Suarez a Perugia, i massimi livelli della Juventus

4 Dicembre 2020 di Indiscreto

Luis Suarez, università di Perugia, Juventus: per la procura del capoluogo umbro diretta da Raffaele Cantone sono i tre protagonisti della vicenda dell’esame di italiano taroccato per l’attaccante ai tempi, era il 17 settembre, ancora al Barcellona. Sarebbe stato subito un collegamento logico, dal punto di vista giornalistico e di ipotesi, ma in Italia invece è una notizia, perché per due mesi si è assistito ad una farsa mediatica in cui c’erano beneficiari della corruzione e corrotti, ma non corruttori. Come scritto nella nota stampa della Procura, secondo i pm la dirigenza della Juventus si sarebbe attivata ai massimi livelli per accelerare le pratiche per la cittadinanza italiana di Suarez. Necessaria in quanto erano già occupati i due posti da extracomunitari per così dire puri, da Arthur e McKennie. I massimi livelli dell’università si sa quali siano, tanto è vero che il rettore è stato sospeso. E quali sono i massimi livelli della Juventus? Dipende… Intanto fra gli indagati c’è Fabio Paratici, Chief Football Officer della Juve.

Insomma, il goffo tentativo di far passare i presunti corrotti per normali tifosi juventini orgogliosi di contribuire alla conquista della Champions League è miseramente fallito, con buona pace dei giornalisti (?) che si sono prestati all’opera e che non sono soltanto militi ignoti, ma anche direttori ed editorialisti. Altra cosa è individuare i responsabili materiali della corruzione, anche se dire ‘dirigenti e ‘massimi livelli’ è come fare dei nomi. Al netto delle questioni penali ed anche di giustizia sportiva pensiamo però che si possa dire già una cosa: comunque vada a finire questa vicenda, al limite anche con l’emergere dell’innocenza totale della Juventus, la storia bianconera di Paratici finisce qui.

Perché dal punto di vista dell’immagine il modo in cui verrà ricordata questa storia è uno solo ed in ogni situazione di questo tipo è raro che siano i padroni del vapore a pagare, tanto più se si chiamano Agnelli. La vera superficialità, fra l’altro, è stata nella gestione della vicenda extracomunitari: per una plusvalenza e un giocatore da Udinese ci si è preclusi l’arrivo normale di uno dei migliori attaccanti del mondo, costringendolo ad una umiliante passerella per ottenere un passaporto di cui non aveva mai sentito il bisogno. Ne escono malissimo i media che fino al 17 settembre avevano esaltato la perfetta organizzazione della Juventus nell’operazione Suarez-Perugia, di cui già a settembre avevamo scritto su Indiscreto, come se l’uruguaiano ora all’Atletico Madrid fosse già un giocatore bianconero. Anche se i calciatori sono specialisti nel dare sempre la colpa delle loro malefatte a consulenti ed amici (Suarez fra l’altro non ha nemmeno un procuratore, si autogestisce facendosi aiutare da varie figure), è evidente anche la colpa dell’attaccante. La fama dell’Italia come paese in cui si può imbrogliare è uscita dai nostri confini e da molto prima di settembre.

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