Meglio Equitalia di prima

4 Luglio 2014 di Stefano Olivari

È un male necessario: centralizzare la riscossione degli arretrati è meno stupido che decentrarla a beneficio di ras locali, anche senza arrivare ai fulgidi esempi di Nino e Ignazio Salvo. 

La possibilità dei debitori di Equitalia di pagare il loro debito con un massimo di 72 rate, disperato tentativo di recuperare una parte dei 20 miliardi di euro incagliati che da soli varrebbero più della sicura manovra autunnale, arriva nel giorno in cui riceviamo una multa svizzera per superamento dei limiti velocità (l’Ufficio Radar del Canton Ticino, sembra un’invenzione di Mai Dire Gol ma esiste davvero, ci informa che andavamo a 93 chilometri all’ora in un punto in cui la velocità punibile era di 88) e una raccomandata proprio da Equitalia che ci invita a pagare 1.303,36 euro entro 30 giorni, anche in questo caso multe (cinque) per eccesso di velocità riguardanti l’auto (stravecchie, anche del 2007, il che non diminuisce le nostre colpe per essercele dimenticate). Non proprio un invito, visto che in mancanza del pagamento si annuncia il fermo dell’auto al trentesimo giorno nel tono burocratese-minaccioso che chiunque abbia avuto a che fare con Equitalia  (tutta Italia tranne i siciliani, che hanno un altro esattore) conosce bene.

E quindi? Da pagatori di tasse (come Prandelli), quindi non da amanti di questo carrozzone pubblico (partecipato da Agenzia delle Entrate e INPS) da circa 8mila dipendenti, diciamo che su Equitalia si fa anche demagogia. Prima di tutto perché la tassazione italiana reale sul lavoro e adesso anche sul capitale (che in un mondo senza evasione sarebbe generato dal lavoro, se no ditecelo che spendiamo tutto in coca e mignotte: sempre meglio che mantenere i nostri forestali ‘canadesi’) è sì assurda, ma non è certo colpa di Equitalia che deve solo riscuotere tributi nazionali e locali (la gestione politica delle multe come simil-tassa locale è pazzesca, ma ditelo al vostro sindaco) di vario tipo. E poi perché non occorre grande memoria storica, ma solo memoria, per ricordarsi cosa accadeva prima di Equitalia: una serie di enti preposti alla riscossione, in certi casi con duplicazioni, fino a quando nel 2005 il governo Berlusconi ha creato Riscossione spa che dopo un paio d’anni è diventata Equitalia (tranne in Sicilia, come detto, dove per motivi ignoti opera una società che si chiama Riscossione Sicilia). Non è quindi sbagliato dire che Equitalia l’ha inventata Berlusconi, non certo un idolo di quel ‘partito delle tasse’ che è ben rappresentato dal PD. È un male necessario: centralizzare la riscossione degli arretrati è meno stupido che decentrarla a beneficio di ras locali, anche senza arrivare ai fulgidi esempi di Nino e Ignazio Salvo.

E quindi? Visto che il fenomeno delle cartelle pazze esisteva anche prima, e potremmo portare tanti casi personali, meglio adesso che almeno i ricorsi si fanno in un posto solo. Ricorsi nella realtà impossibili, perché per i debiti di poche centinaia di euro (la quasi totalità) il prezzo reale del ricorso è spesso superiore alla cifra che si risparmierebbe o al costo imputabile a una giornata di lavoro persa. In altre parole, il ricorso contro una multa ingiusta è possibile solo ad un disoccupato senza problemi finanziari e che voglia farne una questione di principio.

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