Libertà testamentaria o legittima?

7 Ottobre 2016 di Indiscreto

La morte di Bernardo Caprotti, uno che avrebbe avuto la cultura per fare politica con le parole oltre che con i fatti, quasi ci impone di proporre per la seconda volta il Di qua o di là ‘Esselunga o Coop?’, che nell’aprile del 2015 aveva visto la vittoria 64 a 36 dei suoi supermercati. Non lo faremo, perché in realtà il testamento di Caprotti, in cui in sostanza la quota di legittima della moglie e della figlia di secondo letto Marina viene rafforzata in modo da blindare il controllo del gruppo, contiene considerazioni molto interessanti (in particolare la raccomandazione di non vendere il gruppo alla finta cooperazione all’italiana, da sempre braccio finanziario del PCI-PDS-DS-PD) ma fra le righe si legge un’amarezza che pensiamo riguardi un po’ tutti, visto che tutti moriremo: quella di non poter disporre liberamente del proprio patrimonio, in ogni caso frutto di una vita di lavoro (o di buona gestione, nel caso lo si sia ereditato), una volta passati all’altro o a nessun mondo. Il diritto di successione italiano nel caso di Caprotti, abbastanza comune (cioè presenza di un coniuge e più di un figlio), limita al 25% la quota disponibile, e senza passare in rassegna i sottocasi possiamo dire che l’unico in cui il 100% del patrimonio può essere lasciato a chi ci pare è quello in cui crepiamo senza che in vita rimanga qualcuno fra coniugi, figli, ascendenti e discendenti. Attenzione: parliamo di morti che abbiano fatto testamento, perché senza testamento ci sono casi di legittima in cui rientrano in gioco fratelli e parenti. Non può sfuggire uno dei significati nobili della legittima, che è quello di evitare che in senso lato i genitori ‘ricattino’ i figli condizionandone la vita, insieme a tanti altri più gretti (fino alla ormai classica lotta alla badante diciannovenne, già di suo mirante alla pensione di reversibilità), così come un dibattito ancora più interessante: l’eredità (così come la proprietà, secondo Proudhon che non la avversava in quanto tale ma solo se slegata dal lavoro) è un furto ai danni della società? Il senso del Di qua o di là è comunque chiaro, al di là che riguardi il trilocale di periferia o un gruppo da 7 miliardi di euro: libertà testamentaria o legittima?

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