Il grande scoop di Balotelli milanista

16 Gennaio 2018 di Claudio De Carli

Estratti dei capitoli ‘Balotelli milanista’ (17 novembre 2009) e ‘Solo ascoltato’ (22 novembre 2009) del libro ‘Aspettando Moratti – Vent’anni di Inter e giornalismo‘, di Claudio De Carli (editore Indiscreto). In vendita in formato cartaceo (434 pagine, a 16 euro circa) presso Amazon, Hoepli e tutte le librerie che lo abbiano ordinato al nostro distributore Distribook. Disponibile anche in versione eBook, per Kindle e tutti gli altri eReader a 9,99 euro. Recensioni sono state pubblicate sul Sole 24 Ore, su Tuttosport e sul Giornale.

 

Supermario Balotelli oggi pomeriggio ha voglia di gente, di farsi due chiacchiere senza domande e ha scelto l’Istituto Don Gnocchi di via Gozzadini, corsi di formazione professionale per 65 studenti affetti da disabilità motoria, cognitiva e relazionale, ragazzi dai 14 ai 21 anni, autistici e svegli. La Cristina mi ha chiamato: vuoi passare un pomeriggio con Mario?

Appena sulla soglia dell’istituto Balo fa: cosa provo? Provo imbarazzo. Sto bene ma provo sempre grande imbarazzo quando decido di venire a far visita a questi ragazzi. Per via della loro diversità? Mannò, proprio io che provo imbarazzo per la diversità sarebbe il colmo! Dalle finestre delle classi si vede San Siro, è bastato per farlo saltare sulle punte: ma qui dov’è, che curva è quella, la Nord o la Sud? Si è presentato in jeans e maglietta, loro l’hanno accolto con una torta, lui chiede: per favore, niente domande. Impossibile. Uno gli fa: scusa, ma tu quanti anni hai? Un altro lo affronta: ma quanti gol hai fatto? Quattro? Ma quattro sono un po’ pochi, dai. Balo ride e firma autografi, interisti, milanisti e juventini ammassati e trionfanti con il pennarello puntato.

È proprio una bella festa e tutto sta filando liscio fino alla domanda più ingenua che si possa fare a un calciatore: scusa, ma tu a che squadra tieni? Io tengo al Milan, gli risponde Mario, perché non lo sai? Boato, e la netta sensazione che ci siano più milanisti di quanti uno potesse immaginare. La Cristina mi fa: perché? Non lo sapevi? Sì, sì, ma un conto è saperlo, un altro è sentirselo dire a un metro da Mario Balotelli. Uno scossone che stravolge la scaletta più della visita nell’ufficio di suor Cecilia e dell’ispezione ai bagni. Supermario si guarda attorno e ricomincia a ridere, uno dei ragazzi si alza e gli stringe la faccia fra le mani, è entusiasta: sei milanista, sei milanista! Allora c’è anche un momento di riflessione, perché uno dei ragazzi di quella piccola aula del Don Gnocchi che fino a quel momento non ha ancora aperto bocca, si fa coraggio, arriva fino a un metro da Mario e serio gli dice: adesso lo so perché gli altri ti picchiano. E attende che Mario gli risponda. Mario si guarda attorno e tutti si fanno zitti. Gli altri ti picchiano perché sanno che tu sei milanista, gli rivela quell’amico che c’è rimasto male, ma male male. È come se nel paese fosse saltato fuori il vincitore del Superenalotto: Balotelli è milanista, Balotelli è milanista. Un altro fa: ma se sei milanista, perché giochi con l’Inter? E Mario: per quest’anno gioco nell’Inter. Saranno anche afflitti da un dio minore, ma anche gli interisti più persi presenti al Don Gnocchi non vacillano, nessun segno di cedimento apparente. A quel punto si avvicinano anche bidelle e inservienti, tutti lo vogliono toccare per poter dire che c’erano quel pomeriggio che Mario ha detto di essere milanista.

Supermario è proprio uno di loro, senza cerimonie e inchini. Non ce n’è uno distratto, potenza del calcio, una delle insegnanti viene e molto seria confida: Abbiamo le classi semivuote, le presenze decimate dall’influenza, più del 50 per cento dei ragazzi a casa. Ma oggi si sono presentati tutti per conoscere Mario Balotelli. Suor Cecilia scatta foto come a bordo campo da varie posizioni e una ragazza s’è fatta autografare la maglia dell’Inter: ma non è per me, è per mio fratello, è lui che è interista. È sulla porta, lo ripete a tutti quelli che entrano o escono e la vedono con una maglia nerazzurra fra le mani. Una botta. Comunque la prova più dura è la visita al resto dell’edificio, due piani che un infermiere trasforma in una rivisitazione guidata del grattacielo Pirelli, cambi estenuanti di ascensori, traversate oceaniche di corridoi incerati, soste religiose davanti ai disegni dei ragazzi appiccicati con il nastro adesivo alle pareti, lui davanti sottobraccio a Balotelli e tutto il corteo dietro in fila indiana. Adesso però mi piaci di più con quel taglio di capelli, gli confida l’infermiere che si è incaricato del giro panoramico del Don Gnocchi. E Mario: sì, è un taglio normale, sento bisogno di normalità, e poi basta far soffrire mia mamma. Adesso bisognerebbe chiedere a Mario quanto gli costa questa normalità, se sa perché gli altri lo picchiano e perché a quel ragazzo ha risposto che per quest’anno giocherà ancora nell’Inter, lasciando intendere chissà cosa. Ma oggi Balotelli risponde con gli occhi solo a domande che vengono dal cuore. Ragazzi come me, uguali a me.

È andata proprio così: avevo chiesto a Cristina di segnalarmi qualsiasi cosa facesse suo fratello, e una visita all’Istituto di via Gozzadini mi sembrava una buonissima occasione per vedere Mario fuori dal campo. Lei mi telefona e mi fa: oggi Mario va a trovare alcuni ragazzi con disabilità motoria, è lì alle tre. Ci vado e c’è anche lei, con Mario che si è presentato su una fiammante decapottabile grigia, due posti e un muso talmente lungo che fa ridere. Sgasa nel cortiletto dove gli hanno chiesto di parcheggiare e sembra di essere a Monza. Dai Mario, stai facendo casino, gli fa la Cristina. E Mario ha smesso di sgasare. È andata semplicemente così. Ma si scatenerà l’inferno, lo so. (…)

Mario milanista era una voce che girava, ma averlo dichiarato in pubblico è stata la prova provata e in società pochissimo gradita. Anzi, gradita zero. Notizia pubblicata e ripresa da tutti: Mario, io tifo Milan. Oggi Bologna-Inter 1-3, Balotelli devastante, ieri ad Appiano incrocio Mourinho, lo guardo come se mi aspettassi qualcosa. Gli faccio: ehi José, io ho fatto il mio lavoro. E lui: tu non hai colpa, hai fatto il tuo lavoro. Quell’incontro non mi ha messo l’animo in pace. Annuncia un cazziatone da parte di José a qualcuno dell’ufficio stampa, qualcuno che non si è preoccupato di presentarsi con Balotelli al Don Gnocchi lasciandolo solo in mano a gente che avrebbe potuto estorcergli qualsiasi dichiarazione. Ma non è andata affatto così, tutto è stato molto più semplice e spontaneo. A Balo quel giorno non ho fatto neppure una domanda, l’ho ascoltato.

Estratti dei capitoli ‘Balotelli milanista’ (17 novembre 2009) e ‘Solo ascoltato’ (22 novembre 2009) del libro ‘Aspettando Moratti – Vent’anni di Inter e giornalismo‘, di Claudio De Carli (editore Indiscreto). In vendita in formato cartaceo (434 pagine, a 16 euro circa) presso Amazon, Hoepli e tutte le librerie che lo abbiano ordinato al nostro distributore Distribook. Disponibile anche in versione eBook, per Kindle e tutti gli altri eReader a 9,99 euro. Recensioni sono state pubblicate sul Sole 24 Ore, su Tuttosport e sul Giornale.

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