Videogiochi

Gli eSports più interessanti dello sport

Indiscreto 23/09/2020

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In Italia gli appassionati di eSports sono 1,4 milioni e in media ognuno di loro dedica 6,5 ore alla settimana alla fruizione passiva dei videogiochi, insomma a guardare le partite degli altri. Cifre lette sull’Ansa, che cita il rapporto dell’associazione di categoria IIDEA e della Nielsen. L’appassionato di eSports, quindi al videogioco (non necessariamente a tema sportivo, va precisato) unito alla competizione, non va confuso con i videogiocatori generici, come potremmo essere noi, che in Italia sono circa 17 milioni.

Ovviamente il lockdown ed in generale la vita più appartata che il Covid-19 ha giustificato hanno portato ad un ulteriore boom dei videogiochi e ad un fenomeno nuovo ma con una sua logica, visto che le ore del giorno sono rimaste 24: il 38% degli appassionati veri di eSports, quelli che li seguono ogni giorno, sostengono di guardarli in sostituzione degli sport tradizionali. In altre parole, il primo concorrente della Serie A di calcio potrebbe non essere più la Premier League, ma la Serie A virtuale.

Come abbiamo scritto altre volte, riteniamo incomprensibile, per non dire inventata, la statistica che vede la presenza femminile nel mondo eSports al 49%: le donne, le ragazze, sono moderate videogiocatrici, ma trovare una fanatica è davvero un’impresa. È chiaro che chi da questo mondo ci guadagna cerca di cancellare lo stereotipo dello sfigato adolescente maschio, sovrappeso e brufoloso, con le mani incollate ai joystick, ma anche alla fiction c’è un limite.

Detto questo, avremo sempre un’opinione positiva dei videogiochi, capaci da decenni, dai tempi del Pong, di trasportarci in un mondo meraviglioso, sul quale abbiamo un minimo di controllo. Il problema, rapportato alla realtà del 2020, è che sempre di più gli sport tradizionali ci sembrano noiosi se paragonati alle loro versioni da PlayStation o XBox. E se lo notiamo noi, che agli sport tradizionali abbiamo dedicato due terzi della vita, figurarsi un ragazzo. Cambi di regole, di formula, di tempi: i più lungimiranti devono inventarsi qualcosa. Perché gran parte dello sport sta diventando noioso, non adeguato agli stimoli che ha un cervello di oggi. Questo ovviamente nella prospettiva degli spettatori, visto che la pratica rimane un’altra cosa.

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