Feltrinelli o Mondadori?

21 Settembre 2018 di Indiscreto

La morte di Inge Feltrinelli ha scatenato gli specialisti in coccodrilli, in buona parte coincidenti con autori Feltrinelli e comunque già pronti all’eventualità visto che stiamo parlando di una donna di 88 anni. Fra rimpianti per i bei tempi andati e riletture spericolate della storia, fino al solito complottismo per Giangiacomo Feltrinelli (grandissimo editore ma anche ricco che giocava alla rivoluzione, la cui morte ha davvero pochissimi misteri), si è parlato poco di cosa la Feltrinelli rappresenti: cioè una grande azienda culturale che riesce a far quadrare i conti e a cavalcare senza snobismo (senza lo snobismo di molti suoi autori, viene da dire) i tempi moderni, con la libreria diventata punto d’incontro e un po’ meno, purtroppo, punto di vendita.

Merito di Inge, brava a giocare su più tavoli e a guadagnarsi buone critiche, e del figlio Carlo, più imprenditore. La contrapposizione, se parliamo di un sistema integrato casa editrice-libreria-attività collaterali-immagine-pubblico, è sempre stata con la Mondadori, quindi il ‘Di qua o di là’ ci sta tutto. Da una parte, quella di Feltrinelli, un universo abbastanza coerente al suo interno dal punto di vista ideologico e con in pratica un brand unico. Dall’altra, quella di Mondadori, l’editoria con una pluralità di marchi (fra cui Rizzoli) rivolta direttamente quel lettore medio che in Italia esiste meno che nel Nord-Europa, con le sedicenti élite raggiunte attraverso operazioni tipo Einaudi. Facendo dei numeri, come ci piace fare, nell’Italia dei libri la quota di mercato del gruppo Mondadori è del 28,7% (dati del 2017), davanti a GEMS (Gruppo Editoriale Mauri Spagnol, che ha marchi come Garzanti, Chiarelettere, Longanesi e Bollati Boringhieri) con il 10,2, Giunti con l’8,2 e la Feltrinelli soltanto quarta con il 4,9%.

Ma nella percezione comune, non fosse altro che per la riconoscibilità delle loro librerie, la contrapposizione è fra Feltrinelli e Mondadori. Da una parte scelte abbastanza orientate politicamente, dall’altra il generalismo che però è anch’esso, in ultima analisi, una scelta politica. Detto che quasi nessuno oggi (negli anni Settanta era senz’altro diverso) compra o non compra un libro in base al nome dell’editore, è chiaro stiamo parlando di filosofie e target diversi, anche al netto dell’era Berlusconi in Mondadori. Il ‘Di qua o di là’ può quindi riguardare anche singoli aspetti, ad esempio il semplice entrare in una loro libreria senza cercare nulla di preciso: Feltrinelli o Mondadori?

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