Fedeli alla laurea (Perisic non è da Inter)

19 Dicembre 2016 di Stefano Olivari

Il giorno dopo Sassuolo-Inter è un lunedì come tanti altri, per lo meno al Champions Pub. La fiducia al governo Gentiloni, la scalata di Vivendi a Mediaset, l’autosospensione di Sala, la nuova perizia su Chiara Poggi e il disastro dei Cinquestelle a Roma sono argomenti banali, buoni giusto per riempire un Tg di provincia con in coda il lamento dei commercianti per la gente che entra nei negozi ma non compra. Scompaiono di fronte all’1-0 con cui i nerazzurri hanno battuto a Reggio Emilia la squadra di Di Francesco. Tutti hanno seguito la partita lì al bar cinese, strafelici di non dover tornare a casa per il pranzo, dimenticandosi così per un paio d’ore sia dell’assenza di una famiglia sia, soprattutto, della sua presenza. Così anche oggi nella periferia ovest di Milano il parlare di calcio è l’unica cosa che tenga attaccati alla vita insieme agli sconti 30% del Simply, al videopoker, al centro massaggi Tuina e alle polemiche su Arisa fischiata a X Factor. Del resto nessuna persona sana di mente residente in via Novara e dintorni potrebbe appassionarsi all’assemblea del PD e alle sue correnti, a meno che Renzi non sorprenda tutti annunciando il suo ritorno a Mediaset, questa volta come conduttore, con la Boschi a girare la ruota e il futuro del partito nelle mani degli emergenti D’Alema e Bersani.

Sono le due del pomeriggio e Paolo-Wang sta osservando con ribrezzo il caffè servito agli impiegati della Tuboplast, che ancora non hanno finito di commentare il ritardo della tredicesima. L’amministratore delegato Tosoni ha infatti annunciato, mercoledì scorso, che sarà corrisposta insieme a quella del Natale 2017 (il Natale 2017, va dà sé) perché, parole sue, “A primavera i mercati vedranno una grande ripresa, basta soltanto aspettare, ma adesso dobbiamo un po’ tutti tirare la cinghia. Perché nel 2016 bisogna essere un po’ tutti imprenditori di sé stessi”. Gli unici ad avere già ricevuto la tredicesima sono Cogodi, ufficialmente per la sua anzianità di servizio, e Mariella, per la sua produttività. Ore di panico, perché gli impiegati di questa azienda un tempo gloriosa temevano di non poter regalare al cugino il cofanetto ‘Relax Coppia Plus’ (in pratica un’ora di un imprecisato ‘percorso’ per due persone alle Terme di Carugate, di cui usufruire in un martedì mattina feriale a propria scelta e previa disponibilità) e alla figlia il cd degli One Republic comprato dal gambiano alla fermata di Bande Nere, che alla prima goccia riconverte i cd tarocchi in ombrelli. Poi è arrivato Cogodi, il poliziotto buono, ad annunciare che si era battuto per i diritti dei lavoratori e di aver vinto la battaglia: la tredicesima arriverà il prossimo giugno, con ben sei mesi di anticipo sul piano Tosoni. Da trader professionista Paolo-Wang deride tutti questi microservi che parlando di tredicesime e regali di Natale, lui è padrone del suo destino e capitano della sua anima: oltre a shortare sul palladio la Algoritmic ha intenzione di allearsi con Vivendi per scalare Mediaset. Per questo Michael sta cercando da giorni di fissare un incontro fra Budrieri e Bolloré, ma non capisce come mai questi spocchiosi francesi non rispondano alle sue email. Sospetta che sia perché ha come provider Jumpy, quindi ha intenzione di riprovarci dal suo account Ciaoweb. Di certo per tutta la mattina ha preparato insieme a Zhou panini cotto e fontina, una fontina dal nome impronunciabile che Ping fa arrivare dalla provincia dello Jiangsu, ovviamente con la scritta DOP, e che risulta essere il formaggio più diffuso nelle carceri cinesi. Zhou non parla e incamera rabbia: per Natale si regalerà l’uccisione di una influencer di Campobasso, di un web designer di Arabba, di un food blogger di Arezzo. O più semplicemente di un milanese che si lamenta in continuazione di Milano, ma non si leva mai dai coglioni.

Max vorrebbe lasciare il giornalismo, in realtà è il giornalismo ad avere già lasciato lui. Che prova invidia per il ragazzo, cinese di Prato, arrestato l’altro giorno perché spacciava shaboo di fronte alla Rinnovata Pizzigoni. Negli ultimi sette giorni 4.665 post sull’Inter scritti nel modo più cialtrone possibile non sono riusciti a fargli guadagnare la stima di Vincenzo, che gli ha fatto notare due titoli di Corriere.it di oggi, ‘Diletta Leotta in tubino e tacco 12 sfiora il milione sui social‘ e ‘Le modelle del calendario curvy’, invitandolo a scrivere le notizie in maniera web-oriented, parole dell’ex stagista molisano che venerdì ha litigato con un’impiegata dell’anagrafe di via Legioni Romane, molisana più di lui, che si è rifiutata di mettere ‘Techie and business developer’ alla voce professione. “Il tuo posto di lavoro sarà cancellato da noi padroni del mondo” le ha urlato tenendosi la carta di identità con scritto ‘studente’. Tornando a Max, va detto che una settimana a scrivere di Jovetic che accusa Icardi di fare la formazione, della flessibilità tattica di Pioli e dello scongelamento di Gabigol, trasformerebbe Foscolo in Ciro Venerato, figuriamoci quindi un laureato in scienze della comunicazione come lui, con tesi dal titolo ‘I top player come icone di comunicazione globale: il caso Cigarini’.

Non gli ha certo tirato su il morale il fatto che Ridge Bettazzi abbia voluto cimentarsi nel rugby, visto che Hidegkuti vuole parlare di calcio in maniera diversa, per intercettare il lettore di qualità che cercano gli inserzionisti di SUV (di solito guidati da divoratori di libri e giornali, come è noto). Lo spunto gli è arrivato dall’ultima partita di Martin Castrogiovanni giocata a Paranà, in un torneo di rugby a sette, Seven de los Gordos, per giocatori di oltre 100 chili di peso. 76.676 righe sulla poesia del rugby e del terzo tempo, sulle birre bevute con l’avversario dandosi pacche sulle spalle e sui valori di questo sport, per arrivare alla sua classifica dei migliori mille calciatori grassi della storia. Nomi alla cazzo di cane, mettendo insieme gente che si è appesantita con l’età e gente semplicemente robusta, ma l’importante è creare discussione. Dopo avere tessuto per 30mila righe l’elogio di Jan Molby, Ridge decide di incoronare Vito Chimenti ed è qui che saltano fuori dalla tomba i soliti Happel e Michels, che ricordano con ammirazione mista ad invidia il Taranto 1984-85, che i soliti beceri seguaci del dio risultato ricordano per essere retrocesso in serie C, con l’aggiunta di varie squalifiche per illecito sportivo. Il maestro austriaco e quello olandese invece si inchinano di fronte agli allenatori di quella stagione, con Happel che fa all’amico-rivale una confessione clamorosa: “Se nel 1978 uno qualunque fra Pinna, Toneatto e Becchetti fosse stato al mio posto, l’Olanda avrebbe vinto anche contro Gonella”. Il velo di tristezza scompare dagli occhi di Happel quando Michels cita la Gazzetta che scrive che i cinesi della Sino Europe hanno un giro d’affari di mille miliardi di euro. Per le risate l’aorta gli scoppia e muore di nuovo, fra le braccia di Michels, al quale regala le ultime parole: “Guardiola è molto sopravvalutato: ha l’etica di Michele Padovano e tatticamente non vale un’unghia di Toneatto”.

Chiusura del pezzo, tornato molto godibile in stile Buffa, con citazione di un Senad Gutierrez un po’ giù di tono perché il rettore dell’università di Ibiza lo ha sospeso per avere molestato due studentesse (la sua linea difensiva è che “Si tratta di un complotto delle CIA e dei servizi deviati”) del suo corso di poesia balcanica, che su Explotadores y Explotados ha voluto ricordare quel Taranto per certi versi simile al vecchio Borussia Dortmund di Klopp: ‘Quando Chimenti entrava allo Iacovone, Taranto diventava una piccola Rosario e il calcio smetteva di essere poesia per diventare un grido di battaglia contro l’imperialismo americano e l’arroganza di Israele. In ogni chiusura di Frappampina e Piscedda c’era l’orgoglio della classe operaia, ogni gol di Traini sembrava scatenare una Intifada, nella concretezza di Bordin potevi trovare tutti i valori di tutti i Sud del mondo. E poi Sgarbossa costruiva ponti, anche con le altre squadre, non muri’.

Lifen è sempre bellissima e triste, non sa più se preferire le botte dei vecchi Tong, con le motivazioni più pretestuose (dell’altroieri sono i calci dopo averla sorpresa a leggere su Gioia un servizio su Melania Trump, visto che il marito aveva appena telefonato alla leader di Taiwan), o il matrimonio-fuga con un probabile omosessuale. Non vuole accontentarsi, è ancora convinta che un giorno Kekko dei Modà verrà e la porterà via con sé. Samantha e Ylenia hanno interrotto le spese natalizie soltanto per una rapida cena al Calafuria, per seguire Sassuolo-Inter al Champions Pub e rivedere la finale di X Factor (Queste le pagelle di Samantha: “Musica di merda, quel pop negroide da Mtv fatto per i bianchi, che fa cagare ma non si può dire, interessanti solo gli scazzi fra i giudici. Ho sognato il momento in cui Arisa dicesse a Manuel Agnelli ‘Ma tu chi cazzo sei?’, però era troppo ubriaca per ribattere”), per il resto hanno dedicato il sabato e la domenica a comprare oggetti inutili a persone inutili. Entrambe sono quella parte sfigata della famiglia che, per mancanza di carattere e perché si tiene per sé i propri problemi, rappresenta il punto di incontro di tutti gli altri componenti della famiglia stessa o di quel che ne rimane. Così devono pensare ai regali ad A, B, C, D ed E, a quelli di A, B, C, D ed E a loro, e a quelli incocrociati degli altri: in totale 30 idee, minimo, da farsi venire, e 30 strade da fare. Per sé stessa Ylenia ha scelto il maglione di Scervino che tante critiche ha portato ad Agnese Renzi, nel mirino del coraggioso popolo della rete. Di cui fa parte anche Danny, che ha bisogno di sempre nuovo sangue: anche arrestassero Grillo, Di Maio e Di Battista, o mettessero la Raggi in catene, lui sarebbe contento. Basta che i magistrati arrestino e che dai verbali pubblicizzati sul Fatto si veda che tutto è marcio, in modo che la decrescita felice diventi patrimonio di tutti. No Tav, No Triv, No Ogm, No Giochi, No cambiamenti alla Costituzione, No al Trofeo Tim, No alla funzione Recall, No alla prima serata televisiva che inizia troppo tardi, No ai negozi aperti la domenica, No all’home banking, perché c’è stato un momento nel passato in cui l’Italia era perfetta.

Budrieri ha quindi saltato il pranzo domenicale in famiglia, che del resto l’Erminia non gli avrebbe preparato in alcun caso. Era infatti con Yannick, la signora Minghetti e altre groupie del podologo in tenuta da battaglia (la signora Minghetti, che da un mese si è iscritta al Get Fit, indossava lo stesso tubino della Leotta) a un mercatino di Natale africano, in un angolo del Parco Sempione, rigorosamente con articoli rubati ma anche alcuni originali di artigianato senegalese, come il diploma di laurea. Non esiste infatti senegalese residente in Italia, sempre ovviamente per sfuggire a guerre e persecuzioni (ma l’unica reale è la musica di Youssou N’Dour), che non sia come minimo ingegnere (anche il podologo lo è, ingegnere idraulico) e quindi tutta la comunità ha seguito con particolare interesse il caso Fedeli, ministro dell’Istruzione che ha mentito sulla laurea e che non ha nemmeno la maturità propriamente detta. “In Senegal non sarebbe mai successo”, ha spiegato ieri Yannick mentre l’Erminia gli pagava il pranzo con i soldi che l’astuto Budrieri pensava di avere ben nascosto dentro un vecchio cofanetto Sperlari.

Al pomeriggio il 71enne socialista nenniano ha comunque incrociato D.J. John, che con Linus sta adottando una nuova tattica: visto che è ancora scosso per la morte del suo cane in un incidente, pensa che possa essere ricettivo nei confronti di un nuovo format del dee jay tarantino, dal titolo Animal Factor: in pratica i concorrenti devono cantare il peggio possibile e il pubblico deve associarli ad animali. Nella seconda manche l’obbiettivo diventa invece cantare il meglio possibile: il vincitore farà il bene dell’animale a lui associato, perché Radio Dee Jay farà un’offerta ad associazioni che si occupano di quella specie. Il cinico D.J. John nel suo curriculum ha messo anche ‘dog sitter’, quando in realtà per pagarsi lo spazio a Radio Studio 54 Taranto organizzava combattimenti clandestini di cani, vendendo anche i video. Stavolta è convinto che Linus crollerà. Intanto Marilena e il business angel sembrano al capolinea: lui vuole che lei smetta di lavorare al centro Tuina e che faccia soltanto la casalinga, generando almeno due frugoletti. Il fatto che lui non abbia un lavoro e che debba pagare più alimenti di Brad Pitt, unito all’assenza di una casa e alla menopausa imminente di lei, rende il progetto ambizioso e in ogni caso Marilena si sta guardando intorno. Stamattina ha praticato un massaggio olistico a un prete che sta vivendo un momento difficile: in pratica gli ha fatto una sega, come agli altri, però l’ha presa alla lontana.

Mentre Lifen spiega agli impiegati della Tuboplast che non vengono più accettati buoni pasto, che del resto alla Tuboplast hanno tolto da mesi, e che gli scontrini torneranno quando sarà eletto il successore di Sala, Budrieri cerca di leggere la Gazzetta sul bancone della Sammontana ascoltando in sottofondo il Gianni, il Walter e il Franco analizzare la partita di ieri, mentre Ibrahim, Nabil (che oggi si sente vicino alle posizioni di Giachetti) e gli altri spacciatori maghrebini cercano di tirare sera dedicandosi al videopoker tarato da un tecnico amico di Ping, che in pratica ha reso impossibile vincere anche con una scala reale. L’ex pensionato ATM, che venerdì scorso ha pagato l’IMU per l’appartamento di Gorino occupato dalle africane incinta e dagli hacker russi, non cede al populismo e alla xenofobia dilaganti in Europa e rimane un moderato: spera nel ritorno del proporzionale anche alla Camera, in modo da rendere obbligatorio il governissimo. Ma quando sente frasi del tipo “Brozovic ha preso in mano la squadra”, “Gabigol deve ritrovare il ritmo partita” e “Con Obi Mikel il centrocampo sarebbe più equilibrato”, getta per terra la Gazzetta spiegazzata che titola ‘Inter, è rinascita?’’ e soltanto con l’arma del suo carisma affronta il resto del Champions Pub, anche se lui che visto giocare Di Sauro e Barollo non dovrebbe mettersi sullo stesso piano di chi crede che l’Inter sia stata inventata da Icardi: “Bene i tre punti, contro mezzo Sassuolo erano il minimo. Ma non ho visto passi avanti, anzi il ritorno della difesa a quattro dopo gli esperimenti con Sparta Praga e Genoa non significa che Pioli è flessibile ma soltanto che non ha le idee chiare e che forse ha ragione Jovetic a a pensar che la formazione nemmeno la faccia lui. Positivo il fatto che Candreva giochi davanti, visto che in questo momento è il più pericoloso. So che volete farmi commentare i cinque minuti di Gabigol, ma le parole per farlo non ci sono. Poi solo grinta Icardi, scomparso Perisic che è peggiorato rispetto ai tempi di De Boer. Dove sono quelli che qui dentro dicevano che Perisic sarebbe da Real Madrid? Forse è da Real Madrid, ma di sicuro non è da Inter”.

(Continua. La versione riveduta e corretta di questa puntata, con tutti i personaggi, sarà pubblicata a fine maggio 2017 con il nuovo libro).

NonèdaInter (Copertina eBook)‘Non è da Inter – Alla periferia della vita’ contiene le puntate pubblicate fino al giugno 2015 ed è disponibile per Kindle di AmazoniPad-iPhone-Mac , ma anche per tutti i gli altri tipi di eReader attraverso la piattaforma di Bookrepublic. Prodotto da Indiscreto, ma giusto perché non lo abbiamo voluto dare a Mondadori e Feltrinelli, costa 4,99 euro. Il cialtronismo della cifra non è nostro, in periferia sappiamo benissimo che si tratta di 5 euro, ma dei poteri forti dell’e-commerce che pretendono che un prezzo termini in questo modo. 

Avvertenza per i nuovi lettori: Non è da Inter trae ispirazione dalla realtà, ma non è la realtà. Chi lo ritiene volgare o si ritiene offeso può semplicemente non leggerlo. 

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