Frigo pronto per Colts-Saints

25 Luglio 2007 di Roberto Gotta

1. Buffo, quasi bizzarro: la struttura delle organizzazioni sportive americane, perlomeno quelle professionistiche, esce vincente ogni giorno di più dal confronto con quella di vecchio stampo, disordinata, nepotistica, di stile mediterraneo (esempi: il calcio italiano e il ciclismo, ormai deceduti tutti e due), eppure in questi giorni sia NBA sia NFL stanno combattendo contro potenziali disastri sul piano delle pubbliche relazioni e dell’immagine, aspetti che in un mondo di fighetti come quello attuale contano parecchio. Nella NBA lo scandalo dell’arbitro corrotto e nella NFL quello di Michael Vick, di cui si è già parlato. Vick è infatti stato rinviato a giudizio perché ritenuto responsabile di avere allenato cani da combattimento, non direttamente ma tramite un cugino residente in Virginia in una casa di proprietà dello stesso quarterback dei Falcons. Un caso penoso, anche perché – sintetizziamo – molti dei cani trovati nella villa e nelle capanne circostanti, dipinte di nero per non essere visibili di notte nemmeno da poca distanza, erano in condizioni non buone: molti hanno invocato addirittura la squalifica di Vick in attesa del giudizio, o chiesto ai Falcons di non farlo giocare fino a che la situazione non sarà più chiara, ed infatti pare che ci sarà uno stop per le prime quattro gare di regular season, il massimo consentito dal contratto collettivo di lavoro. Un’altra grana per il commissioner Roger Goodell, che nei primi mesi del suo mandato ha dovuto lottare già contro le numerose violazioni della legge commesse da alcuni giocatori, ed ora deve decidere come muoversi in un caso spinosissimo come quello di Vick che, spiace dirlo, tocca un tasto delicato per molti atleti della NFL: non per nulla Clinton Portis, running back dei Washington Redskins, aveva esplicitamente difeso Vick sostenendo che «se lo condanni per questo allora vuol dire che lo metti in prigione per niente. Non so se faceva combattere o no dei cani, ma era casa sua. Erano cani suoi, e allora se è quello che gli piace fare con i suoi cani, che lo faccia pure»
2. Dunque, non il migliore dei momenti per lo sport pro americano, se si aggiunge anche che a giorni, se non ore, Barry Bonds, fortemente sospettato (ma solo sospettato, per i suoi legami con il famigerato laboratorio Balco) di avere assunto steroidi, potrebbe finalmente raggiungere e superare il record di fuoricampo attualmente detenuto da Hank Aaron con 755. Ma va rilevato un particolare: l’arbitro Donaghy e Vick sono individui che hanno scelto di sbagliare, e ciò può accadere anche negli ambienti più controllati e seri, perché la perfezione nel comportamento e l’onestà totale sono utopia, mentre Calciopoli o Moggiopoli non sono frutto di iniziative truffaldine individuali, ma di un sistema criminale strutturato. Ed è mille volte peggio: se nel primo caso si può parlare di malattia, anche sgradevole, di una struttura, nel secondo siamo alla metastasi.
3. Il 29 luglio, ovvero quattro giorni dopo la pubblicazione di questa puntata, si gioca l’Arena Bowl XXI, la finale del campionato. La sede è New Orleans, ed è la prima finale di un campionato professionistico che si gioca nella metropoli (non capitale, che è Baton Rouge) della Louisiana nei quasi due anni passati dal disastro dell’uragano Katrina. Tra pochi mesi ci saranno poi il Championship Game della BCS, ovvero la finale del football di college, e in febbraio l’All-Star Game NBA. Il football in Louisiana ha una grande tradizione a tutti i livelli, solo lievemente inferiore a quella esistente nel vicino Texas, e dunque non sorprende sapere che i 17.000 biglietti per l’ArenaBowl sono stati tutti venduti, e da oltre due mesi, segno che interessa la partita, non l’identità delle finaliste. Che sono Columbus Destroyers e San Jose Sabercats, con i Destroyers che arrivano abbastanza a sorpresa avendo chiuso la regular season solo con sette vittorie su sedici partite, ma il merito di avere abbattuto Georgia (che aveva chiuso 14-2) 66-56 nella semifinale, mentre i Sabercats dopo una stagione regolare da 13-3 hanno superato Chicago 61-49. Si gioca alle 21 ora italiana e la partita dovrebbe andare in onda in diretta su Eurosport. Da notare che la AFL ha superato quest’anno il proprio record di biglietti venduti: senza contare l’ArenaBowl si è arrivati a 2.005.834, superando il record di 1.919.989 stabilito nel 2004.
4. Il Media Day, termine ormai diventato di uso comune in Italia (lo ha fatto anche la nazionale di basket, la settimana scorsa) altro non è che l’incontro con la stampa, ed altre forme di comunicazione, operato da squadre o leghe o enti. E’ tradizione antica nel mondo dei college: un mesetto prima che cominci la stagione, le varie conference radunano gli allenatori e a volte qualche giocatore per squadra in un hotel e li mettono a disposizione dei media, che possono così parlare con tutti in un luogo unico, fare interviste da far uscire poi nelle settimane successive ed in generale passare un po’ di tempo senza correre dietro a gente che vuol tornare a casa dopo l’allenamento. Non sarebbe tra l’altro neppure una pessima idea per il calcio italiano, solo che andrebbe attuata dall’1 al 4 settembre al massimo: facendola prima dell’1, il 99% dei giornalisti farebbe solo domande di calciomercato, facendola dopo il 4 settembre le domande sarebbero già sul calciomercato di gennaio, e del resto si parla così poco di tecnica e tattica nei quotidiani sportivi che si ha la netta impressione, a volte, che per molti il campionato non sia che un intermezzo tra un calciomercato e l’altro. Comunque sia, al Media Day dell’Atlantic Coast Conference, la ACC, celebre peraltro per il basket più che per il calcio, è venuto fuori che il nuovo coach dei Miami Hurricanes, Randy Shannon, promosso da defensive coordinator al posto di Larry Coker, ha dato ai suoi giocatori regole molto rigide, per modificare una tendenza di comportamenti a rischio che risale addirittura agli anni Ottanta (al Fiesta Bowl del 1987 gli Hurricanes di Jimmy Jonhson, poi coach dei Dallas Cowboys, arrivarono vestiti con tute mimetiche a significare che per loro la sfida con Penn State era guerra… però persero 14-10) ma che è rimasta viva in troppi casi: lo scorso anno grande rissa in campo al termine di Miami-Florida International, con 13 giocatori squalificati dalla ACC, e ben più tragicamente l’uccisione a colpi di pistola del defensive tackle Bryan Pata e il ferimento del safety Willie Cooper, sempre con un’arma da fuoco, da parte di un tizio che è poi scappato dopo che un amico e compagno di squadra di Cooper, Brandon Meriweather, aveva a sua volta sparato per difendersi. Bene, ora è vietato il possesso di armi per qualsiasi giocatore di Miami: chi verrà sorpreso con una pistola o altra arma da fuoco verrà cacciato addirittura dall’università, non solo dalla squadra. «Se abiti nell’Iowa e vai a caccia è normale che tu abbia un fucile, ma qui a Miami non c’è bisogno di andare in giro armati» ha detto a Mark Schlabach di ESPN l’offensive guard Derrick Morse. In più, ogni giocatore con una media voto al di sotto di 2.5 dovrà vivere all’interno del campus, o vi si dovrà trasferire nel semestre successivo se appunto vive fuori (come era il caso di Pata, che abitava in un appartamento al di fuori del campus di UM). Ancora Morse, che da come parla non era di sicuro uno degli elementi a rischio, ha commentato così: «Meglio non firmare un contratto di affitto annuale se non hai intenzione di studiare sul serio. Del resto, sono adulti, hanno 21 o 22 anni, devono comportarsi come tali». In aggiunta, chi viene beccato con il cellulare in aula se lo vedrà sequestrato e non lo riavrà per due settimane, e stessa punizione toccherà ad eventuali altri compagni di squadra presenti in aula, per cui ci dovrà essere una sorta di controllo reciproco, che non ha mai fatto male a nessuno. Ultima norma, chi salta una lezione dovrà fare una sessione aggiuntiva di preparazione atletica e perderà immediatamente il posto che aveva: se era safety titolare diventerà safety di riserva, se era saf

ety di riserva diventerà seconda riserva e così via. Bravo Shannon.
5. Questa è l’ultima puntata di American Bowl prima di una piccola sosta. Non andiamo in ferie noi ma la rubrica, anche se si tratta di un concetto un po’ bizzarro, e ci ritroveremo mercoledì 29 agosto, per chi vorrà. Mancheranno a quel punto solo 9 giorni all’inizio del campionato NFL, ed avremo – letteralmente, non è una metafora – già in frigo le svizzere (ma forse qui dovremmo dire hamburger) e i panini per la nottata tra 6 e 7 settembre, quando con la diretta di Colts-Saints si aprirà realmente la stagione. Siamo malati, che possiamo farci? E comunque sia panini che svizzere sono a basso contenuto calorico…

Roberto Gotta
chacmool@iol.it
http://vecchio23.blogspot.com

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