Fassinotti c’era

10 Marzo 2014 di Stefano Olivari

I Mondiali indoor di atletica sono sì mondialini, come dicevamo anche quando in Italia finiva qualche medaglia, ma possono lo stesso essere bene organizzati e rivelarsi un successo di pubblico e di spettacolo televisivo. A Sopot è andata proprio così, con presenze significative anche nelle sessioni mattutine di venerdì e sabato, nonostante non ci fosse nemmeno un atleta fra i pochi in grado di uscire dalle brevi dei giornali. L’anello di 200 metri rende emozionanti anche gare di corsa sulla carta squilibrate e dà quindi una speranza a molti: gli atleti italiani che hanno puntato tutto su Zurigo, inteso come campionato europeo del prossimo agosto (al meeting della Diamond League al massimo potrebbero essere invitati la Trost e i triplisti, forse Fassinotti se si confermerà), hanno insomma sbagliato. Per questo è stupido prendersela con i 12 presenti azzurri per le zero medaglie raccolte in Polonia, i piazzamenti mediocri (il migliore è stato Fassinotti, sesto nell’alto) e il peggior rendimento complessivo in 15 edizioni della manifestazione: chi era in Polonia era sicuramente meglio di chi è stato a casa, per infortuni, programmazione, scelte strampalate (il classico mezzofondista che vuole allungare e rimane a metà del guado), strane e meno strane voci. Note di merito comunque per Marzia Caravelli nei 60 ostacoli, con il personale di 7″97 fuori dalla finale per un centesimo, per le quattrocentiste Spacca-Bonfanti-Milani-Bazzoni che hanno battuto di quasi 2 secondi il record italiano in staffetta, per la Magnani dignitosa nella marea africana (terza fra le europee, perché l’olandese Hassan è meno ‘tarocca’ di altre) e per Fassinotti con il suo 2,29 alla prima prova che nelle grandi gare è la base da cui partire. In rapporto al potenziale ha molto deluso Dal Molin negli ostacoli, chissà che questo non gli dia la rabbia per regalarsi finalmente una stagione all’aperto di alto livello.

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