Giornalismo di un certo tipo

31 Gennaio 2013 di Dominique Antognoni

Parliamo di argomenti nuovi. Ieri si è giocato Real Madrid-Barcellona, ma su Sky Sport c’era di meglio. Così per una volta non possiamo lamentarci. Ok, per non disorientarci hanno deciso di toglierci la Liga, la Bundesliga, la FA Cup, il campionato francese, russo, scozzese. Cose che capitano: si presume che all’italiano interessi un solo sport e che di questo sporti gli interessino solo tre squadre. Scelte aziendali, finché i conti tornano e noi non disdiciamo in massa l’abbonamento funzionerà così. Ma ieri, come detto, non ci siamo pentiti dei soldi spesi e abbiamo assistito ad uno spettacolo da cineteca imparando tante, tantissime cose. La prima è che Guarin è portoghese. Buono a sapersi, senza la trasmissione Speciale calciomercato avremmo passato la vita a pensare che fosse colombiano. Poi era invitato un signore che di calcio non capiva e non si occupava (non è obbligatorio, del resto, per chi partecipa a trasmissioni di calcio), ex direttore di Sette, supplemento del Corriere della Sera. Guardava gli altri parlare di mercato, di Kovacic e Balotelli, ed era come noi quando per sbaglio ci imbattiamo in un documentario sui canarini. Per un attimo abbiamo pensato che avesse sbagliato studio e dovesse essere altrove, magari a commentare qualcosa sui bonsai oppure gli opossum. Ad un certo punto balziamo dalla sedia non per il gol di Varane che guardavamo in streaming, ma per via delle  dichiarazioni dei giornalisti presenti. “In Inghilterra Balotelli aveva la stampa di un certo tipo alle calcagna”, sentenziava uno di loro, con tono superiore e viso da professore severo. Come, come? La stampa di un certo tipo? Sarà forse quella stampa che pubblica le notizie scomode? Eh sì, quella. Intendeva quei giornali che non guardano in faccia nessuno e fanno il loro mestiere, perché la frase “E’ la stampa, bellezza” non si riferiva, anni addietro, ai media che lisciano il pelo e pubblicano servizi con la famiglia felice imbalsamata e vestita a festa davanti al fotografo. Domanda in studio: “Tu, Gianluca, mica seguirai Balotelli dappertutto, vero?”. “No, no, lo lascerò in pace”, la risposta. D’altronde perché mai scomodare e infastidire un club ed i suoi tesserati? Non sia mai che scopriamo qualche loro malefatta. Mica siamo parte di una “certa” stampa, noi facciamo trasmissioni felpate: ci mettiamo in ginocchio davanti ai morti, figuriamoci con i vivi. Per arrivare al dunque: vedrete che ora di Balotelli non ci sarà nessuna traccia di vita notturna, nessuna escort, nessuna festa. Per la stampa italiana ha già indossato il saio da francescano, sarà pio e devoto. Da oggi, è ufficiale, Mario non fuma, non beve e non corre dietro le donne. Al massimo qualche tisana con la mamma e una pizza con Niang, poi a letto, addormentandosi mentre segue Marzullo e si domanda se la vita è un sogno, oppure se i sogni aiutano a vivere. Per forza si dirà che ha messo la testa a posto: nascondendo le notizie non puoi nemmeno commentarle. Sarà un caso, ma in Italia i quotidiani stanno chiudendo uno dopo l’altro. E le televisioni seguiranno a ruota: una buona connessione internet e questo mondo di complicità omertosa sarà lasciato al suo destino. Certo, seguire Real-Barca con la telecronaca in arabo non è il massimo della vita. Anche in questo caso rimaniamo ‘disorientati’. Però spendendo meno.
Share this article