Vuoti a perdere
Gatto Gentile
Oscar Eleni 05/11/2013
Oscar Eleni in piena guerra dei gatti per completare la passeggiata al Pincio davanti all’idrocronometro di don Embriaco che tanto braco non era. La guerra dei gatti ci riguarda. I padroni delle meravigliose felinità sono due che hanno scritto di basket e anche bene. Collegatevi con Sandro Aquari e Leonardo Iannacci per risolvere questa pelosa questione su probabili martrimoni. Lunedì nel regno della vaporella gli arbitri mandati a Desio non hanno fanno onore al sorteggio. Meglio, molto più telegenico il giovane Martolini visto a Pesaro che ha una dea dalla sua parte se arriva spesso in TV. Beato lui? No. Meglio eseguire certe direttive al coperto.
Milano batte Pistoia ma si arrovella sulle troppe palle perse e sul quesito di Sandro Gamba proposto da Repubblica: risolvere il caso Gentile. E’ un caso? La grande Milano soffre i talentoni che diventano Balogentile. Lo avevamo già detto perché, a proposito di gatti, mai metterne insieme due che arricciano così spesso il pelo e Langford è pure lui soriano e siamese. Speriamo sia soltanto un problema fisico. Se non stai bene non vai contro i muri dell’incomprensione di chi non è amico, parente, agente, con la stessa ferocia.
A proposito di incomprensioni, eccoci a Siena che ha purificato il bagno nell’acido polacco sbranando il poco che ha in mano la tigre Dell’Agnello nel giardino di Pesaro rimasto senza padre protettore. Pesaro che regge un tempo, Siena che ritrova armonia dopo 10’. Tutti contenti in casa Minucci? Sembra, anche perché sull’Eurolega si era già deciso che non avevano cannoni e mitragliatrici, ma soltanto la scimitarra di Daniel. Ecco il nostro Hackett, come il Tognazzi che interpretava il ragioniere invitato dalle sorelle Tettamanzi, si dice disponibile a bere un caffè con il presidente federale Petrucci. Scontrino a carico del Minucci paciere che difende il suo Salvador Dalì. Il Petrus ferox dei giorni di Capodistria ha cambiato faccia, ma non sospensorio. Chi ne interpreta sorrisi e anatemi sa che la ferita è ancora aperta. Con Hackett in Slovenia forse si andava ai Mondiali senza spendere così tanto per farci riammettere. Parlatevi come i nostri gatti felsineoromani.
La federazione che draga il territorio per trovare talenti fisici è ferma sulla vicenda della giocatrice bloccata da Priolo che ieri ha reagito accusando altri di aver barato. Noi non entriamo nel merito giuridico. Ci interessa, ci interessava lo snellimento del processo per avere in campo una giocatrice, o anche un giocatore. Per il resto fate pure i gatti e vedremo se Cassì avrà ragione o se l’indagine federale è stata fatta bene.
Nel furore pinciano ci siamo dimenticati del capolavoro di Basile a Capo d’Orlando. Con lui il Poz torna a baciare tutti, ma, cosa più importante, a farsi baciare da tutti. Ci ha risvegliato il filmato “pazzesco” speditoci dal Lorenzo Sani cuore infranto per quello che era ed è stata la Fortitudo, sia povera che ricca, pure lui scrittore di basket con talento messo fuori gioco dalle invidiuzze dei nani e delle ballerine di un giornalismo carta straccia. Lo abbiamo fatto girare e il primo a rispondere è stato Giorgio Buzzavo che ci ha consolato perché avevamo paura di vederlo sempre più lontano dopo la pizzicatina della natura. Giorgio c’è e come sempre vede chiaro.
Siamo contenti che il premio Reverberi abbia scelto Andrea Cinciarini e Kathrin Ress come giocatori del 2013. Sul Cincia numero uno, ma a noi non dispiace neppure il numero 2 che gioca per Recalcati, ci sarebbe da fare un processo pubblico al sistema basket italiano, alla famelica voglia di allenatori senza pazienza che preferiscono scaricare sul coccio per stare nella botte di ferro garantita da simpatie là dove si comanda, si paga o si critica. Ci lamentiamo a posteriori se italiani di talento vengono bruciati in fretta. Vero che non tutti gli allenatori amano il rischio e non tutti sono pronti a servire il progetto societario a lunga scadenza. Chi è ambizioso, chi ha fatto gavetta vuole anche il companatico e la gloria. Ma è bene confessarlo subito, come direbbe il Cusin che, fortunatamente, non si è fatto troppo male e cammina ancora bene.
Aspettando che Cantù trovi altri azionisti importanti oltre al presidente del Consiglio registriamo la chiusura abbonamenti Virtus a quota 2183 per un incasso di 833.000 euro. Questo è quando può dare un popolo sportivo strangolato dalla crisi. Con certi soldi ha certi giocatori. Non è detto che se li paghi tanto siano migliori, ma di certo devi avere almeno l’umiltà di aspettare l’uscita dei numeri finali. Certo sarebbe curioso se la Fortitudo riportata in vita dovesse fare anche nel prossimo turno contro Livorno un altro pieno al Pala Dozza in una serie ben lontana dall’oro e dall’argento. Eppure Bologna si muove. Questa è la notizia. E allora perché essere pessimisti? Lo dicono Villalta e Anconetani. Giusto.