Giulio pane e ojo, romani senza fare i romani

9 Aprile 2019 di Indiscreto

Aprire un ristorante di cucina romana a Milano può essere scontato, ma non lo era nel 1999 quando è iniziata l’avventura di Giulio pane e ojo. Che da quell’epoca grazie all’impegno della famiglia Ranucci è una solida certezza in mezzo ad altri locali romani di qualità e a molti altri improvvisati, all’inseguimento di una delle tante mode milanesi. Giulio pane e ojo è in zona Porta Romana ed ha mantenuto fortissima la sua identità nel tempo, senza fare i Masterchef dei poveri: cucina laziale, oltre che romana (i proprietari sono originari del viterbese), ambiente caldo e pulito in tutte le cinque sale, prezzi onesti, materie prime di qualità (basta assaggiare mozzarella e puntarelle per capire), rispetto assoluto della tradizione, una romanità tranquilla e non quella forzata da turisti che in altri posti, anche nella capitale, godono nel sentirsi dire dai camerieri “M’hai rotto er cazzo”.

Il nostro schema tipico da Giulio pane e ojo è primo-secondo oppure primo con antipasto tramutato in secondo. Comunque seguendo l’ordine del menu fra gli antipasti i nostri preferiti sono l’insalata di puntarelle con mozzarella di bufala e i fiori di zucca in pastella. Buono anche il carpaccio di zucchine con pesto di basilico e ricotta romana, ascoltiamo grandi complimenti (anche se non sono il nostro genere) per le polpette al sugo. Fra i primi da urlo gli spaghetti cacio e pepe (piatto che riteniamo obbligatorio) e assolutamente da provare i bombolotti alla gricia, mentre ottime sensazioni arrivano anche dalla carbonara. Abbiamo avuto recensioni entusiastiche sui bucatini all’amatriciana ma in vent’anni non li abbiamo mai provati (secondo noi il sugo di pomodoro andrebbe abolito dalla cucina italiana). Porzioni generose, da trattoria di una volta, non siamo fan della quantità ma nella cucina romana la quantità fa parte del contesto.

Abbacchio e coda alla vaccinara ci lasciano freddi proprio come piatti, quindi li lasciamo perdere anche da Giulio, dove ai carnivori suggeriamo piuttosto la salsiccia viterbese alla griglia, i saltimbocca nella loro versione cilindrica e il pollo alla diavola. Troviamo sempre eccezionali, anche come come secondi facendoli uscire dal rango di contorno, la padellata di carciofi e olive, le puntarelle alla romana e la cicorietta aglio olio e peperoncino. In sintesi, una vera sicurezza sia a pranzo sia a cena, con prenotazione consigliabile se non obbligatoria (difficile trovare una guida di Milano che non citi Giulio) e un prezzo a persona che mai supera i 35 euro. Qualche perplessità su certe stampe come quelle che richiamano le marchette dei vecchi bordelli chiusi dalla legge Merlin: noi l’effetto Tinto Brass lo apprezziamo molto, ma non siamo la maggioranza, e comunque quelle stampe sono fuori contesto. Però l’ambiente in generale vince su tutto ed è per questo che Giulio è frequentato da gente nella media meno antipatica di quella che si trova la sera nei locali. Lontano dalle mode, compresa quella di una romanità ostentata, Giulio pane e ojo è nato per durare nel tempo.

Giulio pane e ojo – Genere: romano-laziale – Milano, via Muratori 10 – CAP 20135 – MM3 fermata Porta Romana – Telefono 5456189 – Sito web: giuliopaneojo.com – Pagina Instagram: giuliopaneeojo – Pagina Facebook: @dagiuliopaneojo – Presenza più recente di Indiscreto: aprile 2019 – Voto ambiente-qualità-prezzo: 8.

LA CLASSIFICA DI ‘PAGANDO IL CONTO’ aggiornata all’8 aprile 2019

  1. Oasi Giapponese (Giapponese): 9,5
  2. Joia (Vegetariano): 9
  3. Magenes (Lombardo) 9
  4. Assaje (Pizzeria): 9
  5. Trapizzino (Romano): 9
  6. Cracco (Bistrot): 9
  7. Giulio pane e ojo (Romano – Laziale): 8
  8. Kota Radja (Cinese): 8
  9. Osteria dei Mosaici (Pugliese): 8
  10. Dawat (Indiano): 8
  11. Ta Hua (Cinese – Hong Kong): 8
  12. Denzel (Ebraico-Mediorientale): 7,5
  13. La Tirlindana (Lago): 7,5
  14. Cacio e pepe (Romano) : 7,5
  15. Le Vent du Nord (Belga): 7,5
  16. America Graffiti (Americano): 7,5
  17. Al Matarel (Milanese): 7,5
  18. Antica Trattoria del Gallo (Lombardo): 7
  19. A’ Riccione (Pesce): 7
  20. Al Sale Grosso (Pesce): 6,5
  21. Lievito Madre al Duomo (Pizza): 6,5
  22. Ba’Ghetto (Romano-Ebraico): 6,5

ALTRI POSTI RECENSITI: Temakinho (Brasiliano-giapponese), Pokeia (hawaiano), Da Salvatore (Siciliano-Pesce),Lievità (Pizzeria), Rigolo (Toscano), Bottega sicula (Siciliano)Ten Grams (Tartufi), Mare Culturale Urbano(Pizzeria), Vanilla Bakery (Brunch),  L’Altro Eden (Ligure).

Le regole di ‘Pagando il conto’1) Locali di Milano o al massimo a un’ora d’auto da Milano.2) Non presentarsi mai come giornalisti.3) Pagare sempre il conto, con i propri soldi, senza scaricare le spese su un’azienda o su altri.4) Essere stati nei posti più di una volta, possibilmente in epoche diverse.5) Confrontare posti di livello, ambizioni, prezzi e clientela anche molto diversi, dando un giudizio unico che tenga conto di tutto.6) Non leggere le recensioni di TripAdvisor o di altri, per non essere condizionati e per scrivere solo in base all’esperienza personale.7) Soltanto locali dove torneremo o torneremmo, quindi dalla classifica rimangono inevitabilmente fuori tre quarti dei posti testati: non tutti orribili, ma la maggior parte senza senso.8) La nostra guida non ha la pretesa di essere completa, non è umanamente possibile che una persona vada anche solo una volta all’anno in tutti i ristoranti di Milano e troviamo poco serio avvalersi di segnalazioni di altri visto che la firma è la nostra. 9) Le segnalazioni sono invece molto gradite a livello di consigli: scriveteci e noi proveremo sul campo.

Share this article