Basket
Fine di Messina
Oscar Eleni 09/06/2025

Oscar Eleni infiltrato nel corteo misterioso che brinda al bar dei coccodrilli chiedendosi cosa vuol dire andare alle urne e non ritirare le schede. Mistero gaudioso anche più delle lacrime per Spalletti, ma i coccodrilli, si sa, piangono dopo aver mangiato le prede. Bancone affollato perché ci sono a Milano anche gli sciocchi in blu che puntano su palazzo Marino chiedendo al sindaco Sala la dichiarazione di guerra contro la Bologna del collega Lepore, ma, non per fatti politici, soltanto per sgarbi sportivi. Eh sì. La Dotta si è mangiata tutti i panettoni del regno longobardo. Vittime il Milan, il popolo rossonero dove era infiltrato anche Ettore Messina, tifoso che pure a Bologna aveva avuto tutto, gloria, trofei, insulti quando si è presentato guidando altre squadre, come “logico” nel paese mai santificato all’altare dello sport, malvisto già alle scuole elementari, degradato sulle tribune dalle tifoserie, peggio quando sono i genitori ad istigare i figlioli che palleggiano male, mai redento anche nei giorni delle favole raccontate al tavolo di Sport e Salute, adesso che al CONI devono decidere sul nuovo presidente e sono incerti visto che nella guerriglia è entrato anche il giovane ottantaseienne CARRARO.
Dicevamo della dichiarazione di guerra della MILANO bevuta contro la BOLOGNA esaltata dal calcio di ITALIANO, in gestione SAPUTO, che oltre ad aver preso la coppa Italia ai rossoneri ha complicato anche la stagione dell’Inter zero tituli che ora se la prende con il nuovo emiro Simone INZAGHI dopo averlo beatificato in viaggio verso Monaco, anche con scudetto lasciato al cinema di CONTE. I pellegrini dello sconforto per sconfitta ora sono stregati all’altare dal basket e maledicono MESSINA beatificando chi ha ridato un senso al gioco di squadra del pirata IVANOVIC e della VIRTUS di mastro SHENGELIA. Motivi per fare a botte ce ne sarebbero, ma forse prevarrà la pace, come dicono i vescovi, come vorrebbe anche il successore di BERGOGLIO, perché ci sarà già abbastanza puzza di morte dopo il referendum disertato, pensando a GAZA e all UCRAINA, alle bombe e ai droni, alla guardia civile in campo a Los Angeles dove TRUMP non accetta che gli diano torto. Ci mancherebbe. Lui ha i soldi, il potere, guai disturbarlo. Succede un po’ dappertutto.
Aria di guerra anche per scoprire chi spiava cosa intorno ai parenti dei governanti, per sapere se al CONI resteranno liberi o incatenati alla politica, se alla LEGA basket la fronda contro GANDINI porterà davvero GHERARDINI alla presidenza, magari contro il parere del PETRUCCI al momento impegnato a moderare il tavolo dei pretendenti alla sedia di MALAGÒ. In questa danza macabra al bar degli scoppiati non poteva mancare il processo nella corte guidata dal BALDINI appena promosso col PESCARA calcio, uno che non le manda a dire, soprattutto a quelli che sconsigliavano il suo ingaggio e adesso fingono di volergli bene.
La stessa cosa che capiterà ad altri allenatori, cominciando dal povero SPALLETTI rispedito fra i campi mentre GRAVINA non sa davvero a chi affidare i suoi palleggiatori maldestri, gli ACERBI del sistema dove diventi santo quando rifiuti la maglia che ti offriva l’allenatore più odiato del momento, e questa volta non è colpa di AURELIO DE LAURENTIIS o di MASSIMO BOLDI. Ci hanno provato anche con VELASCO che alle aventiniane aveva risposto come si deve, ma al volley, per fortuna, le cose vanno abbastanza bene e se c’è da schiacciare o murare insieme lo sanno fare, cosa che non succede a molte delle nostre rappresentative sportive, partendo proprio dalla Nazionale di calcio (in faccia). Poveri ragazzi, in molti sapendo già del tradimento dell’INZAGHI in fuga verso petrodollari fumanti, erano avviliti dentro, la stessa cosa per i neroazzurri che convocati per spezzare i fiordi della NORVEGIA. Insomma tutti vittime di SPALLETTI, poveri tesori che non sapete passare, tirare e tagliare fuori un saltatore in area, anche quelli che si facevano dribblare fra salmoni ed aringhe.
Faccia attenzione Gianmarco POZZECCO adesso che il suo lavoro con la nazionale di basket può ricominciare. Speriamo che pure lui non debba confessarsi come il “povero” MESSINA che uscendo dal FORUM degli infuriati, con l’ARMANI e il suo pugno di mosche, parlando di cattivo atteggiamento, come se in spogliatoio non ci fosse stato lui a “caricare” la squadra maldestramente costruita in un’estate di purghe dolorose e innesti sbagliati, mentre VACIRCA lasciava la sedia al BAIESI nella casa di ETTORRE e di STAVROPOULOS. Speriamo che anche il POZ, se le cose non andranno bene con quello che gli passa il convento del campionato dove il giocatore italiano viene considerato un peso superfluo, buono quasi sempre per spolverare le panchine, alla fine non ci venga a dire che qualcosa di buono è rimasto.
Quando lo ha detto l’allenatore del triplo scudetto milanese, rimasto senza cena dopo essersi maledetto, secondo tradizione della cabala diretta dai malefici, con la supercoppa, ci siamo tutti guardati intorno e non abbiamo davvero visto niente perché, a sentire le solite voci fuggite da seni sempre scoperti, se davvero sono in arrivo ELLIS, il tormentato GUDURIC, magari MILUTINOV in fuga dalla guerriglia di Atene dopo che il suo OLYMPIAKOS ha battuto in finale il PANATHINAIKOS del povero ATAMAN castigato anche in Eurolega, se tutto è confermato allora chi dovrebbe restare dei battuti in gara quattro dalla VIRTUS uscita da tante tempeste? Non certo MANNION se non gli troverà un ruolo giusto al fianco di registi veri, alla TAYLOR, tanto per capire l’ultima trovata di IVANOVIC, o magari CAUSEUR, non certo il BROOKS che per trovare i suoi tiri doveva navigare fra barchette bucherellate, di sicuro non avranno un futuro in rosso BORTOLANI, CARUSO, TONUT, FLACCADORI e neppure il suo fido viceallenatore FIORETTI diretto alla nuova cittadella dello sport di TORTONA al posto di DE RAFFAELE. Non resteranno neppure i gioielli della under che ha incantato mezzo mondo visto che le offerte di gioco e denaro delle UNIVERSITÀ sembrano più allettanti, anche se non tutti questi ragazzi dorati, magari, hanno davvero voglia di lasciare casa e amici, pur sapendo che sulla panchina dell’ARMANI si vive fra ragnatele invisibili.
Al bar dei coccodrilli, per fortuna nessuno apre bocca dopo essere rimasto incatenato, forse più che incantato, dalla splendida finale del tennis parigino dove SINNER ha fatto cose stupende, brindando alla coppia dove la regina ERRANI ha dato vita e sorriso a VAVASSORI e alla PAOLINI. Pensando al pesista FABBRI che spara bordate lontano dalle arene sacre, meglio in provincia che a ROMA o alle Olimpiadi parigine, bravo a Lucca e pessimo all’Olimpico, ascoltando il mondo della ginnastica che finge di essere soddisfatto per il dopo farfalle maccaraniane, un po’ come quello della moto per BAGNAIA e la FERRARI per HAMILTON, andiamo alle nostre pagelle unte e bisunte dall’estate in arrivo al Rincosur, piangendo un amico e compagno di tante avventure come GIORGIO LO GIUDICE, che ci considerava mascalzoni ad honorem già in GAZZETTA, e augurando buon viaggio nel cielo dei grandi arbitri al signor MATTEO SIDOLI che sul campo era principe e col premio REVERBERI aveva saputo creare una famiglia, un mondo di passione che speriamo trovi eredi disposti a mandare avanti l’iniziativa.
10 A POETA e IVANOVIC, allenatori di Brescia e Virtus, perché questa finale imprevista, la prima per chi difende la Leonessa, quella giusta per avere il 17° titolo nella santa casa delle VU NERE, premia due squadre vere, dove BILAN e SHENGELIA sono i capiciurma che tutti vorrebbero avere.
9 A DELLA VALLE, PAJOLA, HACKETT, DIOUF, AKELE per convincerci che abbiamo giocatori della nostra scuola capaci di lasciare grandi impronte.
8 Ai creatori di BASKET VISION che ogni giorno scrivono di vero basket e che alla vigilia di gara quattro, quella che ha deciso l’eliminazione dell’ARMANI, hanno varato una nave piena di meraviglie pilotata dal nostro “caro nemico” CAMPANA , forse ex, visto che ogni giorno giura (su questi giuramenti non mantenuti, lo confessiamo, in passato ci siamo tirati addosso scrivanie e macchine per scrivere) di pregare per battere il santo che ci perseguita, orientata dal geniale amico BONAGA. Magari trovassero altri imitatori nelle redazioni paludate o in quelle dove il basket è troppo spesso una breve.
7 A TRAPANI e VENEZIA per aver confermato due eccellenti allenatori come REPESA e SPAHIJA. Bravo ANTONELLI a non cadere nella trappola nazionale, bravo CASARIN a brindare con il signor sindaco BRUGNARO alle tante cose buone fatte dalla REYER quest’anno.
6 Al BARCELLONA per aver confermato PENARROJA e lo diciamo senza ironia anche se è uscito da una Liga dove il titolo se lo contenderanno REAL, MALAGA, GRAN CANARIA e TENERIFE. Bravi quelli dell’OLYMPIAKOS ad aver resistito alla tentazione di cacciare il BARTZOKAS che ha in Grecia ha dato di nuovo il titolo alla casa rossa.
5 Ai MALIGNI che sono convinti di vedere un peccato grave, interesse privato in luogo pubblico, nei troppi viaggi degli arbitri al tavolo per rivedere ciò che non avevano visto, mostrando le terga e la scritta dello sponsor sulla maglietta alle telecamere. Certo lunghe attese, partite capovolte più della terra rossa bagnata al Roland Garros sul 2 a 0 per Sinner, ma da non veneratori dell’Intelligenza artificiale siamo sicuri che presto avremo arbitri robot e tutto tornerà come prima, peggio di prima.
4 Agli INDIANI che si sono presi a botte per la finale di cricket nel BANGALORE, un esempio che non vorremmo ispirasse le boccucce di rosa delle nostre tribune per le finali di un basket che a Brescia, ad esempio, dovrebbero beatificare pensando a CELLINO e al calcio.
3 Alle SPECIE MARINE, oltre 1000, che rischiano l’estinzione proprio adesso che POZZECCO cerca di far capire al mondo del basket e dello sport che la scuola italiana non è estinta. Speriamo abbiano più fortuna tutti, i calamari e i nostri falsi pivot, i totani e quelli di nuova generazione anche se il referendum per rendere più facile l’italianizzazione ha visto schede non ritirate come consigliato.
2 A Giorgio ARMANI se dovesse dichiararsi deluso o pentito per tutto quello che ha fatto e speso per tenere il basket di MILANO ai massimi livelli. Lo diciamo temendo che l’amarezza di una stagione diventata grama dopo la supercoppa, dopo i tanti infortuni, il pivot perduto già in autunno, lo spingano a lasciare. Siamo sicuri che confermando MESSINA ha confermato anche la sua resistenza al dolore per una sconfitta che sembrava scritta dopo la squadra che avevano costruito.
1 A Mario FIORETTI se andandosene da Milano farà come POETA dando dispiaceri al maestro MESSINA. Augurandogli buon lavoro e buona fortuna in una società nuova, brillante, piena di idee come TORTONA, speriamo che sue idee valorizzino anche il capitale italiano di giocatori.
0 A MESSINA ETTORRE che certo si aspettava tutto meno i fischi del Forum, che di sicuro non avrà accettato le critiche di chi lo considera il primo responsabile, come dirigente e poi come allenatore, dei fiaschi ARMANI. Nessuno dimentica la sua storia, le sue vittorie, chi è stato. Certo qualche autocritica sarebbe gradita e, magari, insieme al nuovo manager sarebbe gradita una politica degli acquisti diversa, considerando il patrimonio dei giocatori italiani un vantaggio, non un peso del regolamento, passo importante che ci si aspetterebbe soprattutto dal capo dei nostri allenatori che intanto sembra orientato a chiedere al FENER, oltre a GUDURIC, anche uno degli allenatori che curavano la preparazione individuale nella squadra che con gli ex MELLI e HALL protagonisti ha vinto l’EUROLEGA.