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Gli anni di Cash

Marco Lombardo 01/07/2013

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Che noia. Giusto poche settimane fa uno come Pat Cash diceva che il mondo del tennis era malato di politically correct: “Oggi ci sono troppe regole: non si può urlare, non puoi trattar male la racchetta, hai 25 secondi tra un servizio e l’altro, le parolacce poi… Diciamolo: se John McEnroe fosse nato in questa era non sarebbe mai esistito, almeno come tennista”. Parole grosse, dette da uno che dopo aver vinto Wimbledon (anno di grazia 1987), scalò il campo centrale per andare ad abbracciare tutti nel box dei giocatori, provocando “ohh” di sommessa disapprovazione. Ventisei anni dopo però, proprio nello stesso posto, là dove il tennis vive le regole più tradizionali, ecco che qualcosa sta cambiando: Wimbledon, per carità, è sempre Wimbledon, ma la pausa della domenica di mezza fa scoprire che la prospettiva è un po’ diversa. Per la gioia (non solo) di Pat Cash.

My God, i bagarini. Passi che sulla strada per l’All England Lawn Tennis Club che arriva dalla stazione della Tube di Southfield, si trovi qualcuno che a voce bassa sibili un “compro ticket” neanche fossimo davanti a San Siro. Ma che i bagarini siano dentro il Tempio, la cosa ha messo in imbarazzo perfino gli “Honorary Steward” di SW19. In pratica: la federazione britannica si appoggia ad un sito di vendite on-line per smerciare i suoi tickets, ma lo può fare per tutto tranne che per Wimbledon, dove la tradizione è fare la coda. Invece su internet sono finiti alcuni biglietti che spettavano ai federali, venduti tra l’altro a prezzo maggiorato. Una riunione ha rimesso a posto tutto, ma salteranno alcune teste tra le quali quella del capo della Lawn Tennis Association Scott Draper. Un ex tennista…

Che fondoschiena. A proposito di imbarazzo, durante una riunione con le aziende l’opinionista tv Annabelle Croft si è lasciata andare un commento su Serena Williams: “Ha un fondoschiena enorme. Sono stata negli spogliatoi prima di un suo match e sembrava di essere alla scelta di un vestito per il matrimonio: lei fa di tutto per mascherarlo”. La cosa è stata riferita, Annabelle è arrossita dicendo che il tutto è stato estrapolato dal contesto, Serena ha fatto sapere di non aver gradito, alla fine la Croft si è scusata: “Serena ha un fondoschiena che tutte le donne dovrebbero avere”. Sicura?

Roba da urlo. Sempre in tema di etichetta, Vika Azarenka si aggira per i campi verdi con il fidanzato Redfoo, un vero signore. Il Nostro infatti fa il rapper di professione, ha dei capelli che stonano con il “predominatly white” di Wimbledon e chiamato a commentare il terribile urlo della fidanzata dopo una scivolata nel primo match del torneo che sembrava averle causato un infortunio serio, ha candidamente ammesso: “Gliel’avevo già sentito fare. Ma mai mentre giocava a tennis”.

Go Dreddy. Altri capelli degni di nota sono quelli di Dustin Brown, il giamaicano di nazionalità tedesca (quella della madre) con i riccioli rasta fino a metà schiena che, senza sponsor, aveva sulla maglia il suo account twitter. Arrivato al terzo turno, ha incassato con gioia i 76mila dollari di premio che rappresentano più di quanto abbia vinto finora in tutto il 2013 prima dei Championships. A domanda sul suo exploit, Dustin ha risposto che lui con l’erba si è sempre trovato bene. La conseguente battuta è venuta troppo facile.

Ricchi premi. Di solito i giocatori non parlano mai di soldi, non è educato. Ma Tommy Haas aveva voglia di scherzare e di andare un po’ fuori dal personaggio monotono che gli hanno disegnato addosso. Così parlando di Gulbis, l’eterna promessa (incompiuta) del tennis che grazie a papà sarebbe milionario anche se non si alzasse mai dal divano, Tommy ha commentato: “Se i punti della classifica si potessero comprare, Ernests sarebbe numero uno da tempo”

Che barba. Adesso che comincia la seconda settimana, tra l’altro con quattro italiani agli ottavi, si comincia a fare sul serio. Tutti aspettano la vittoria di Serena e la finale Djokovic-Murray, anche perché Nadal e Federer sono a casa da tempo. Il Wall Street Journal si è anche inventato una telefonata tra i due che si scambiavano informazioni su come passare il tempo. E con Roger che chiedeva a Nadal, già un anno fa eliminato al secondo turno (quest’anno al primo), indicazioni per una settimana improvvisamente buca. Divertente insomma, tranne che per loro. E l’impressione è che il tennis visto a Wimbledon abbia fatto cambiare idea anche a Cash.

Marco Lombardo, da Londra (per gentile concessione dell’autore, fonte: ilgiornale.it)

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