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Eurovision: Gabbani per compiere il miracolo?

Paolo Morati 12/05/2017

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Sarà anche merito di Francesco Gabbani, in gara quest’anno a Kiev con Occidentali’s Karma, ma non si era mai visto in Italia un tale interesse per lo Eurovision Song Contest dai tempi… ecco praticamente da mai. Noi, personalmente, ne scriviamo da circa 20 anni (e lo seguiamo fin da ragazzi) e su Indiscreto riserviamo da tempo l’attenzione che riteniamo giusta per un concorso che in ogni caso è seguitissimo in buona parte d’Europa.

Certo ci sono Paesi dove vincerlo conta quasi come i Mondiali di Calcio (quelli nordici ad esempio, ma anche l’Irlanda. Almeno quando lo vinceva… in Spagna ha ugualmente un enorme seguito) e altri che invece lo vivono in modo più folcloristico (come il Regno Unito, regolarmente bastonato negli ultimi anni), ma in Italia non è mai stato preso molto in considerazione nemmeno quando si è riusciti a vincerlo: ossia nel 1964 con Gigliola Cinquetti (poi seconda nel 1974) e nel 1990 con Toto Cutugno (comunque già molto popolare in Europa), la cui vittoria in quel di Zagabria con Insieme: 1992 andò in onda in differita su Raidue, tanto per capire l’interesse che ruotava all’epoca attorno alla manifestazione.

Ritornata a gareggiare nel 2011 dopo una lunga pausa iniziata nel 1994 e interrotta solo una volta nel 1997 (quarto posto dei Jalisse), l’Italia ha fatto sempre buone se non ottime figure in classifica (Emma a parte) e complice l’enorme popolarità di Francesco Gabbani in questi giorni se se ne stanno praticamente occupando tutti i media nostrani. Detto questo, dopo quella di martedì, ieri si è svolta la seconda semifinale dello Eurovision Song Contest con nessuna particolare scintilla.

Contenti per il passaggio dell’austriaco Nathant Trent (madre italiana la sua) e per la star croata Jacques Houdek con il doppio registro vocale (quello lirico riservato a una parte in italiano). Tipicamente da ESC, e qualificata, anche Yodel It dei rumeni Ilinca e Alex Florea mentre fuori ancora una volta l’Irlanda, che fa sempre più fatica a portare in gara qualcosa di allineato alla sua storia. Sono ormai lontani i tempi del mitico ‘three in a row’, la tripletta 1992-1993-1994, come del resto su altri versanti (quelli della tigre celtica…). Brano sostanzialmente impalpabile Dying to Try del giovane Brendan Murray, un passato in una boy band, e che non è riuscito a decollare nonostante la scenografica mongolfiera.

Ovviamente in finale il diciassettenne Kristian Kostov per la Bulgaria, che canta molto bene una canzone comunque standard e allineata al mainstream. Podio probabile per lui e forse qualcosa in più considerato che canterà per penultimo in finale – prima della Francia – mentre Gabbani uscirà per nono (il 9, ancora una volta il suo numero ricorrente). Il cosiddetto running order viene deciso dalla produzione per costruire uno show che funzioni, televisivamente parlando, e a Occidentali’s Karma, dopo lo sfortunato sorteggio che ne ha prevista l’esibizione nella prima metà, non è stata riservata comunque una posizione a metà dell’ordine di uscita. Tutti gli altri grandi favoriti (il Portogallo si esibirà undicesimo: anche lui nella prima parte, ma dopo l’Italia) hanno invece ottime chance di restare nella mente dei televotanti: terzultima infatti la Svezia, e soprattutto penultima la Bulgaria.

Insomma la gara diventa in salita, pur tenendo conto che esistono le giurie in grado di stravolgere il verdetto del pubblico da casa (come accadde nel 2015 ai ragazzi Il Volo che finirono terzi, nonostante il trionfo al televoto) e che in realtà i vincitori del 2014 e 2015 si esibirono decimo e undicesimo. Ecco allora che mentre scriviamo i principali bookmaker danno ancora Francesco Gabbani primo ma ormai con il fiato sul collo dei principali avversari, per una situazione che sembra fluida ma nemmeno troppo. Ossia si possono fare solo supposizioni, e magari uscirà la sorpresa che non ti aspetti (Regno Unito?)… Oggi intanto i finalisti cantano per occhi e orecchie delle giurie (e bisogna già dare il massimo sul palco), domani sera invece Grand Final (diretta su Rai 1) con televoto.

Foto in alto: Andres Putting/EBU

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