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Basket

Fuga dalla copertina

Claudio Pea 25/02/2011

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di Claudio Pea
Le ultime pagine di Superbasket, la picconata Lorbek, la risposta di Scariolo, i titoli portasfiga, il pick and roll a tavola e i fischi alla Taurino.

1. I giornali me li porta a letto mia moglie. Assieme al caffellatte con due effe, due elle e due ti. Alle otto e un quarto. Facciamo anche alle otto e mezza. E qualche volta pure alle nove. Generalmente la mia prima scelta è Repubblica, poi la Gazzetta, infine il Gazzettino di Venezia che, come diceva il grande avvocato Porelli in merito al Carlino, non si legge: al massimo si sfoglia e si finisce di sfogliare in ascensore ancor prima di raggiungere il diciottesimo piano degli uffici della Lega a Bologna. Tranne il mercoledì. Perché al mercoledì non ci piove: a meno che non nevichi, o sia crollato il ponte sul Po, allungo subito le mani su SuperBasket e non lo mollo più. Cominciando dall’editoriale di Claudio Limardi, le cui idee spesso condivido all’80 per cento, che sono (per i miei folli gusti) una percentuale davvero pazzesca, ma evidentemente sto invecchiando. Sino ai risultati delle serie minori. No, la pallacanestro femminile ve la lascio molto ma molto volentieri. Cosa ha fatto piuttosto il Kenfoster Monza del magnifico Mario Boni? Domenica ha vinto a Cecina. E la Fortitudo? Ha spianato il Gattamelata Padova, ultimo nella B dilettanti. Dio mio, che brutta fine hanno fatto l’aquila con la scudo, ma anche il Petrarca dei gesuiti e dei tempi di Aza Nikolic.
2. E chissà quale sorte toccherà a Treviso ora che Gilberto Benetton l’ha sfasciata con il piccone per colpa dell’imbroglio Lorbek, è vero – anche in questo sono d’accordo con il direttore di SuperB -, ma pure per via d’evidenti contrasti tra fratelli dai quali il giovane Andrea Benetton, figlio di Carlo e nipote di Gilberto e Luciano, non meritava di uscire con un’immagine perdente che non è della famiglia.   
3. Saghe a parte, ho scritto saghe e non seghe, chissà se Yury Korablin, l’ex sindaco di Khimki che ha in questi giorni acquistato il Venezia Calcio promettendo in cinque anni il ritorno dei neroverdi in serie A, campa cavallo che l’erba cresce, può essere interessato a succedere ai Benetton nel basket? Una risposta me la darà a breve Sergio Scariolo da Marbella, dove sta da papa e ha già dimenticato la gelida periferia di Mosca. Ma intanto, lo confesso, ho fatto un salto sul letto ieri mattina quando ho visto la copertina del nuovo SuperBasket. O kappa, sabato e domenica si giocheranno a Novara le finali a quattro di Coppa Italia nelle quali la Reyer parte favorita nei confronti di Veroli, Casale Monferrato e Imola, però, viva Dio, l’immagine in prima pagina, e a tutta pagina, di Key Clark in palleggio mi ha fatto venire in mente le precedenti (inquietanti) copertine e mi sono subito toccato. E di brutto. Se infatti ben ricordate, vi avevo già di recente segnalato quanta fortuna abbia portato a McCalebb e Finley la loro foto nelle copertine numero 48 e 49 di SuperBasket dello scorso dicembre: si sono poi entrambi infortunati e devono ancora rimettere piede sul parquet.   
4. Lo so, nessuno dovrebbe dar retta a tutte queste scemenze, altrimenti ne esce pazzo e non è più finita, però, prendendola sempre sul ridere, scusate se insisto, ma non può essere solo una fatalità che nel supplemento-guida di SB dell’attuale campionato siano capitati in prima pagina Alessandro Gentile, Brunner e Bulleri sopra al titolo: “Treviso pronta per un anno da grande”. Come no! Magari il prossimo, che sarà anche l’ultimo dell’era benettoniana. E ancora Dan Peterson a metà gennaio prima delle tre incredibili sconfitte d’inizio febbraio. Persino con Biella in casa. O Cespuglio Stonerook sul numero 6 che si scaviglia prima di Caserta-Siena e il Montepaschi perde la prima partita del 2011 dopo tutto un girone di quindici partite di fila senza sconfitte più le tre vittorie delle Final Eight. Insomma, tutto mi lascia pensare che la mia Venezia, strapazzata – manco a farlo apposta – domenica da Jesi, non vincerà la Coppa Italia di Novara. Strafelice di sbagliarmi, ma intanto mi ritocco come fanno i gatti neri di Bologna quando passano davanti all’edicola di piazza Azzarita che espone le locandine dell’ultima edizione del settimanale di basket più letto nel BelPaese.
5. Ora sono sicuro che Claudio Limardi non s’arrabbierà per le mie innocenti provocazioni visto che è un bravo collega che, seduto a tavola, non parla soltanto di pick and roll e amenità varie, ma si fa delle risate grasse anche quando gli racconto le storie della Banda Osiris che va attaccata però con ironia, e non con livore, perché in fondo non è un’associazione di stampo mafioso, ma solo un gruppo di fricchettoni che volevano cambiare il basket e non ci sono per fortuna riusciti. E poi ci si può sempre anche sbagliare. Come è successo a Stefano Valenti, probabilmente molto più permaloso del suo direttore e del sottoscritto messi insieme, che nella rubrica (anche satirica) MyTube ha fatto giocare il Montepaschi con l’Efes Pilsen mercoledì sera e non giovedì alle 20.45. Evviva!
6. Mercoledì sera comunque non sarei potuto lo stesso andare a Siena, né ho potuto godere a veder perdere quelli al novantesimo, grandissimo Mario Gomez, ma più grande ancora Julio Cesar, perché l’anniversario di matrimonio viene per me una sola volta all’anno e sempre al 23 di febbraio. Insomma sono uscito con mia moglie a cena, ma se vi dico che l’ho sposata quand’ero ancora minorenne, vi prego: non accostatemi in alcun modo al Cavaliere o al Colonnello. Ai miei tempi la maggiore età per gli uomini erano i ventun’anni. E io, incosciente, ne avevo uno in meno, tifavo per la Duco Mestre di Renatone Villalta e Augusto Giomo, suonavo il tamburo e studiavo medicina sognando un giorno di poter fare invece questo mestiere. Nel quale, se dico che il rubicondo Zancanella non dovrebbe più far arbitrare Taurino per altri due o tre lustri come minimo, nessuno mi può sbattere in galera. O almeno lo spero. Perché quel (quinto!) fallo a rimbalzo di Tourè su Rocca assolutamente non c’era. E il povero Dan Peterson avrebbe perso di nuovo.             

Claudio Pea

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