Facile andare a casa Schwazer

24 Agosto 2012 di Stefano Olivari

Visto che sta per ricominciare la serie A calcistica, con acrobatico entusiasmo mediatico per i ‘gggiovani’ dopo decenni in cui ci avevano spiegato che non erano pronti, usciamo dalla retorica olimpica. Anche dalla nostra, che non riusciamo a staccarci dal canale 281 di Sky, per dire due cose su un Alex Schwazer ormai entrato in un girone processual-giudiziario da cui potrà uscire in 3 modi: a) come Pantani; b) come uno dei 10mila pseudopentiti che dopo 2 o 4 anni di stop tornano, per citare una biografia (crediamo l’unica esistente) di Mario Boni, peraltro anche lui squalificato (nel 1994) per doping, più forti di prima: c) come uno che pensa che la vita non possa coincidere con 35 chilometri al giorno di marcia, decidendo di fare l’imprenditore, il taglialegna, il barista, al limite anche niente perché i soldi degli sponsor non li ha spesi tutti in Epo turca. Tifiamo per la soluzione c), ma non azzardiamo previsioni anche perché la linea del genere ‘ho fatto tutto da solo’ sta cadendo a pezzi e non solo per il presunto incontro con il dottor Ferrari in compagnia della presunta ignara fidanzata Carolina Kostner svelato dal vero scoop di Panorama. Parlando del presente meritano invece una sottolineatura due riflessioni fatte da Schwazer stesso. La prima è che quelli che si indignano per il suo doping sono gli stessi che parlano di ‘delusione’ per un quarto posto olimpico o mondiale, con una sufficienza (l’aggiunta è nostra) che non riserverebbero ad una qualunque squadretta con qualche migliaio di dementi pronti a scendere in piazza in maniera fideistica. La seconda è che i controlli a sorpresa della Wada, al di là del fatto che siano davvero a sorpresa, trovano spesso uno scudo stellare nella circolazione nei vari paesi del mondo. E’ chiaro che potersi muovere con la sola carta di identità è diverso che farlo con un visto. Anche da questo dipendono il basso numero di positività in paesi di ‘tutti fenomeni’ e i periodi di preparazione in capo al mondo, sia pure con l’obbligo di segnalare lo spostamento, di atleti europei.

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