Goldrake e non solo: i grandi testi di Luigi Albertelli

20 Febbraio 2021 di Paolo Morati

Si trasforma in un razzo missile, con circuiti di mille valvole, tra le stelle sprinta e va”. Alzi la mano chi almeno una volta nella vita non ha mai cantato questi versi. Stiamo parlando della sigla di apertura di Atlas Ufo Robot, ossia Ufo Robot Goldrake, la serie creata da Gō Nagai che nel 1978 fece irruzione sui televisori, per lo più in in bianco e nero, sintonizzati sul secondo canale Rai.

Un testo scritto da Luigi Albertelli, scomparso in questi giorni, autore di tantissimi successi nonché di sigle indimenticabili. Non solo Goldrake (addirittura un intero album), ma anche Anna dai capelli rossi (“Che meraviglia avere un gatto che fa le fusa per me, e le libellule e tante lucciole intorno a me, con me…”), Daitarn III (“Noi siamo un trio all’erta e pieni di brio, seguiam la scia se un meganoide ci spia”), Capitan Harlock (“Il suo teschio è una bandiera che vuol dire libertà, vola all’arrembaggio però un cuore grande ha (Hurrà!)”, Capitan Futuro (“Splendido, splendido, nel cielo va, la sua tuta azzurra brilla nell’oscurità”), La principessa Sapphire (“La principessa Sapphire sai le battaglie che fa, con la sua spada sguainata lei va e i manigoldi vincerà”), Marco (“A Marco non andava proprio giù, che la sua mamma non ci fosse più, che oltre il mare fosse andata via, soffriva assai di malinconia!”, Remi (“Vivi tu con fantasia, salti su il primo treno e via, tu lo sai un grillo cos’è, sogni però di andare in città…”).

E non solo cartoni animati, visto che alla penna di Albertelli si devono anche La ballata di Bo e Luke (“Non cercano un trofeo, ma trasformano in rodeo ogni prato libero ad Hazzard”, Furia (“Furia, cavallo del West che beve solo caffè, per mantenere il suo pelo, il più nero che c’è”), Nano nano (la leggendaria sigla di Mork&Mindy, “Mi chiamo Mork su un uovo vengo da Ork”) e tanti altri brani fondamentali per la nostra televisione.

E poi non si possono dimenticare i grandi successi di musica leggera, spalmati su più decenni con vittorie a Sanremo e primi posti in classifica… Dai classici come Zingara ai brani di culto come Ricominciamo fino alla perfezione del pop italiano di Non voglio mica la luna. Impossibile citarli tutti, ma bastano solo questi per capire che cosa Luigi Albertelli abbia rappresentato per la nostra musica sì, ma soprattutto per i nostri ricordi.

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