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Donne o trans?

Stefano Olivari 01/08/2024

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Donne o trans? O meglio: gli uomini diventati (più o meno) donne devono poter competere con le donne nello sport? Il pretesto per parlarne arriva ovviamente dalla sfida di oggi fra la pugile algerina Imane Khelif e Angela Carini, nei welter. Ne scriviamo prima ancora di guardarla, verso le 12.20, in modo da non essere condizionati dal risultato. Fra l’altro l’algerina nemmeno è un trans, ma una donna che ha un livello di testosterone troppo alto per l’IBA, che non è la federazione che governa la boxe dilettantistica (però lo è stata) oggi. Il CIO e quindi World Boxing hanno invece criteri diversi (soglia di testosterone in circolo inferiore ai 10 nmol/L, nanomoli per litro) ed è per questo che la Khelif, da non confondersi con la ben più nota Mia Khalifa, è a Parigi regolarmente in gara.

Accantoniamo discorsi politici, etici e religiosi, guardiamo soltanto alla boxe e allo sport: è giusto che una donna con spiccate caratteristiche maschile competa con le donne per così dire normali? La risposta, al netto del solito Salvini sì-Salvini no da twittatori seriali, non è semplice, sia dal punto di vista medico (E se la produzione abnorme di testosterone fosse endogena? E se il testosterone non fosse il primo parametro per definire chi è uomo o donna?) sia da quello filosofico, perché nello sport le donne più forti sono di solito quelle che presentano caratteristiche maschili più spiccate, rimanendo nelle regole: la differenza di forza fra Serena Williams e Martina Hingis è evidente ed in entrambi i casi parliamo di donne-donne.

Gli stessi valori dello sport, a maggior ragione quelli della boxe, rimandano ad un immaginario maschile: come carattere la Carini di sicuro sarà stata ritenuta più ‘cazzuta’ delle compagne di scuola e del resto la maggior parte delle donne usa termini di questo tipo per definire una donna più forte delle altre. Insomma, se si vogliono mantenere in vita competizioni maschili e femminili una linea di confine oggettiva, per quanto grezza e discutibile, ci vuole. Una donna con spiccate caratteristiche maschili, rilevabili in maniera oggettiva, deve poter gareggiare con le donne? Una domanda che si fanno alcune atlete donne, un dibattito che appassiona più i giornalisti (con le varie gradazioni intersex non si arriva all’1% della popolazione) della gente, ma che quando ci tocca da vicino diventa una questione di vita o di morte. Donne o trans?

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