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Attualità

Elkann o lanzichenecchi?

Stefano Olivari 26/07/2023

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Tutta la carriera di Alain Elkann messa insieme non vale l’articolo dell’altro giorno su Repubblica, di cui sta discutendo anche quella parte d’Italia, cioè quasi tutta, che non legge i giornali. In pratica lo scrittore, ex genero dell’Avvocato avendo sposato sia figlia Margherita, oltre che padre di John, Lapo e Ginevra, ha raccontato di un suo viaggio a Foggia in treno, facendo osservazioni sui ragazzi seduti vicino a lui: tatuati, senza orologio, in pantaloncini corti, attaccati alla musica dell’iPhone con breve intermezzi per discutere di calcio e di figa (figa è una parola nostra, Elkann si è espresso diversamente, con un lisergico e chiaramente inventato ‘ragazze nei night’ che sarebbe sembrato boomer anche a Berlusconi) con espressioni pesanti. Ragazzi definiti lanzichenecchi, immaginiamo più per la calata da Nord verso Sud che per le origini germaniche.

Invitiamo a leggere l’articolo, perché magari le tante reazioni anche politiche (su tutte quella di Conte) hanno oscurato la questione di fondo, non colta nemmeno dai giornalisti di Repubblica, il giornale più classista che esista, che hanno accusato di classismo Elkann (padre del proprietario di Repubblica, va detto) e si sono da lui dissociati con un comunicato imbarazzante, in cui asseriscono di essere sempre stati dalla parte dei più deboli, sostenendo anche che il loro lavoro è fra le altre cose imperniato su “Uno sforzo di umiltà”. Ecco, “Sforzo di umiltà” lo troviamo eccezionale, perché di solito se sei umile non ti devi sforzare per esserlo. Non abbiamo letto più di 10 pagine di Proust, ma ci viene in mente un racconto di Moravia (fra l’altro protagonista dell’unico libro decente di Elkann) intitolato ‘Andare verso il popolo’.

Veniamo al punto, che non è che Repubblica sia costretta a pubblicare gli scritti di Elkann: giornali e televisioni sono pieni di gente che ‘deve’ lavorare e a cui non si può dire di no. Il punto, secondo noi, è che si ha il diritto di disprezzare uno stile di vita e un mondo che emerge da alcuni particolari. Fra Elkann e i giovani tamarri è meglio Elkann, o comunque chiunque in treno legga, anche Tex, invece che disturbare i vicini. Non è questione, evidentemente, di avere i soldi visto che la gente dello stesso ceto di Elkann è spesso ignorantissima (magari in più lingue, ma sempre ignorantissima), ma soltanto di interessi. Quei ragazzi tatuati stanno studiando per essere futuri servi degli Elkann. Il nostro ‘Di qua o di là’ vuole andare quindi oltre il linciaggio per un articolo ridicolo: Elkann o lanzichenecchi? Come al solito ci schieriamo: argomenti in comune ne abbiamo pochi con entrambi (qualche libro con Elkann, qualche partita con i ragazzi), ma in generale vorremmo avere un vicino di posto come Elkann e non come i lanzichenecchi.

stefano@indiscreto.net

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