Football Leaks e la superlega dei furbi

5 Novembre 2018 di Indiscreto

I campionati nazionali stanno finendo in favore di una superlega europea, i bilanci di grandi e piccoli club sono falsi, il fair play finanziario è una barzelletta. Non si può dire che la nuova tornata di rivelazioni di Football Leaks racconti verità davvero nuove, ma questo non toglie che molti personaggi del calcio mondiale abbiano perso la faccia e che in assenza di ulteriori bombe la vicenda sarà opportunamente tenuta bassa, con qualche lodevole eccezione. Secondo lo Spiegel il Bayern Monaco da due anni starebbe valutando gli aspetti legali di un suo distacco dalla Bundesliga, ma più che altro quelli di un rifiuto costante a concedere i suoi giocatori alle nazionali, fatta eccezione per le fasi finali di Europei e Mondiali: operazione portata avanti da Rummenigge, con il sostegno di Andrea Agnelli che altri non sarebbe che l’attuale presidente dell’ECA (l’associazione dei club europei, che ne raggruppa 220 di cui almeno 200 non da superlega) e del Real Madrid.

In effetti soltanto un tossico di Bundesliga e Serie A, o chi ne detiene i diritti televisivi, potrebbe sostenere che Bayern e Juve c’entrino ancora qualcosa con i loro contesti nazionali, ma comunque se ne riparlerà nel 2021 alla scadenza degli attuali contratti televisivi. Secondo l’Espresso, altro giornale che ha potuto valutare in anteprima i documenti di Football Leaks, del progetto Rummenigge-Agnelli-Real farebbero parte anche Milan, Barcellona, Manchester United e City, PSG, Chelsea, Liverpool e Arsenal, con eventuale coinvolgimento di altre realtà (per l’Italia Inter e Roma). Al di là degli aspetti legali, saranno decisivi i soldi: se i diritti televisivi della superlega supereranno la somma di quelli attuali derivanti da Champions e diritti nazionali (per i club al top significa andare oltre i 200 milioni di euro a stagione) allora almeno il discorso da bar starebbe in piedi.

Interessante la parte riguardante Infantino, che avrebbe (ci sono le sue mail ad Al Mubarak, fra l’altro) aiutato PSG e City a eludere il fair play finanziario che lui stesso da segretario UEFA aveva ideato insieme a Platini: si comprende meglio perché questi due club ritengano nell’era Ceferin di essere penalizzati, al momento giusto, dagli arbitraggi UEFA che sarebbero (senza VAR) pilotati in modo da ‘fare giustizia’, se così si può dire. Football Leaks come al solito è in grado di fare le cifre: nel corso degli anni il contributo reale del Qatar al PSG e degli Emirati al City è stato rispettivamente di 2,7 e 1,8 miliardi di euro: confrontate queste cifre con le ricapitalizzazioni ufficiali e traete le conclusioni. Nella vicenda francese si era messo poi in mezzo, in funzione pro Qatar, anche Sarkozy, spalleggiato da Platini.

Un interessante capitolo riguarda il doping, con promessa di future rivelazioni sulle coperture per grossi nomi, ma ci sono anche vicende più italiane, come il modo in cui l’Inter del mai abbastanza analizzato Thohir, per opera di Marco Fassone (sembra un secolo fa, invece era il 2015), riuscì ad aggirare il fair play finanziario: nella sostanza un finto prestito, con la connivenza del Bayern, culturalmente non diverso (se non ovviamente nelle cifre) dall’operazione Mbappé-PSG. Senza dimenticare Roberto Mancini, che ai tempi del suo lavoro al City sarebbe stato in parte pagato da un piccolo club calcistico di Abu Dhabi, casualmente anch’esso di Al Mansour, aggirando anche in questo caso il fair play UEFA. Furbizia svizzera? Furbizia araba? Furbizia italiana? Tutte e tre, pare.

Doverosa anche questa domanda: cos’è Football Leaks? È un sito creato sul modello di WikiLeaks (quello di Julian Assange, per intenderci), ma centrato sullo sport. In forma rigorosamente anonima, ma spesso pubblicando i documenti originali, fin dal 2015 si è specializzato soprattutto nel pubblicare le reali cifre di molte operazioni di calciomercato. Molte informazioni vengono pubblicate sul sito, aggiornato di rado, molte altre condivise con i media del circuito EIC (European Investigative Collaborators, per l’Italia ne fa parte l’Espresso), quasi tutte sono difficili da smentire visto che si basano su documenti e mail originali, ottenuti in vari modi (da cui l’anonimato). E adesso? Inimmaginabili le dimissioni di Infantino, difficili le sanzioni a club e personaggi che potrebbero tirarne in ballo molti altri, mentre la superlega per uscire dal girone dell’aria fritta dovrebbe trovare un’azienda (come è stato per il tennis con la nuova Coppa Davis) che garantisca a prescindere di guadagnare di più rispetto all’assetto attuale.

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