Divieto di fumo

24 Novembre 2020 di Indiscreto

Dal primo gennaio 2021 a Milano sarà di fatto vietato fumare, visto che il Comune governato da Beppe Sala ha approvato un regolamento che bandisce il fumo all’aperto praticamente ovunque: parchi, fermate dei mezzi pubblici, strutture sportive, cimiteri, eccetera. Unica possibilità di fumare, facciamo l’esempio dell’amato Parco di Trenno, è quella di trovarsi a più di dieci metri dalla persona più vicina. Detto che in tutti i luoghi chiusi il fumo è già bandito, a scanso di equivoci dal 2025 il divieto di fumo riguarderà tutte le aree pubbliche all’aperto, in sostanza le strade.

Ci dicono che questo tipo di divieto, oltre agli esempi stranieri più famosi, da New York a Melbourne, sia già in essere in molte città italiane: non lo sapevamo e non essendo fumatori, ma nemmeno nemici dei fumatori (basta che stiano lontani, i 10 metri bastano), la notizia ci era sfuggita. Non ci è sfuggito invece che chi ha proposto-imposto questo divieto abbia tirato fuori fra gli obbiettivi la riduzione del Pm10, quando anche i sassi sanno che queste particelle inquinanti derivano per la maggior parte dai riscaldamenti di chi pretende di stare in canottiera a gennaio.

Nella marea di divieti che pecoronescamente accettiamo, soprattutto se incartati con la retorica dei bravi cittadini, quello di fumare non troverà critici nemmeno fra i fumatori, che spesso vivono la loro passione in segreto o su tristi terrazzini. Diciamo che questa etica calata dall’alto è l’altra faccia della maleducazione di tanti fumatori che ci hanno ammorbato per anni nei cinema, anche dopo un divieto di fumo (del 1975) che fece epoca. Ma diciamo anche che qui a Metropolis fumare rischia di diventare un gesto di libertà, quando ormai era soltanto una cosa da donne pseudo-emancipate o da classi subalterne.

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