Eurofestival: per Il Volo terzo posto e premio della critica

24 Maggio 2015 di Paolo Morati

Il Volo

È mancata solo la vittoria a Il Volo, per il resto la partecipazione dei tre ragazzi all’edizione numero sessanta dello Eurovision Song Contest con Grande amore è stata un vero e proprio trionfo, anche di ascolti (una media di 3.292.000 spettatori su Raidue, un record). Il terzo posto ottenuto a Vienna con 292 punti dietro alla favoritissima Svezia (365) e a ridosso della non meno favorita Russia (303) , con una valanga di 12 punti (ossia il massimo) anche da Paesi inattesi come Israele, il boato dell’arena che ha accompagnato la loro esibizione e la grande attenzione ricevuta da stampa e pubblico hanno confermato l’importanza di questa uscita internazionale, senza contare i commenti che subito dopo i risultati sono fioccati a loro favore. Certamente lo svedese Måns Zelmerlöw ha portato sul palco una lezione televisiva magistrale, ma come branoHeroes mancava di quella personalità che volenti o nolenti la proposta italiana aveva. E che anche per questo si è aggiudicata il premio della stampa (il Marcel Bezençon Press Award) alla faccia dei detrattori interni.

Quella di quest’anno è stata una edizione qualitativamente sopra la media (alla fine buone canzoni, poche baracconate) di una gara che in Italia viene chiamata anche Eurofestival e che ha trovato ampio riscontro sui media tricolori; e non era semplice affermarsi di fronte a una macchina da guerra perfettamente rodata come quella svedese. Poi a fare il resto ci sono stati i consueti voti incrociati tra i Paesi confinanti e l’ex blocco sovietico così come quello nordico che hanno supportato i rispettivi rappresentanti assegnando invece in certi casi a Il Volo pochi voti. Che dal canto suo può tranquillamente godere di aver preso punteggi altissimi da Australia e dal blasonato Regno Unito, ma anche dalla Russia e dalla vincitrice Svezia. A questo punto bisogna però chiedersi che cosa si può fare per arrivare ad affermazioni esterne a un contesto geografico (il caso austriaco di Conchita Wurst è la classica eccezione che conferma la regola) dominante, e solo un’analisi del voto tra giurie e televoto potrà chiarire meglio le varie dinamiche che ci sono state anche se a prima vista sembra che siano state proprio le prime in alcuni casi a penalizzare Grande amore laddove il televoto lo aveva invece premiato (clamoroso l’esempio francese: Italia prima nel televoto, quindicesima per la giuria).

Ad ogni modo le recriminazioni non servono, Il Volo faceva paura agli altri concorrenti ed è stato ipervotato, 9 Paesi hanno assegnato 12 punti compresa la diretta rivale Russia, ed ora la palla passa alle classifiche di vendita per capire se il progetto è destinato a un’affermazione continentale dopo quella americana. A guardare iTunes, Grande Amore sta già andando bene un po’ ovunque, la prima volta che accade da anni per una canzone italiana in gara (a memoria l’ultimo vero grande successo era stato quello di Gente di mare di Umberto Tozzi e Raf nel 1987) al di là del vincitore del 1990 Toto Cutugno con Insieme 1992 e del buon riscontro di Raphael Gualazzi soprattutto nella nicchia del jazz. La musica italiana si dimostra più che mai viva all’estero, piace e vende a differenza ad esempio di quella dei cugini francesi ancora una volta maltrattati (4 punti totali raccolti). Pessima performance anche per il Regno Unito che non riesce (o non vuole) trovare la chiave giusta per dimostrare di essere come qualcuno sostiene il capofila della musica leggera in Europa. Certo l’Eurovision non viene preso molto sul serio da quelle parti (a parte quando vincono…) ma allora ci si chiede che cosa partecipi a fare. Zero punti infine per Germania e Austria, prima volta per un Paese ospitante. Insomma l’Italia tra i Big Five esce sempre a testa alta (a parte Il flop di Emma dello scorso anno…) e l’edizione di Vienna può senz’altro essere considerata da record per il nostro Paese.

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