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Gli intelligenti delle scommesse

Stefano Olivari 09/10/2007

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TASK FORCE – Siccome scommettere non è reato anche se può essere moralmente disdicevole, bene ha fatto la Federazione italiana a scendere in campo contro le illazioni portate avanti dai giornali francesi sul coinvolgimento dei nostri tennisti in presunti casi di partite arrangiate. Sparare nel mucchio non è mai cosa bella, così come però prendere come pretesto una rivalità sportiva tra due Paesi e un complotto da 007 per dire che è tutto falso (è colpa di Materazzi: davvero, Binaghi e la sua corte lo pensano). Ripetiamo: la federazione aveva il dovere di schierarsi con i propri giocatori, così come ha il dovere però di indagare e non di delegare ad altri (ad esempio – come chiede a gran voce il capoufficio stampa Baccini – all’Atp) il compito di farlo, annunciando solo un non meglio precisato giro di vite sui tesserati. In pratica: possiamo impedire a Di Mauro (nome a caso, per carità), di fare qualsiasi puntata su qualsiasi sport. Ma per fratelli, cognati e affini fino al quinto grado mandiamo una task force federale?
C’HO SCRITTO GIOCONDO – Questo per dire che arginare il caso scommesse non è facile. Anzi: è quasi impossibile. Qualsiasi partita del passato si può prestare ad una nuova visione (per dire: quando Federer vince in quattro set vuol dire che ha barato?), qualsiasi partita del futuro partirà con un pregiudizio di fondo. Basterebbe insomma riportare il tutto nella giusta dimensione e soprattutto non fare le verginelle. Per esempio: il collega Vincenzo Martucci intervista il presidente della federazione internazionale Ricci Bitti e gli chiede cosa ne pensa di quel richiamo alle scommesse intelligenti (?) che campeggia da un paio d’anni sul sito dell’italica federtennis. Stessa cosa, quasi contemporaneamente, rileva Ubaldo Scanagatta su suo blog. Risultato: nel giro di un quarto d’ora il link sparisce dal sito e successivamente Baccini spiega, in una nota piccata alla Gazzetta, che il tutto era stato tolto perché “il Coni ha ufficialmente comunicato la decisione di modificare i criteri di calcolo dei contributi escludendo dal computo il valore delle scommesse” e comunque “recentemente”. E casualmente, no?
COMPETENZA – Insomma, ci pigliano per fessi, ma meno male che si tratta di gente competente. Ricorda infatti Cino Marchese, un nome che nel tennis conta qualcosa, di quando l’amico Baccini si insediò nel suo attuale incarico e si recò in rappresentanza nell’”odiata” Lombardia (il presidente regionale, Enrico Trezzi, si vantava di essere all’opposizione da più di vent’anni. Da presidente, appunto…) in occasione del torneo di Milano del 2000. Per farla breve: Baccini, dall’alto della sua competenza, apostrofò l’amico Marchese con la solita cortesia. “Bella finale di merda”, disse, al che Marchese rispose che glielo avrebbe ricordato presto, cioè quando il vincitore di quell’edizione avrebbe trionfato a Wimbledon. Certo, Marchese ha avuto fortuna e Baccini è rimasto uno competente. Anche perché era davvero difficile scommettere sul futuro del vincitore di quell’edizione. Chi avrebbe mai puntato su tale Roger Federer?
MANCA POCO – Però dài, facciamo la pace, mica possiamo andare avanti così, anche perché nel 2008 scade il quadriennio olimpico e si potrà andare a nuove elezioni federali. E vogliamo festeggiare: sicuri dei trionfi che il tennis italiano ha conseguito in questi sette anni di duro lavoro, siamo certi che il presidente Binaghi verrà rieletto con un plebiscito. D’altro canto: vedendo risultati, visibilità, il giusto riconoscimento all’ex numero uno Galgani nominato presidente onorario e l’ottimo lavoro nelle pubbliche relazioni, perché cambiare?
PER LE VACANZE – Il magazine Tennis.com ha stilato una classifica dei 50 migliori resort tennistici americani. Ha vinto il Ponte Vedra Inn & Club che sta in Florida ed ha – tra le tantissime cose (golf, palestra, spa, spiaggia sull’oceano, tanto per dire) – 15 campi in terra verde con la possibilità di accedere a lezioni privatissime oppure di godere del pass per giocare che costa 15 dollari al giorno. Per il resto – dormire in lodge, pacchetti speciali (c’è anche quello per le “vedove del golf”) e optional vari (le mance sono escluse) – visitare il sito www.pvrresorts.com. Caro? Un po’. Ma sognare non costa nulla…

Marco Lombardo
marcopietro.lombardo@ilgiornale.it

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