Atletica

Gli infortuni di Jacobs e Di Maria

Stefano Olivari 17/08/2022

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Marcell Jacobs è diventato campione d’Europa dei 100 metri, ad un anno dall’oro olimpico e a quasi sei mesi da quello continentale indoor sui 60, gestendo un piccolo infortunio, una contrattura al polpaccio sinistro. Cose quasi normali per qualunque sportivo di alto livello ed infatti lui è stato il primo a non gridare al miracolo, anzi non era nemmeno troppo soddisfatto del tempo perché comunque correndo con la scioltezza della semifinale avrebbe fatto meno di 9″95. Intanto tutte le squadre di calcio di Serie A sono già piene di infortunati, dagli scontati vecchi tipo Di Maria e Mkhitaryan a giocatori più giovani come Demiral e Miranchuk: e parliamo di infortuni muscolari, senza pensare a traumi distorsivi o di altro tipo.

Cosa vogliamo dire è ovvio, come sempre: l’infortunio, in particolare l’infortunio muscolare, non è sfortuna ma è una colpa. Significa essersi allenati male o avere chiesto troppo al proprio fisico (quindi sempre essersi allenati male), usando la propria testa o peggio ancora quella di altri: ci sono squadre, ma soprattutto allenatori, che hanno una tendenza ben precisa. Quanto a Jacobs, la sua carriera è stata tutta un infortunio e soltanto una scelta giusta (abbandonare il salto in lungo, dove peraltro con il suo personale di 8,07, indoor ma credibile anche all’aperto, sarebbe oggi vicecampione europeo) fatta tre anni fa lo ha trasformato da grande talento incompiuto in fenomeno con limiti ancora da esplorare.

La spiegazione del fatto che ai Mondiali di Eugene si sia ritirato dopo la batteria non è la sfortuna, ma il cattivo allenamento dopo la scellerata trasferta a Nairobi. Viaggiare sul limite è un merito, andare oltre una colpa. Per questo non crediamo a tanti eroismi che sono tali nella testa soltanto degli storyteller (ne abbiamo parlato anche di recente per Nadal a Wimbledon): i valori sono così vicini che chi sta davvero male non può e nemmeno deve gareggiare, infatti così avviene sempre.

Parlare di sfortuna per i problemi muscolari ricorrenti è quindi pura incompetenza, e a dirla tutta anche tanti traumi distorsivi sono figli a volte di deconcentrazione. Poi un difensore ti entra da dietro per farti male o un Hummer ti viene addosso mentre attraversi sulle strisce, questa sì che è sfortuna. Gli allenatori, non solo nell’atletica e nel calcio, invitano ad evitare il gossip e a concentrarsi sugli aspetti tecnici, ma è proprio alle domande tecniche che non rispondono.

info@indiscreto.net

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