita è stata più forte del sogno di un buon tabellone.

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