George Martin, la guerra del quinto dei Beatles

9 Marzo 2016 di Indiscreto

Ma quanti ‘Il quinto dei Beatles‘ sono esistiti? Meno delle persone che hanno raccontato di ricevere le telefonate di Agnelli all’alba, ma pur sempre tanti. I più famosi fra quelli che non hanno usurpato questa definizione sono senz’altro Pete Best, Stuart Sutcliffe e Brian Epstein, ma il più importante è stato George Martin, appena morto alla ottima età di novanta anni. Fu infatti lui il produttore della Parlophone che lanciò i Fab Four, dopo che gli furono proposti da Epstein. Produttore ma anche musicista e arrangiatore (praticamente sue, dopo le modifiche in studio, Yesterday ed Eleanor Rigby), univa varie competenze ed aveva un rapporto profondo in particolare con McCartney, che sarebbe infatti proseguito anche nella sua carriera post Beatles. Ma siccome tutto è un pretesto, la morte di Martin è un pretesto per ricordare che a 17 anni, nel 1943, si arruolò nella Fleet Air Arm, in pratica l’aviazione della Marina britannica (Royal Navy). Per sua fortuna non fece in tempo a combattere, perché fu preposto a mansioni di avvistamento a terra, ma è il principio (cioè non imboscarsi) che conta. Quest’uomo che ha fatto la storia della musica (fra le mille collaborazioni: Jeff Beck, Ultravox, Dire Straits, Bob Dylan, Sting, Elton John, Celine Dion…) non limitandosi a muovere cursori su un mixer e non soltanto con i Beatles, è stato uno dei milioni di ragazzi che hanno o avrebbero combattuto per loro stessi, il loro paese e indirettamente anche per noi. Non basta avere idee ‘migliori’ o più ‘giuste’ del nazismo, bisogna avere anche la forza militare per difenderle e giovani disposti a morire per esse. George Martin, come non vivere invano.

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