Gianni Togni, il grande pop in concerto

4 Maggio 2022 di Paolo Morati

Nel 1980 avevamo 9 anni e le radio trasmettevano una canzone che sarebbe diventata, insieme a tante altre del suo autore, un simbolo di un’epoca irripetibile. Stiamo parlando di Luna e di Gianni Togni, il cui concerto milanese dello scorso 3 maggio ci ha riconciliato con la vera musica pop italiana in un’epoca di disastri sonori. Un concerto al teatro Repower, rinviato più volte causa Covid e che finalmente si è tenuto mentre il cantautore romano sta lavorando alla produzione di un nuovo album. Registrato rigorosamente in analogico, come ha precisato nei diversi momenti di dialogo con il pubblico.

Grande musica italiana, dicevamo, per un genere, il pop, di cui Gianni Togni si è mostrato orgoglioso, per la sua apertura e la possibilità di innestarvi anche altri generi. Senza perdere quella magnifica capacità melodica che caratterizza la nostra musica e di cui lui è uno dei grandi nomi, assente dal palco (ma non dal mondo discografico) per lungo tempo mentre si dedicava alla composizione di musical, come ci aveva raccontato in questa intervista di qualche anno fa.

Ma dicevamo del concerto. Accompagnato da una solida band, Gianni Togni alternandosi alla chitarra acustica e al pianoforte ha preso in mano un microfono rigorosamente a filo, puntualizzando ancora una volta il valore del passato, anche a livello tecnologico. Partendo dai brani del disco Futuro improvviso uscito nel 2019, spaziando in oltre due ore di spettacolo tra nuove canzoni (Sarà un giorno migliore, Vado via con me) e grandi classici del suo repertorio,

Ecco allora che il pubblico si è scaldato appena sono partite le note di Vivi, riarrangiata per l’occasione senza per questo perderne ritmo e coinvolgimento, La nube tossica, Vola almeno tu, Cari amori miei, con il ricordo di Adelio Cogliati, la citazione di Guido Morra suo storico paroliere mentre intona Nannarè dedicata ad Anna Magnani. E ancora Attimi, Segui il tuo cuore, Per noi innamorati (il suo brano con più cover nel mondo, ha spiegato), Una mia canzone, Maggie, Anna dei miracoli e tante altre fino alle tre che hanno scatenato ulteriormente la platea: Luna, Semplice e Giulia. Tre brani che da soli possono già fare grande una carriera. A mancare in scaletta due delle nostre preferite, Chissà se mi ritroverai e Stanze d’hotel, ma dopo due ore serrate e più bis, dominate anche da una vocalità non ancora intaccata dal tempo, era impossibile chiedere di più.

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