Eurovision, chi merita di vincere?

14 Maggio 2022 di Paolo Morati

Dunque stasera si saprà il brano vincitore dello Eurovision Song Contest 2022 in corso a Torino. Tutto è nelle mani delle giurie, visto che al televoto è previsto un fiume di preferenze per l’Ucraina. Ma andrà veramente così? Secondo gli scommettitori non ci sono dubbi, con quote mai viste prima a favore della Kalush Orchestra. Un brano, Stefania, che non ci colpisce particolarmente colpevole il nostro orientamento pop, ma che ha un buono staging e un’indubbia capacità di rapido coinvolgimento.

La domanda che circola è se sia giusto votare (ammesso che andrà così) un paese senza tenere conto di canzone e interpretazione ma di altri fattori esterni che con la musica hanno nulla a che fare. Punendo di fatto chi meriterebbe una gara alla pari. Un po’ come se l’arbitro di una partita di calcio favorisse una squadra piuttosto che un’altra in base alle simpatie per un calciatore o le disgrazie capitate a un altro…

Mentre cerchiamo una risposta, non facile in una situazione in cui le battaglie tra  ‘canzonette’ non possono essere paragonate a quelle vere, ecco che se Mahmood e Blanco sono attualmente quarti nei pronostici, salgono nelle ultime ore le quotazioni del Regno Unito, da tempo punito (lo scorso anno ottenne 0 punti, non vince dal 1997) ma che, con la star di Tik Tok Sam Ryder, ha portato un progetto solido, forte di una vocalità ineccepibile che si arrampica su un brano costruito ad hoc: Space man.

E poi la Svezia, amata e nello stresso tempo odiata per la sua perfezione maniacale nel proporre una formula pop globale, ma anche per presunti ‘favoritismi’ mai dimostrati, da parte degli organizzatori per una delle tante polemiche tra gli appassionati del contest. Hold me closer non sembra avere punti deboli e Cornelia Jacobs nella serata dedicata al voto delle giurie ha pure fatto un improvviso e inaspettato cambio di tonalità, giusto per non lasciare nulla al caso.

Grande fiducia ripone la Spagna in Chanel. Il suo brano SloMo è il tipico numero up tempo di grande effetto, con tanto di corpo di ballo scatenato, e i fan iberici sono scatenati su social blog e quant’altro per supportare la propria rappresentante. A Torino sono sbarcati in massa e ci aspetta il loro boato al Pala Olimpico. Curioso visto che dopo la vittoria della cantante di origine cubana alla selezione nazionale erano montate diverse proteste con tanto di interventi a livello politico e discussioni sul peso delle giurie rispetto al televoto. A Madrid e dintorni del resto l’Eurovision Song Contest è da sempre preso molto seriamente; se dovesse trionfare tutto sarebbe dimenticato da chi aveva attaccato. Speranze anche per la Grecia di posizionarsi in alto.

Infine i darkhorse del 2022: più la Serbia che la Polonia, entrambe tra le ultime a esibirsi e che si prevede avranno garantito un buon pacchetto di voti dal blocco dell’Est (attenzione anche alla Moldavia), come accade con i tradizionali 12 punti tra Grecia e Cipro, o i buoni rapporti tra Paesi nordici. Sì, perché alla fine, al di là della domanda iniziale, l’Eurovision resta comunque una manifestazione dove le amicizie e la vicinanza geopolitica, ma anche le diaspore dei popoli, possono finire inevitabilmente per fare la loro parte.

Quel che è certo è che anche in Italia oggi è diventato trend topic tanto da meritare ampi spazi sui media, laddove l’ultima nostra vittoria prima del trionfo dei Måneskin, ossia quella del 1990 di Toto Cutugno a Zagabria con il commento della leggendaria Peppi Franzelin, era stata relegata in un trafiletto di giornale. “Unite Unite Europe” cantava all’epoca il grande Toto nazionale superando Francia e Irlanda. Altri tempi e altri mondi.

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(Foto: EBU / CORINNE CUMMING)

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