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Anni Ottanta

Dick Van Patten, più della famiglia Bradford

Paolo Morati 24/06/2015

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Si può scrivere di Dick Van Patten senza citare La famiglia Bradford? Non c’è dubbio che il volto dell’attore americano appena scomparso a ottantasei anni sia legato principalmente alla serie americana in originale chiamata Eight is Enough e ispirata inizialmente alla storia vera di Thomas Braden, dove interpreta un giornalista con riporto (Tom) padre di otto figli, rimasto vedovo dalla seconda stagione delle cinque totali dal 1977 al 1981 (in effetti l’attrice che interpretava la moglie era realmente morta), successivamente risposatosi e costretto ad affrontare i problemi quotidiani di figli e figlie tra lavoro, studio e inevitabili scontri.

Oltre un centinaio gli episodi, introdotti da una canzone che riassume il concetto generale che gli autori volevano dare di famiglia felice, pur nelle difficoltà, con un ventaglio di caratterizzazioni che espongono sullo schermo i vari prototipi di adulti e giovani: dal fantasioso al ribelle, dal divertente allo studioso. Fratelli e sorelle Bradford hanno (o almeno hanno tentato di farlo) stimolato l’immedesimazione degli spettatori, che è poi uno dei segreti delle serie di successo soprattutto presso gli adolescenti. Ecco allora che il biondo Tommy era probabilmente il più seguito dalle ragazzine, Nancy la più guardata (e per noi all’epoca la più simpatica mentre non ci piaceva Susan) e papà Tom era il simbolo della dedizione genitoriale.

Amante degli animali, Dick Van Patten, dimenticati i Bradford, era però anche un attore brillante e noi lo ricordiamo bene nella sfortunata e breve situation comedy Le rocambolesche avventure di Robin Hood contro l’odioso sceriffo (del 1975, When things were rotten, il più immediato titolo originale), una divertente serie ideata da Mel Brooks dove interpreta un Frate Tuck poco ortodosso e che amavamo guardare anche per quella marcetta iniziale rimastaci in mente fino ad oggi. E sempre con Brooks da citare il ruolo del Dr. Philip Wentworth in Alta tensione e quello di Re Rolando in Balle spaziali, nonché il ritorno alla foresta di Sherwood in Robin Hood: un uomo in calzamaglia. Innumerevoli infine le apparizioni televisive, guest star in serie a episodi che lo hanno purtroppo a volte  inquadrato, sminuendolo, nella categoria dei caratteristi. Invece Van Patten (tra l’altro padre di Vince, tennista professionista e attore a sua volta) era un’artista non solo del sorriso beffardo e gioviale ma anche dalla profondità espressiva. O almeno così ce lo ricordiamo.

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