Difendersi da un attacco con Missile Command

21 Marzo 2021 di Paolo Morati

Uno dei primi arcade che ricordiamo di aver giocato è Missile Command (all’epoca ne leggevamo il nome all’italiana). Prodotto dalla Atari nel 1980, abbiamo nella testa ancora ben chiaro il cabinato con a destra la trackball di controllo cursore e a sinistra tre pulsanti di sparo, ciascuno che comandava una delle tre batterie antimissile (Alpha Base, Delta Base, Omega Base)  a difesa di sei città californiane sotto attacco.

Il gioco ci vedeva muovere rapidamente un puntatore sullo schermo (il cielo) per lanciare le nostre batterie contro i missili che piovevano dal cielo, indirizzati da una potenza nemica, almeno nella versione originale. L’uso della trackball consentiva una grande precisione e rapidità, indispensabili per indirizzare le nostre difese senza sprecare preziose munizioni. Come i veri arcade, Missile Command non aveva un vero scopo se non quello di sopravvivere: la fine (memorabile la scritta ‘The End’ invece di ‘Game Over’) arrivava con la distruzione di tutte e sei le città, a meno che non si totalizzassero abbastanza punti da avere una città per così dire di bonus.

La strategia migliore in Missile Command prevedeva di non mirare direttamente sui missili nemici ma di far esplodere nel cielo i nostri colpi a una certa distanza dagli obiettivi, per coinvolgerne in numero massimo possibile. Era questo il modo veloce, con il giusto timing, per riuscire a passare di livello in livello, con la comparsa via via in cielo di altri pericolosi nemici. Giocato tanto anche a casa nell’ottima conversione per Atari VCS, Missile Command è un altro di quei grandi classici indimenticabili dell’epoca, al punto che una versione riveduta corretta è arrivata anche su PlayStation e Xbox. 

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