Basket

DiVincenzo senza dazi

Oscar Eleni 07/04/2025

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Oscar Eleni in gita sulle montagne europee dove hanno organizzato i pisolini di marzo per orsi protetti come vorremmo essere in questi giorni infernali. Meglio sentirsi liberi fra i tulipani di Turri, in Sardegna in omaggio alla Cucciari e non soltanto perché amante del basket, ma per lo splendore della sua Splendida Cornice che infatti chiude su Rai tre. Passeggiata nella Marmilla cercando lo zafferano che inebriava i monaci basiliani, che ci piace nel risotto adesso che i denti perdono forza quasi come le dentiere. Voli  pindarici aspettando di capire cosa mettere nel kit della sopravvivenza mentre intorno a noi si marcia per la pace, si consuma la notte cercando di capire chi farà più male  fra i padroni del mondo come ce lo stanno disegnando quelli che ti accoltellano per strada se tenti di fare da paciere in una  lite, fra valige con cadaveri tagliati a  pezzi, senza trovare parole per quell’arbitro picchiato in Sicilia in una serie minore del calcio, sapendo che ogni fine settimana, in troppi sport, succede la stessa cosa, mentre i genitori insegnano ai loro  cuccioli sul campo come si prende a schiaffi chi non la pensa come te, giurando di aver visto fare la stessa cosa nel circo di chi si è stancato di leggere che in Europa non abbiamo mai passato un periodo così lungo senza guerre mentre ne infuriano più di 100 in tutto il mondo e bombardano persino sulle ambulanze, nelle terre già sconvolte dal terremoto, sugli ospedali. La cosa triste è che tutti vorrebbero avere ragione. La tua guerra è meno giusta della mia. La tua ferocia non può essere tollerata, ma intanto io sparo in mezzo alla gente. Con questo stato d’animo abbiamo acceso e spento le luci sullo sport intorno a noi assicurando le borse, in subbuglio per i dazi nel menù offerto al mondo dal presidente degli Stati Uniti, che anche fra i circensi che dovrebbero distrarre le masse dall’inflazione, dalle lunghe attese per avere una cura, un letto, un pasto, la giusta istruzione, c’è il tormento per il dazio che paghi appena vinci una coppa, vai in copertina e in prima pagina.

Pensiamo agli dei che hanno fatto cadere la Brignone in una gara dove cantava libera dopo i trionfi mondiali, per onorare il campionato italiano, un capitombolo che manderà al macero tante copertine, che renderà infernali i mesi della rieducazione, nella speranza di poter fare le Olimpiadi dove dovrebbe essere la portabandiera e speriamo che lo sia davvero, caro Malagò. Maledizione che si è bruciata con il sigaro della vittoria in supercoppa del Milan che ora sta già pensando a come liquidare il Conceiçao che aveva risvegliato “campioni dormienti”, gli stessi  che poi si sono appisolati in campionato, il martire che governa nel caos del casting societario per un nuovo manager, un nuovo tecnico, nuovi giocatori. Maledizione che tormenta Ancelotti in Spagna anche più del fisco, che non lascia tranquilli gli Inzaghi neppure nel giorno del compleanno del Simone seminatore d’oro che cerca un triplete magico ma intanto si prende pomodori in faccia per l’ennesima rimonta subita dalla sua Inter nel pomeriggio dove l’altro Inzaghi, il Pippo che fa sognare la promozione del Pisa, le ha prese dal Modena.

Restiamo dalla chiromante che aveva previsto sventure anche nel basket: chiedere in giro, ad esempio, a quelli di Napoli. Hanno vinto la coppa Italia e ora arrancano in fondo alla classifica dopo zero vittorie in dieci partite all’inizio di questa stagione. Pensiamo a Trento che dopo il trionfo nella coppa nazionale non ha quasi più avuto un giorno felice. Non parliamo dell’Armani che all’inizio della stagione ha vinto la supercoppa e dal quel giorno ha riempito tutti  i letti disponibili della sua infermeria, ma la scusa non ha salvato Messina e i suoi dalle critiche per una squadra settimina che adesso rischia persino di non essere fra le prime quattro nel play off  quindi costretta a cercare la medicina scudetto che l’ha salvata nelle ultime tre stagioni lontano dal Forum, la sua tana che si è riempita tante volte anche quando camminava invece di correre.

Il dazio che stanno pagando in A2 tante società gloriose, da Pesaro a Cantù, con la Fortitudo che non ha reagito neppure dopo aver saputo che Myers e Danilovic, i cari nemici di un tempo nella basket city della Effe seragnoliana e della Vu nera, vorrebbero entrare come soci sostenitori di una società che non sembra trovare mai pace come sognava Attilio Caja quando è tornato a mostrare il suo artiglio nel Pala Dozza. Andiamo alle pagelle premiando l’ultimo Domenicale campaniano sul mondo sportivo visto al fasmminile, tenendoci il veleno nella coda.

10 A DANILOVIC e MYERS, storia vera, storia grande del nostro basket, se davvero aiuteranno la FORTITUDO a ritrovare almeno la pace pensando che il derby di Bologna deve assolutamente tornare a illuminare il nostro piccolo mondo soprattutto adesso che la crisi dell’URANIA sta togliendo a Milano questo sogno.

9 Alla BRESCIA dove IVANOVIC ha trovato le chiavi per abbordare il Bucintoro della Reyer tenendo Poeta al comando. Stesso voto che daremmo a PAOLO MORETTI sperando che la sua Torino reinventata non  reagisca male alla nuova e meritata popolarità in A2.

8 A REPESA che non si nasconde più. TRAPANI vuole tutto, vuole il massimo e con la vittoria in casa di TORTONA ha fatto sapere che per lo scudetto ci saranno anche i suoi pirati. Gli serve soltanto un po’ di silenzio prima dell’agguato.

7 Alla TRIESTE gioiosa che nel giorno in cui il suo eccellente allenatore ha annunciato che a fine stagione tornerà  a guidare un prestigioso college negli Stati Uniti ha sbriciolato la NAPOLI appena risorta dalle ceneri dopo aver mangiato la testolina della VIRTUS e poi quella dell’ARMANI.

6 A BULLERI che davvero non si ferma più e tiene in ansia chi considerava SASSARI già fuori dai giochi play off. Bella storia  per la gioia di SARDARA che intanto vede  fiorire altri progetti.

5 Agli ARBITRI che nei finali di partita più tirati non hanno mai dubbi nell’assegnare tre tiri liberi anche per tuffi carpiati a metà campo contro il difensore. Il tiro da tre ci ha  già reso difficile amare questo basket, se poi diventa decisivo anche quando è una comica recita allora ci sentiamo davvero traditi, noi e il gioco come direbbero a VARESE mentre fischiano e insultano SCOLA che certo ha visto in CREMONA l’anima mancata ai suoi.

4 A Donte DIVINCENZO se in estate troverà una scusa per non accettare la convocazione di POZZECCO che lo vorrebbe come rinforzo per gli Europei. Dopo BANCHERO non accetteremmo altre prese in giro, proprio adesso che vorremmo mettere un dazio sui troppi stranieri brocchi  che nel nostro campionato tengono a sedere anche chi sta in Nazionale sapendo che GALLINARI, FONTECCHIO e MELLI si scaldano altrove.

3  Alla VARESE sciagurata che nel finale regalato ad una bella CREMONA si è ritrovata nella mischia crudele per la retrocessione  nel giorno in cui avremmo voluto onorare la società per aver intitolato a GALLEANI il suo progetto per le giovanili.

2 Al BARCELLONA se dovesse prendersela troppo con il ragazzo SARR, azzurro di ultima generazione, per il ritardato rientro dalle feste americane nel giorno in cui c’era da sistemare il REAL MADRID che invece ha vinto anche il “clasico” del campionato.

1  All’ EUROLEGA se dovesse declassarci dopo lo schianto delle nostre squadre più forti sulla carta. Disastro che si ripete da anni. Brutte notizie per il movimento, per una LEGA che non ha un’anima, per una FEDERAZIONE che da anni dovrebbe intervenire, mettendo dazi sui giocatori di scuola straniera che valgono meno dei nostri anche se poi in panchina ci restano i CARUSO e non i coristi vaganti che sbagliano canestri da sotto e perdono partite come il rinforzo di VARESE.

0 All’ARMANI che nelle sue pubblicità non ha messo per la sfilata in mutande molti dei giocatori sbagliati scelti da chi poi doveva anche allenarli e che adesso pensa addirittura ad un rinforzo fra gli esterni. Ora sappiamo che chi guida ha capito i guasti, ma non sappiamo come dimostrerà alla VIRTUS o, magari a TRAPANI più che a BRESCIA, che il male in Europa sarà vitamina ancora una volta in campionato.

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