Friedkin uguale a Pallotta

4 Settembre 2020 di Stefano Olivari

Per il momento Dan Friedkin è uguale a James Pallotta, ma per la maggior parte dei media e dei tifosi romani sembra che a Trigoria sia arrivato Santiago Bernabeu, con Allodi direttore sportivo ed i soldi della famiglia Al Thani. Sta infatti in ogni occasione mediatica dicendo esattamente le stesse cose del suo predecessore, quando nel 2011 arrivò nella capitale: l’importanza dello stadio di proprietà, le potenzialità di Roma a livello di marketing, la necessità di essere costantemente ad alto livello, i tifosi giallorossi come vero patrimonio.

Tutte cose vere ma anche tutti concetti alla portata di un salumiere, di un giornalista sportivo e addirittura anche del popolo di Twitter. Ma soprattutto tutte cose che Pallotta e i suoi dirigenti hanno sempre pensato e detto, anche se la realtà dice che la Roma dell’ultimo decennio non è stata in grado di trattenere i tanti giocatori di livello super da lì transitati, in gran parte per merito di Walter Sabatini.

Con risultati sportivi peraltro buoni, considerando che lo scudetto lo ha sempre vinto la Juventus: in nove stagioni tre secondi posti in campionato, due con in panchina Garcia e uno con Spalletti, più due terzi posti, con la gemma della semifinale di Champions League raggiunta da Di Francesco. Solo il Napoli e ovviamente la Juventus hanno fatto meglio nello stesso periodo, ma partendo (parliamo del 2011) da una situazione finanziaria ben diversa.

Come abbiamo scritto anche per altri club, non crediamo che una proprietà straniera capisca pienamente i meccanismi, chiamiamoli così, del calcio italiano, e quindi anche i migliori (ammesso e non concesso che Friedkin sia fra questi) possono con la programmazione arrivare da 0 a 90, ma non fare l’ultimo passo. Certo essendo ormai in tanti i club in mani straniere prima o poi uno scudetto uscirà dalle mani italiane, ma pensiamo che anche quest’anno sarà molto difficile. Come era scritto su certi (cioè tutti) sussidiari degli anni Trenta: è l’aratro che traccia il solco, ma è la spada che lo difende.

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