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Attualità

Governo italiano o Europa?

Stefano Olivari 19/10/2018

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Fra il governo italiano, con i volti di Salvini e Di Maio più che con quello di Conte, e le istituzioni dell’Unione Europea è ormai guerra aperta. Istituzioni che poi sono fatte da persone, più o meno rispondenti ad interessi della loro nazione, del loro partito o della loro lobby. Ultimi in ordine cronologico, Moscovici e Dombrovskis hanno stroncato il Documento Programmatico di bilancio inviato lunedì scorso e nessuno sa cosa potrà succedere, visto che Tria (ma più che altro Cinquestelle e Lega) non sembrano intenzionati a fare marcia indietro rispetto ai punti principali, rispetto ai quali peraltro sono in disaccordo anche fra di loro, fra pseudo-manine e copincolla non riletti.

Ma veniamo alla gente, al popolo, senza pensare ai sondaggi che vedono Salvini quasi raddoppiare i consensi rispetto alle Politiche e Di Maio perdere qualche punto. La nostra sensazione è molti di quelli che hanno votato Lega e Cinquestelle in chiave di protesta contro i politici ‘perbene’ e ‘competenti’ (quelli che hanno portato il debito pubblico a 2.300 miliardi e poi fanno scrivere ai loro giornali che il problema sono le buche di Roma) stiano, se non cambiando idea, per lo meno guardando con perplessità e in certi casi paura alle ultime mosse del governo. Non essendoci un’opposizione né di destra (a 82 anni e con Mediaset verso la vendita cosa può fregare della politica a Berlusconi?) né di sinistra (il PD ha la faccia del partito dell’establishment, pieno di leaderini tuttora convinti che alla gente reale importi dei migranti o della morte di uno spacciatore), è chiaro che molti di questi voti di incazzatura, di pancia, di reazione, di opinione ‘contro’, o come li vogliamo chiamare sono tuttora alla ricerca di uno sbocco che appaia meno avventuroso e avventurista di quello attuale.

Nell’attesa, l’Europa che fa la faccia cattiva sembra paradossalmente meno cattiva rispetto a qualche mese fa visto che si tratta forse dell’unico treno da prendere prima di diventare come l’Argentina, ma senza Messi e Facundo Campazzo (che partita mercoledì). Questo non cancella la pochezza dei tromboni alla Juncker, il cui problema non è l’alcol ma l’essere espressione di uno stato canaglia come il Lussemburgo, sede anche delle holding a capo di tante aziende italiane, un paese che attraverso il dumping fiscale ha rubato agli italiani più soldi di quanto avrebbero fatto venti milioni di Rom. Siamo proprio curiosi di conoscere l’esito di questo ‘Di qua o di là’ apparentemente senza pretese: governo italiano attuale o Europa?

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