La pompa nel controsoffitto (Faulkner non è da Inter)

21 Ottobre 2016 di Stefano Olivari

Tavola_Fredda_2014Quello dopo Inter-Southampton è un venerdì come tanti altri, per lo meno al Champions Pub. Se Renzi e la sua corte dei miracoli si fossero incontrati con Obama proprio lì, davanti al Nails Center, invece che a Washington, nessuno avrebbe smesso per un istante di discutere del comunicato della Curva Nord. Se la Schiaparelli si fosse schiantata sulla rimessa dell’ATM di via Novara invece che su Marte nessuno avrebbe ritenuto la notizia più interessante della media gol di Gabbiadini. E se l’allarme bomba fosse scattato al Simply, invece che alla Centrale, tutti prima di scappare avrebbero continuato a leggere il diciottesimo articolo consecutivo della Gazzetta sul Milan dei giovani.

dalailamasalaSono le due del pomeriggio e Paolo-Wang sta servendo ai dipendenti della Tuboplast un caffè che gli ha consigliato un nuovo fornitore, anche lui cinese, tale Ping, diventato una piccola celebrità locale per essere nipote di uno dei 14 cinesi che sono finora morti a Milano nel 2016. Uno strano fenomeno: su circa 28.000 cinesi residenti a Milano, dei quali non fa ancora parte Steven Zhang, nel 2015 ne sono morti ufficialmente 22 mentre i nati sono stati 471. C’è qualche conto che non torna, ma gli unici conti che interessano a Paolo-Wang sono quelli del forex trading, infatti questa mattina mentre buttava di malavoglia le pennette mari e monti nella teglia si è messo a shortare sulla corona norvegese. Il caffé in ogni caso fa cagare e Cogodi butta lì l’ipotesi di mandare una mail al Nino, per sentire come sta, ma giustamente il Walter e il Gianni osservano che il Nino non ha mai avuto un computer né tantomeno un indirizzo mail. Cogodi ha saputo da Tosoni che nei prossimi mesi bisognerà arrivare a 127 esuberi, ma senza buonuscite: starà a Cogodi ideare un programma di mobbing che induca 127 dipendenti della Tuboplast su 144 a dare le dimissioni. Lifen è sempre bellissima, anche con l’occhio nero che i vecchi Tong le hanno fatto in maniera del tutto gratuita: ieri sera stava infatti cercando X-Factor quando è capitata per caso su un servizio riguardante l’arrivo del Dalai Lama a Milano. Lei non sa nemmeno chi sia il Dalai Lama, l’ha visto insieme a Richard Gere ma non si è fatta domande né tanto meno ha espresso opinioni politiche. Solo che i Tong nonno e padre, onestamente uguali, hanno interpretato il suo zapping come un atto di ribellione e hanno alzato le mani urlandole ‘traditrice’ e ‘puttanella del Kuomintang’. Non vedono l’ora di scaricarla ad un marito, sia pure orrendo come Zhang Gang, quella ragazza a loro giudizio problematica. Zhou è triste per i problemi finanziari del Geas, al punto che sta meditando di mettere insieme una cordata di appassionati milanesi per rilevare la società: lui è cresciuto nel mito dello squadrone 1977-78 e non vuole che tutto finisca travolto dall’oblio. Intanto ha trascorso una mattinata a preparare panini con il minimo sindacale di salumi, mentre Paolo-Wang lo stordiva con le sue strategie di trading su palladio e zinco, al di là della posizione già presa sulla corona. Zhou pensa di essersi innamorato di Geraldine Darù, dopo averla vista a Matrix.

hidegkutiMax è così disperato da aver mandato un curriculum alla Tuboplast, al momento sta scrivendo 90 post al giorno per SuperMegaInter.com e gli altri siti del network, che ha Tuttomercatoweb come modello probabilmente irraggiungibile per qualità e quantità. L’idea di essere vicino di scrivania di Mariella, magari sbirciandole nella scollatura e di sicuro fissando quelle sue gambe di marmo (forse sta esagerando con la palestra, anche più della Demi Moore originale, e ormai ha i polpacci di Cavendish), gli ha consentito negli ultimi giorni di non suicidarsi mentre si occupava di Ausilio che ha pensato a Garcia in caso di esonero di De Boer, dell’apertura di un ufficio Inter a Nanchino, di Wanda Nara che ringrazia i tifosi che hanno applaudito Maurito dopo il rigore sbagliato, della Curva Nord che si è calmata dopo la multa data a Icardi, di un miliardo di dichiarazioni insulse e di voci di mercato su sconosciuti che non ha alcuna voglia di conoscere, da Lindelof a Verre, da Batshuayi a Piripicchio. Comunque sempre meglio questa merda della presunta qualità di Hidegkuti, con Ridge Bettazzi che sta diventando sempre più insistente e arrogantello: ha infatti mandato una sua minibiografia da pubblicare dopo il sommario, in cui si leggono cose del tipo ‘Viaggiatore e sognatore, contiene moltitudini’. Ma il peggio sono i suoi pezzi, nell’ultimo Luvanor e Pedrinho fanno il bilancio della loro esistenza e si chiedono se abbiano mai giocato con un attaccante più forte di Cantarutti. La risposta, dopo 97mila caratteri scritti in maniera godibile, alla Buffa, la dà un immaginario Gianni Di Marzio, il quale dice che ‘Is blowin’ in the wind’. Un po’ telefonato l’aggancio con Dylan, ma utile per far entrare in scena il neo Nobel, che sorprende tutti, dicendo che lui sta alla musica come Angelo Carbone sta al calcio e che se fosse un giocatore di oggi vorrebbe essere Davy Pröpper del PSV. Altro aggancio per chiusura, con una citazione di Senad Gutierrez, la cui anima bosniaca è perfettamente compenetrata in quella cilena: “Non puoi definirti uomo se non sei passato da Eindhoven. In un pallone calciato da Willems c’è tutta l’anima del Brabante, dell’Olanda, dell’Europa. I paria del mondo, quando viene a mancare anche l’ultimo pezzo di pane e l’ultimo goccio di vino, sanno che Eindhoven esiste e che un giorno avranno giustizia”. Salvatore da Locri è su di giri per la stagione NBA che sta per iniziare, con la sua smart card tarocca di Sky (ha anche quella di Premium, sempre tarocca, perché gli piacciono i commenti di Bagatta sul football: con lui si respira l’America, dice a nonna Agatuzza) e una password per NBA League Pass usata da mezza costa ionica. Per fortuna è stato abbastanza sintetico, 32mila righe a tema ‘I cento migliori locali hip hop di Philadelphia’. Da notare che in vita sua è uscito dalla Calabria solo in un’occasione, per accompagnare la nonna a fare una visita oculistica a Belluno, e che l’ultima volta che ha ascoltato musica dal vivo è stata nel 2011, in un locale di Soverato dove si esibiva una cover band dei Dik Dik.

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Samantha e Ylenia mercoledì sera al Calafuria hanno litigato per la seconda volta in vita loro, la prima era stata quattro anni fa per un poster di Liam degli One Direction su cui Samantha aveva scritto ‘froscio’. Questa volta a causare lo scazzo è stato il viaggio di Renzi negli Stati Uniti, con Ylenia delusa per l’assenza di Malagò nella delegazione italiana ma anche esaltata per le parole e i vestiti di Michelle Obama, che lei ha paragonato a Jackie Kennedy per eleganza e classe. Samantha si è incazzata e quasi ha sputato il surimi di cui aveva piena la bocca, gridandole che se Michelle non fosse negra tutti giudicherebbero cazzate le cose che dice, invece per sembrare corretti i giornalisti la considerano come Roosvelt. E poi quel culo gigantesco, molto più atletica Agnese Renzi senza metterla già dura con l’alimentazione sana e il cazzo di orto alla Casa Bianca: meglio la verdura del Simply. Samantha si è presa della razzista da un origliante cameriere maghrebino senza permesso di soggiorno, costretto a riprogrammarsi come finto profugo siriano minorenne (è già nonno di due nipoti, in realtà). A mettere pace fra le due è riuscita per fortuna Hadiya, che per paura dello zio Hazem ha mollato il tatuatore bisex di Rho fingendo di essere sempre iscritta alla scuola di estetista, in modo che il gemello dell’indimenticato Hossam non le trovi un marito egiziano o giù di lì. Ylenia le ha consigliato di fingere di essere fidanzata, almeno fino a quando lo zio non se ne sarà andato in Val Pusteria a cercare vendetta, ma l’unico maschio a sua disposizione nell’immediato sarebbe Danny, che chiaramente preferisce la compagnia di Franco Causio Omar ma soprattutto Genevieve, che ha sempre un sacco di inviti a sfilate ed eventi con gente palestrata (qualche giorno fa a una prima teatrale gli ha presentato il direttore editoriale di una rivista di fist fucking). Una situazione seria, su cui c’è poco da ridere: per fortuna Hazem, che ha trovato un posto da aiuto-pizzaiolo al Corvetto superando il test decisivo (il vero pizzaiolo egiziano deve produrre una pizza bassa, al tempo stesso cruda e bruciata, con quasi tutti gli ingredienti messi alla fine e non legati, rigorosamente senza lavarsi mai le mani) con una certa sicurezza. Insomma, per il bene di Hadiya Danny dovrà adattarsi per qualche giorno a recitare la parte del fidanzato con intenzioni serie, lasciando da parte body building e insulti a Pizzarotti. Meglio se anche milanista, visto che Hazem sotto Allah mette soltanto Peppe Di Stefano ed è convinto che a gennaio il Milan post-closing farà grandi colpi. In realtà Hadiya non disdegnerebbe di uscire con Carlos, ma un ecuadoregno con debiti di gioco per 20.000 euro non è al momento presentabile in famiglia. Fra l’altro il compenso per l’ultimo snuff movie l’aveva messo sul gol di Icardi contro gli inglesi.

linusBudrieri è rimasto molto colpito dall’arresto di Corona, anche perché lui nel controsoffitto del trilocale di via Novara ha nascosto le cose che gli sono più care: la pompa di Marino Basso, il libro ‘Grande Inter figlia di Dio’ autografato da Danilo Sarugia, ma soprattutto la ciabatta della zingara che puzza ancora esattamente come due anni fa. Merito della tecnologia della De Fonseca o del particolarissimo odore di quel piede libero e selvaggio, che adesso uomini cattivi costringono a weekend a Santa Margherita, con aperitivi e barche sempre uguali? Non ne può parlare con nessuno, tantomeno con D.J. John che continua ad inveire contro Linus: mercoledì a Deejay chiama Italia la sua ossessione ha detto che al mattino alle sette e mezza fa gli addominali e l’artista tarantino non l’ha presa bene: “Bravo Linus, che ci sbatte in faccia i suoi privilegi. L’Italia degli Albertino e dei Fargetta alle 5 del mattino è già in pista, per arrivare alla fine del mese, mentre quella dei Linus ha come massimo problema il fitness”. Budrieri ha provato a fare scudo alle brocche venete con il suo poco tonico corpo, fasciato dal golfino bordeaux dell’ATM, ma D.J. John è riuscito lo stesso ad afferrare un piatto che l’Erminia aveva messo vicino alla torre di Pisa e al cubo da sfregare per le foto del Colosseo. ‘Dona sconpagnà xe senpre mal vardà’, comprato nei primi anni Ottanta vicino a Treviso mentre l’Erminia flirtava con un camionista kosovaro e Marilena bambina si tagliava i polsi in macchina, rimarrà un ricordo di tempi felici. Ieri pomeriggio ha ricevuto la chiamata di un vecchio collega dell’ATM: il suo portafogli è stato ritrovato vicino all’edicola della stazione di Cascina Gobba, senza soldi e documenti ma con la tessera fedeltà del Simply e il foglietto indicante il numero di telefono, lo potrà ritirare da tale Vanni alla stazione MM di Cascina Gobba. Così Budrieri stamattina ha preso la metropolitana, arrivando a Cascina Gobba alle 8.45 esatte. Proprio l’ora di inizio del solito sciopero del venerdì, di cui non si ricordava. Per farla breve: il Vanni non si è presentato, Budrieri ha chiesto all’uomo nel gabbiotto ma questo gli ha detto di non conoscere alcun Vanni. E in ogni caso gli ha consigliato di affrettarsi a prendere il treno in partenza con direzione Assago, che per qualche ora non ne sarebbero partiti altri. Budrieri si è così catapultato giù per le scale ma ha potuto soltanto veder partire l’ultimo treno, con dentro una quarantina di adolescenti maghrebini tutti con ai piedi le Air Jordan 12 Retro Wool (ha riconosciuto subito il modello) che urlavano slogan pro Isis. Da Cascina Gobba all’inizio di via Novara sono circa 14 chilometri, in 4 ore Budrieri ce l’ha fatta e si è presentato direttamente al Champions Pub. Tanto a casa non lo stava aspettando nessuno.

rober-faulknerMentre Lifen spiega ai dipendenti della Tuboplast, svogliatamente avviati verso l’ufficio, che la carta per gli scontrini sta per arrivare da un fornitore slovacco, Budrieri è costretto ad ascoltare l’analisi di Inter-Southampton fatta dal Gianni, con il Walter, il Vito, il Roberto, Luca il bestemmiatore (che il Gianni ha licenziato e riassunto all’officina, il che lo rende di nuovo l’unico del bar con un lavoro dal futuro solido) e gli altri ad annuire, manco stesse parlando Vittorio Pozzo. Da notare che ieri sera la gloria dell’ATM era a San Siro con il Gianni, il Walter e il Vito, quindi si tratta di un ripasso. Le orecchie di Budrieri devono ascoltare considerazioni del tipo ‘La squadra ha sofferto, ma trascinata dal pitbull Medel ha tirato fuori la grinta’ e ‘Icardi non ha segnato ma si è mosso bene, da uomo squadra e da capitano’, oppure ‘Candreva ha fatto una partita di grande sacrificio e poi ha dimostrato la sua classe’, fino ad un inarrivabile ‘La società ha gestito bene la faccenda del libro a livello di comunicazione’. Qui Budrieri non ce la fa più e con un moto di stizza spazza via dal bancone Sammontana la Gazzetta di oggi che titola ‘Inter Fiuuu!!!’. Lui che ha visto giocare Doldi e Montanari non può mettersi a discutere con chi crede che l’Inter l’abbia inventata Brozovic: “Non so che partita abbiate visto, ma è stata la peggiore Inter delle undici con De Boer, nel primo tempo non c’è stata un’azione con tre passaggi di fila. Candreva anche lui al minimo, Icardi era giusto incazzoso con i compagni. A questo Brozovic non darei nemmeno una maglia di magazziniere, poi. Non so dove abbiate visto questa grande grinta, senza Handanovic gli inglesi avrebbero vinto tre a uno e adesso addio Europa League. Quanto alla faccenda del libro, si è chiusa all’italiana con Icardi che ritoccherà la seconda edizione quando ormai non fregherà più a nessuno. Esaltate questa società, ma un direttore della comunicazione che non legge il libro del giocatore più importante della squadra non si è mai visto: per voi sono tutti genii, questi che parlano in inglese, ma per me Faulkner non è da Inter”.

NonèdaInter (Copertina eBook)‘Non è da Inter – Alla periferia della vita’ contiene le puntate pubblicate fino al giugno 2015 ed è disponibile per Kindle di AmazoniPad-iPhone-Mac , ma anche per tutti i gli altri tipi di eReader attraverso la piattaforma di Bookrepublic. Prodotto da Indiscreto, ma giusto perché non lo abbiamo voluto dare a Mondadori e Feltrinelli, costa 4,99 euro. Il cialtronismo della cifra non è nostro, in periferia sappiamo benissimo che si tratta di 5 euro, ma dei poteri forti dell’e-commerce che pretendono che un prezzo termini in questo modo. 

Avvertenza per i nuovi lettori: Non è da Inter trae ispirazione dalla realtà, ma non è la realtà. Chi lo ritiene volgare o si ritiene offeso può semplicemente non leggerlo. 

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