Dinamo Bucarest-Lazio, giornalismo da Champions

19 Febbraio 2015 di Dominique Antognoni

Notizie scomode che rottura, signora mia. Tutte le volte che inciampiamo in situazioni del genere ci torna in mente l’accaduto in una trasferta passata assieme a inviati blasonati. Uno di loro era furente al telefono con il proprio giornale. Imprecava di brutto, ma poi aveva ragione lui: nella sua stanza d’albergo mancava il phon, quella cretina della segretaria di redazione gli aveva prenotato una camera senza phon! Sono cose che non si fanno. Scrivere senza avere i capelli lucidi, morbidi e vaporosi, proprio non si può. Non ridete, perché stiamo solo iniziando.

Ora i fatti. Un giornalista rumeno che conosciamo da tempo, Costin Stucan, intervista un ex centrocampista della Dinamo Bucarest che in quella serata di fine agosto 2007 è in campo quando i suoi perdono allegramente la gara di ritorno del turno preliminare per la Champions (1-3, dopo il sorprendente 1-1 all’andata). Su Prosport Corneliu Pulhac, difensore della Dinamo dell’epoca, dice che “qualcuno pagherà caro, prima o poi, quello che ha fatto in campo”. Per la cronaca, noi di Indiscreto siamo stati veloci a muoverci già allora. Va detto che in Italia l’avevamo scritto solo noi, proprio in quei giorni: viene sospettato fin dall’inizio il difensore Vali Nastase il quale, guarda caso, due settimane dopo la partita firma la fine anticipata del contratto con la propria squadra (strano, eh?) e apre un ristorante. Così, da difensore a pizzaiolo in dieci giorni: certo che la passione per la cucina può scoppiare improvvisa…

L’abbiamo scritto noi, poi Il Giornale (che riprese la prima pagina dell’allora quotidiano Fanatik) e Il Romanista (che mise in prima pagina l’argomento). Gli altri zitti, perché, come ci disse un grande direttore televisivo, “ho un mutuo e due figli, per cui non voglio rogne”. Probabilmente in Romania e nel resto del mondo i giornalisti sono tutti single e dormono nel parco, ma non facciamo i superiori. Ebbene, dopo l’intervista a Pulhac  (questo il link all’articolo, per la traduzione dal rumeno fidatevi di noi che a Bucarest abbiamo vissuto i primi 19 anni di vita) la procura rumena (lì si va in prigione senza troppa attesa) apre un fascicolo: ci sono le foto del fascicolo stesso, anche se la Lazio lo ha smentito. Inchiesta non vuol dire colpevolezza ma, appunto, inchiesta. Dunque ad oggi c’è un’inchiesta in essere sul presunto taroccamento di quel Dinamo-Lazio.

Prima di farvi ridere (o piangere), leggete le dichiarazioni, virgolettate, rilasciate tre giorni fa dall’amministratore delegato del club, Cornel Dinu (una gran figura in Romania, ex capitano della nazionale, una specie di Facchetti) e da uno degli ex soci (ritiratosi con l’arrivo della crisi), Vladimir Cohn. Iniziamo con Conh: “Gli arrangiamenti gli hanno fatti nell’albergo della Lazio prima della gara. Forse la Dinamo poteva ottenere una somma maggiore. Nell’intervallo è stato detto ai giocatori di mollare. Probabilmente è stato anche un risultato concordato, per via delle scommesse: vince Dinamo dopo il primo tempo, la Lazio alla fine. Cornel Dinu, l’amministratore delegato e Cristi Borcea, direttore generale del club (ora in prigione per evasione, ndr) hanno trattato con Lotito. Il prezzo? 4,5 milioni per Stefan Radu, molto di più del suo valore”.

Questa invece la versione di Dinu, riportata dai giornali: “Io non potevo vendere la gara, ero in tribuna come spettatore. Lo hanno fatto altri dirigenti, che avevano l’autorità del caso. Non ho dubbi però che la partita sia stata venduta. Caso vuole che l’abbia venduta lo stesso giocatore che aveva venduto anche la gara contro il Benfica nel 1999, quando allenatore ero io”. Il riferimento è quindi a Nastase e al suo fallo da rigore assurdo, rigore poi trasformato da Rocchi.

Mircea Rednic, allenatore a quei tempi della Dinamo, ha detto pure lui, senza giri di parole, che la gara è stata venduta: 7,2 milioni, secondo lui, avrebbe pagato la Lazio per Radu. 7,2 oppure 4,5, già qui ballano dei soldi poi scomparsi nel nulla, ma non fermiamoci agli spiccioli. Comunque ecco le dichiarazioni virgolettate, non vogliamo spacciare per nostro il lavoro dei colleghi di Bucarest. Ma sui fatti in se stessi sta indagando la magistratura rumena, noi possiamo solo dire che c’è un’indagine e che la notizia è comunque interessante. A meno che un possibile caso di corruzione in Champions League sia meno importante delle dieci finali che aspettano Marchisio o di Ranocchia orgoglioso della fascia di capitano.

Stucan, giornalista investigativo, chiama i media italiani di buon mattino credendo di fare un favore ai colleghi della Penisola. Non vuole nulla, tanto lui ha già fatto il pezzo e lo scoop, ma per amore del mestiere pensa di essere quasi in dovere di comunicare ai potenziali interessati l’accaduto. Chissà mai, in futuro se i colleghi italiani dovessero fare uno scoop magari avvertiranno per primo Stucan. E qui inizia la commedia, anzi la farsa, di cui siamo stati in parte testimoni diretti.

Costin chiama la redazione sportiva di un importantissimo quotidiano politico. Ma la risposta è secca: “No, non ci interessa”. Chiama anche un quotidiano sportivo di primissimo ordine. Risposta: “Mah, non ci pare chissà cosa, sono frasi buttate lì”. Prova anche con un altro famoso quotidiano nazionale. Risposta: “Richiamaci”. Come richiamaci? Al massimo richiamate voi, il rumeno vi ha già fatto un favore avvertendovi. Dopo il “Richiamaci” nessun segno di vita, tanto cosa sarà mai una gara venduta di fronte a un pezzo sul numero di diagonali di De Sciglio o su Totti Pallone d’oro alla carriera? Qualche riga è apparsa sui siti dei giornali, secondo la solita logica (una notizia che appare sul web pesa meno che sulla carta), o su siti indipendenti, ma sui media che fanno opinione (o ritengono di farla) niente. Meritoria la citazione di Sky, anche se in un contesto in cui si è subito parlato di giornalismo spazzatura. Chi non fa l’amico dei giocatori e dei club insabbiando le notizie a loro sgradite, come si è visto anche nel caso Roma-night club di Mosca, è quindi un giornalista spazzatura.

Immaginate il disturbo che Stucan ha arrecato ai morbidi colleghi nostrani dei giornaloni: loro stavano tranquilli alla scrivania, magari preparando il pezzo sulle partite decisive che aspettano la Lazio, sui moduli di Pioli e sulla primavera che batte alle porte. E ti arriva un rompiballe con robe tediose del tipo partite comprate in Champions. Diamine, non si fa, uno ha già mille cose a cui pensare, mica puoi perdere tempo con sciocchezze. Che poi cosa sarà mai che un amministratore delegato ancora in carica dichiari che il club che rappresenta abbia incassato soldi per perdere, raccontando anche il come e quando, perfino la somma? Nelle redazioni italiane hanno fatto tutti una smorfia di disappunto, commentando sprezzanti l’entusiasmo di un giornalista invasato e con la malattia delle notizie. “Ci mancava questo che viene a urtarci la quiete, che muoia lui e le sue notizie”.

Il rumeno, uno che ancora crede in quello che fa e che facciamo noi a Indiscreto, ci chiama sbalordito: “Scusa, vorrei capire come mai non sono interessati a una grossa notizia che riguarda una squadra italiana. C’è qualcosa che mi sfugge?”. Amico, dura spiegartelo, però ci proviamo: lo stipendio corre, in conferenza stampa un calciatore ha detto che lui gioca dove lo mette il mister e poi in allenamento si è provato il 4-2-3-1. In più, tu sei single mentre qui tengono famiglia, tu fai una vita portata all’eccesso di voglia di notizie, mentre loro pensano ai tortelli in brodo che cucinerà la moglie. La stessa moglie che, la sera, avrà chiesto “Com’è andata oggi al giornale?”. Senza dubbio la risposta sarà stata: “Quasi bene, ci ha rotto i cosiddetti un giornalista che aveva una notizia bomba, ma tranquilla, abbiamo fatto finta di nulla. Ci sono degli altri tortellini?”.

Dominique Antognoni, in esclusiva per Indiscreto

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