Gallinari e Belinelli, non vi reggiamo più

6 Settembre 2018 di Oscar Eleni

Gallinari-Belinelli

Oscar Eleni dall’isola degli ignoranti che non sanno compitare il titolo della canzone di Rino Gaetano Nuntereggae più. Sfiniti da questa guerra dei mondi per la maglia azzurra. Mentre nel calcio in metastasi tornano ad abolire l’atrocità dei telefonini come nella nuova Spagna, nello stesso tempo in cui Bonucci mette on line (si dirà così?) il rito delle matricole nella nazionale di calcio che ha bisogno di ritrovare origini e sorriso, viviamo la tempesta fredda della nazionale di basket dei permalosi.

Ora vi diciamo una cosa scontata: Romeo Sacchetti è stato un bel giocatore, un buon allenatore, certo con le sue regole che fanno diventare acidi quelli che ancora credono nella legge McFarland, il lavoro prima di tutto. Miniere. Ci sono allenatori che hanno scavato dove potevano, perdendo il posto e anche il diritto a vivere. Lui è differente. Certo questa guerra dei mondi scatenata dagli “assi” NBA, Gallinari e Belinelli, in arte Gallo e Beli da Sangio, puzza davvero tanto. Si offendono, i nostri presunti eroi, se qualcuno mette in dubbio il loro attaccamento alla maglia azzurra. Ragazzi adorabili, bellissimi giocatori, ma, cari amici, se tutti ragionassero come voi al raduno di Azzurra tenera non ci sarebbe dovuto andare nessuno.

Il Gallo furente sarà ospite d’onore al trofeo Lombardia, dove ci sono tutti, meno Milano, oh perbacco, mentre Beli deve conquistare un posto oltre il settimo giocatore a San Antonio. Settembre di fuoco. Giusto. Ma voi della NBA pensate che i convocati da Romeo per battere Polonia ed Ungheria non avrebbero preferito lavorare con le società che li pagano per essere pronti ad ottobre? Se avessero ragionato tutti come loro ci saremmo trovati nella situazione che ha portato la Danimarca del calcio al disastro. Potevamo chiedere straordinari a quelli del tre contro tre, potevamo cercare altri giocatori, ne abbiamo così pochi, non soltanto il calcio ha pochi italiani nella massima serie, ma per fortuna qualcuno ha accettato questo straordinario per non far piangere Petrucci che certo non piangeva quando ha fatto fuori Dalmasson e Fucka e, prima ancora, Sandro Gamba, avendo la fortuna di poter puntare su Messina e poi su Boscia Tanjevic.

Ora, cari “fenomeni” della NBA, certo negli Stati Uniti la pensano diversamente da SKY, lasciateci tranquilli e non offendetevi se qualcuno come Romeo sospetta che per fare bene il suo lavoro deve convocare chi ci crede davvero. Non ci sono santi, Melli e Datome avevano rinunciato prima di ripresentarsi, i peccatori sono in maggioranza, ma ora diciamo quello che andrebbe detto e non in musica. Non vi reggiamo più.

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