Generazione Max Pezzali

25 Giugno 2012 di Alvaro Delmo

Hanno ucciso l'uomo ragno

Sono passati esattamente 20 anni da quando l’Italia musicale del pop fu scossa dal fenomeno 883, duo composto da Max Pezzali e Mauro Repetto che invase le radiofrequenze con il tormentone Hanno ucciso l’uomo ragno.

Il progetto, supportato da Claudio Cecchetto, esplose di colpo nelle classifiche grazie a una combinazione di ritmiche e arrangiamenti effettati e testi legati al mondo dei giovani e con uso del relativo gergo. Una ricetta riproposta con l’ancor più grande successo di Nord Sud Ovest Est e quindi dal solo Pezzali dopo l’abbandono di Repetto. Quest’ultimo, co-autore e ‘ballerino’ sul palco, infatti intraprese altre strade.

Ma dicevamo di Pezzali che ha poi mantenuto per un po’ di tempo la denominazione 883. In questi giorni il cantante pavese ha rilanciato il primo album del gruppo in collaborazione con alcuni rapper italiani, in primis J-Ax nell’inedito Sempre noi (nel video compare anche Repetto). I brani del suo repertorio, talvolta tacciati di un eccesso di giovanilismo e nostalgia, alla fine non fanno che raccontare un mondo che quando si sono varcati gli anta si tende apertamente a rinnegare per poi rimpiangere mentre ci si trova da soli a guardare vecchi video su YouTube.

Di fatto fa una certa impressione pensare che sia passato già così tanto tempo da quelle estati dove imperversavano le canzoni degli 883, anche se noi – più legati ai ricordi (e alla musica) degli ’80 – all’epoca li abbiamo più che altro origliati. Tutto sommato però gli anni di Max Pezzali sono stati anche i nostri, quelli di Happy Days e delle immense compagnie, e lui ci ha sempre ispirato simpatia, non avendo almeno in pubblico particolari atteggiamenti da star. Al contrario, ancora oggi la sua espressione rimane quella di sorpresa che sembra dire: “E’ capitato veramente a me?”.

Alvaro Delmo, 25 giugno 2012

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