Grandezza di Garry Marshall, da Happy Days a Pretty Woman

20 Luglio 2016 di Paolo Morati

Gary Marshall

Garry K. Marshall. Quel nome lo leggevamo tutte le sere mentre scorrevano i titoli di testa di Happy Days, il leggendario telefilm che ha festeggiato un paio di anni fa il quarantennale e del quale Marshall, appena scomparso, era l’ideatore. Di origini italiane (cognome Masciarelli, cambiato dal padre), a lui dobbiamo televisivamente parlando anche altre due serie importanti come Mork & Mindy e Laverne & Shirlie, non a caso entrambe da considerarsi spin-off dei giorni felici di Richie Cunningham (Ron Howard, futuro regista di successo) e compagnia. Tre serie costruite con intelligenza e con protagonisti particolarmente centrati: la prima, ambientata a Milwaukee nella metà del secolo scorso (sigh!), hanno messo in scena storie di ragazzi borghesi che crescono tra scuola e divertimento, con al centro il mitico Arthur ‘Fonzie’ Fonzarelli (Henry Winkler) diventato icona di più generazioni.

Mork & Mindy, costruita sull’ironia di un alieno sceso sulla Terra a bordo di un uovo gigantesco per conoscere gli usi e costumi degli esseri umani ha invece lanciato Robin Williams, poi diventato un costante numero uno del cinema fino alla sua scomparsa, ma anche il saluto “na-no na-no” reso popolare anche dalla sigla interpretata da Bruno D’Andrea. Un insieme di episodi divertenti e sagace presa in giro della nostra quotidianità superficiale dove l’abitudine non ti lascia riflettere sul senso di quello che stai facendo (cosa direbbe oggi Mork vedendo gli umani con gli occhi costantemente fissi su un piccolo schermo?). Noi abbiamo infine amato molto anche Laverne & Shirley, spiritosa situation comedy di due amiche colleghe (Laverne De Fazio e Cindy Williams), alle prese con vicini di casa, amici e fidanzati e con il personaggio di Carmine Ragusa rimasto nel nostro immaginario.

Marshall è stato però anche regista cinematografico, con il grande successo di Pretty Woman del 1990, ma non solo. A riguardare la favola tra Edward Lewis (Richard Gere) e Vivian Ward (Julia Roberts) si confermano alcuni dei tratti puliti delle storie narrate nelle serie televisive. Qualcuno potrebbe parlare di buonismo e lieto fine per forza, di romanticismo spicciolo, ma il segno di Marshall nelle immagini resta invece importante e ancor più vero, pur rimanendo per i più un nome legato proprio a quei titoli di Happy Days citati in apertura. Uno di quei grandi che non hanno avuto bisogno di vetrine e sovraesposizioni particolari per essere ricordati. The weekend comes, my cycle hums, ready to race to you…

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