Basket
Fango contro il Re
Oscar Eleni 04/11/2024
Oscar Eleni fra le capanne colorate del Suffolk insieme agli indiani Cuna che, fuggendo da un‘isola panamense, hanno tirato fango verso il re, le autorità, senza ancora sapere che questa rivolta avrebbe ispirato altre proteste. Lo hanno scoperto a Valencia il Re di Spagna e il suo primo ministro davanti a gente furiosa, stanca di bugie nel dopo catastrofe, dopo le tante vendute prima dei disastri. Nel dolore la rabbia. La gente sembra stanca, anche se poi, votando o, peggio, non votando, sembra approvare tutto, piangendo davanti all’ambulatorio che prevede una visita oncologica nei prossimi due anni, urlando davanti al fruttivendolo che alza i prezzi anche più del macellaio, del fornaio, dell’azienda elettrica.
Ma checcefrega ma che c’importa se l’oste nel vino ci ha messo l’acqua e la Ferrari non se la cava sulla pista bagnata, felici per la vittoria di Bagnaia anche se resta dietro nella corsa mondiale, contenti di sapere che nel calcio litigano, si tirano addosso di tutto, non soltanto il fango, ma sono eccitati perché il Gasperini ha fermato il Conte e l’Atalanta ha rimesso in gioco quasi tutte le signore in pelliccia. Anche il basket si tiene in forma con il lancio del fango mentre a Trieste volano randellate fra spettatori, gli infelici al seguito della Varese spolpata e quelli che con stupore vedono una neopromossa fare cose bellissime sul campo come Trapani.
A proposito di fango da tirare, diciamo che nelle curve delle più ricche stanno allevando topi giganti, come in Tanzania, per scatenarli cercando le mine che al momento rendono così difficile la stagione per Armani e Segafredo: in Europa sono trattate come intruse, in Italia aggredite senza rispetto. Certo le ricche signore hanno anche uno scudo protettivo che sembra proteggerle accettando ogni tipo di giustificazione. Prendiamo il dopo partita del Messina massacrato nella bella Trento: “Stanchezza negli uomini chiave”. Ma buttiamole via queste chiavi se davvero si giustifica pure con la stanchezza il parziale a 0 punti fra primo e secondo quarto, mentre Galbiati cavalcava Ribot e prendeva a calci gli asini della nobil casa che alla fine hanno segnato la bellezza di 57 punti. Pazienza se ne hanno presi 91 di punti sulla testolina mentre si aggravava il malessere del gruppo geniale in panchina, quello che dopo ogni stangata presenta lo slogan buono per ogni catastrofe: silenzio, lavorare, chiudersi in palestra. Ci sembra giusto, peccato che poi da quella palestra si debba anche uscire.
Certo se la cava meglio nella ricerca giustificazioni il Banchi che deve proteggersi dalle vespe sotto i portici e, magari, anche nella sua squadra che ha trovato la luce per recuperare e poi battere Treviso rimasta nel gorgo insieme a Varese, Sassari e la Napoli che, in meno di 40 secondi, è riuscita a farsi rimontare da Venezia sotto perdendo una partita che sembrava sua, almeno prima di quei 46 secondi fatali, un bello 0-9.
Accettando il consiglio dei moltissimi che, congratulandosi per un premio alla carriera, hanno anche fatto capire il disagio visto che spesso non capiscono quello che scriviamo. Accidenti. Colpa di chi scrive se la gente non capisce, ma sbattertelo così in faccia, nel giorno in cui aspettavi almeno un gelato a colazione, ci consiglia di andare sul breve, magari piacciono più le pagelle come ci hanno detto in tanti, sempre congratulandosi, ma facendo capire che ne hanno piene le tasche di questi voli salgariani fuori dalla noia della vita incatenata dei malati che non provano a dimenticare il fuoco e l’età. Va bene.
10 Al FORRAY capitano dell’imbattuta Trento, un leone argentino che ispira un gruppo dove, guarda un po’, le trasferte, la fatica, sono divertimento e tutto è un gioco lontano dai tablet e dai telefonini. Certo che prima o poi cadranno, ma è bello battere le mani a Longhi e alla società, a Galbiati e al suo staff come avrebbe apprezzato il nostro GRIGO che pesca da lassù.
9 Al PILLASTRINI che a Cividale riesce ancora a portare entusiasmo, insegnando, dicendo cose sensate, ricordando a chi governa che forse da 20 anni non riusciamo più a pensare alla costruzione del giocatore, alla vita vera dei club. Certo il marketing e le marchette aiutano ad ingannare, ma poi il campo dice quando siamo indietro. Brocchi dentro a prescindere e tanti complimenti agli allenatori delle giovanili azzurre che ancora ci illudono e lavorano bene.
9 con lode a DELL’AGNELLO se davvero la sua Rimini riuscirà a governare il bel mondo della A2. Sappiamo che cosa vuol dire avere una tigre nel motore come diceva Tanjevic pensando a lui.
8 Al mago REPESA che dopo la prima caduta con Trapani ha presentato a Brescia un gruppo di lupi scatenati, certo le 16 triple hanno aiutato, mascherando persino lo 0 su 8 di ALIBEGOVIC che anche nelle giornate sbagliate sa farci capire che dentro ha talento.
7 Al DE RAFFAELE silenzioso che trova vittorie anche quando sembra che la sua Tortona abbia crampi alle mani. Attenti al lupo, uno che sa lavorare, guidare una bella squadra, lavorare per crescere.
6 Al DELLA ROSA che nel caos creato da Rowan a Pistoia è riuscito a portare a casa una vittoria importante contro la Reggio Emilia che sembra sul punto di sbocciare e poi inciampa facendo diventare blu il Coldebella che già deve difendersi dai tifosi Virtus con la memoria corta.
5 A MILICIC se davvero dovrà fare le valigie nella città dove ha portato una Coppa Italia e tante giornate allegre. Peccato. Certo il finale contro Venezia dice che il malessere è diffuso.
4 A VARESE se davvero, come dice il suo allenatore, ha fatto una partita vergognosa a Trieste. Certo la squadra è debole e la società confusa non soltanto per la svendita di Mannion. Cattivo il clima in una città dove erano davvero abituati a vedere un altro basket, soprattutto una squadra con un altro spirito.
3 A SASSARI che respira vivo fuori dal campionato e poi si perde in finali balordi come quello contro Tortona. Forse tornerà il sole, forse serve un giocatore in più, di sicuro serve una società che sappia proteggere le sue scelte.
2 Al grande Ghighi PARODI, la prima anima dei Giganti che furono, ex giocatore dell’Italsider, se non manderà un vassoio di paste al Domenicale che ha dedicato l’ultima uscita al basket nella GENOVA che ospiterà le azzurre.
1 Agli AGENTI che brindano aspettando le rivoluzioni di Milano a fine stagione, felici che in questi ultimi anni ben 57 giocatori siano passati al servizio della nobile casa milanese, convinti che anche nella prossima potranno servire in tavola i bolliti adatti.
0 A FIORETTI che dopo i tormenti per l’otite del capo, dopo un discreto lavoro in coppa battendo la VIRTUS, aveva pregato per il ritorno del leader in panchina. Be’, la batosta di Trento, gli 11 punti del secondo quarto, dicono che la malattia è diffusa, anche col leader alla guida del triciclo, senza uno con la patente sul campo per guidare davvero.
info@indiscreto.net