Elkann contro Agnelli

11 Marzo 2021 di Stefano Olivari

John Elkann ne ha abbastanza del cugino, cugino per modo di dire, Andrea Agnelli come gestore della Juventus? Dopo l’inaspettata eliminazione dalla Champions League il siluro lanciato dalla Stampa, cioè una corretta analisi delle prospettive finanziarie del club bianconero, farebbe pensare di sì. Panico fra i giornalisti e i tanti mostriciattoli web (pay e free) aziendalisti, troll con la terza elementare, perché non sanno più a quale azienda dare retta. Diamo loro un’indicazione: Exor. P.S. Il dirigente juventino di riferimento di Elkann è sempre stato uno e uno solo: Beppe Marotta.

2. Gli stessi neocommercialisti che spiegavano che Cristiano Ronaldo si sarebbe ripagato con le magliette adesso che la velina è cambiata spiegano, con la stessa sicumera, che il problema della Juventus è avere ingaggiato uno dei più grandi attaccanti di tutti i tempi, sia pure in declino dai tempi del Real Madrid. Il bellissimo libro di Paolo Ziliani, Cristiano Ronaldo nel paese degli Agnelli (edito da Indiscreto, da chi se no?), è contro di loro e non certo contro uno che come calciatore si può discutere solo al bar. Per fortuna l’hanno capito (e comprato) in tanti. Fallimento di Ronaldo, cioè di uno che nella Juventus, da vecchio, ha segnato in due anni e rotti 92 gol?

3. Liberarsi di Cristiano Ronaldo, avendo lui oltre 36 anni, non sarà facile e forse nemmeno produttivo: i 9 milioni netti a stagione, tutto compreso, per Rabiot o i 7 per Ramsey sono state mosse decisamente peggiori. Ha sbagliato una partita, certo, ma il suo atteggiamento e il suo impatto sono sempre da vincente anche se con Pirlo l’amore non è mai nato. In questo momento ogni previsione è azzardata, perché arrivare secondi in Serie A, o addirittura vincere il decimo scudetto di fila, sarebbe diverso che qualificarsi per la Champions finendo allo sbando, ma se Pirlo è il progetto di Agnelli è difficile pensare a un altro anno di convivenza.

4. Antonio Conte è un telespettatore di partite di calcio compulsivo e martedì sera nel suo appartamento a City Life è stato fra i più sinceri tifosi della Juventus contro il Porto, quasi al livello di Nedved ma con più stile (del resto ci vuole poco). Così assicura chi lo conosce bene, noi non è che fossimo lì con lui (oltretutto stavamo guardando l’intervista di Meghan e Harry) o con il suo vicino Lukaku. Non che gli dispiaccia per Agnelli, anzi, ma Conte contrariamente a molti juventini è convinto da settimane, non sappiamo in base a cosa, che Pirlo abbia trovato la formula giusta e che 7 (considerando vinto il recupero con il Napoli) punti in 12 partite, con Juventus-Inter da giocare alla penultima giornata, non siano poi questo grande margine.

5. Torino-Inter di domenica è il pretesto per segnalare un’intervista di Tuttosport a Milan Skriniar, in cui lo slovacco fa molti complimenti a Marco Giampaolo, che certo non entrerà nella hall of fame del Milan e tanto meno in quella del Torino. “Mi ha migliorato sotto ogni punto di vista, dalla postura in campo alla tattica, alla necessità di concentrarsi sulla palla. Andavo troppo in scivolata. Lui mi ha detto che un difensore che è per terra non è più un difensore e me l’hanno ripetuto pure Spalletti e Conte”. Insomma, anche in Serie A e anche ai professionisti si può insegnare calcio. Non è un’offesa, se non per qualche mente malata, dire che Giampaolo fosse da Sampdoria. Secondo noi anche da Torino, nonostante tutto, ma Nicola si presenta meglio.

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